involuzione

involuzione
Poche cose abbiamo imparato dalla storia all'infuori di questa: che le idee si condensano in un sistema di ortodossia, i poteri in una forma gerarchica e che ciò che può ridare vita al corpo sociale irrigidito è soltanto l'alito della libertà, con la quale intendo quella irrequietezza dello spirito, quell'insofferenza dell'ordine stabilito, quell'aborrimento di ogni conformismo che richiede spregiudicatezza mentale ed energia di carattere.
Io sono convinto che se non avessimo imparato dal marxismo a vedere la storia dal punto di vista degli oppressi, guadagnando una nuova immensa prospettiva sul mondo umano, non ci saremmo salvati. O avremmo cercato riparo nell'isola della nostra interiorità o ci saremmo messi al servizio dei vecchi padroni. Ma tra coloro che si sono salvati, solo alcuni hanno tratto in salvo un piccolo bagaglio dove, prima di buttarsi in mare, avevano deposto, per custodirli, i frutti più sani della tradizione intellettuale europea: l'inquietudine della ricerca, il pungolo del dubbio, la volontà del dialogo, lo spirito critico, la misura nel giudicare, lo scrupolo filologico, il senso della complessità delle cose.
Norberto Bobbio

martedì 12 luglio 2011

Contro l'Antimafia "a gettone"

A Lamezia i partiti organizzano un sit-in contro la 'ndrangheta ma i movimenti contestato la loro antimafia da parata e ipocrita

Chi volete prendere in giro?

fonte 

Utente: vegat
12 / 7 / 2011
1Attentati, intimidazioni, omicidi. È questo il volto di Lamezia da un mese a questa parte. Un volto che non ci stupisce, che non ci meraviglia, ma che ci indigna incondizionatamente, che ci costringe nuovamente a ribellarci.
Ribellarci, è proprio questo il punto. Ribellarci alla ‘ndrangheta, quella che spara, che chiede il pizzo, che finisce sulle prime pagine dei giornali, mostrando all’Italia intera sempre e soltanto la parte peggiore di questa terra. La ‘ndrangheta che piega la nostra città e che ci priva del nostro futuro. Non siamo stati i soli a pensarlo.
Molti giovani come noi volevano esporsi, ancora una volta, per dire un “No” secco alla ‘ndrangheta. Si sono mosse le associazioni e poi anche i partiti. Partiti che, dopo una riunione aperta a tutte le realtà politiche, da destra a sinistra, hanno deciso di tenere un sit-in davanti al tribunale. Le forze politiche lametine hanno deciso di unirsi, mettendo da parte le loro controversie, per opporsi alla criminalità. Con il rischio che tra di loro potessero essere presenti persone che dai mafiosi hanno ereditato terreni e fortuna o, ancora, persone che hanno permesso a figli e fratelli di mafiosi di candidarsi. Oltre, ovviamente, al fatto che la maggior parte di quelle forze politiche usano l’antimafia come slogan elettorale per accampare voti e visibilità.
 Per questo motivo, molte associazioni hanno scelto di non aderire e molti giovani di non partecipare. Ma la voglia di ribellarsi continuava ad esserci. E a quel punto non bastava più ribellarsi alla ‘ndrangheta, bisognava ribellarsi anche al servilismo e alla ipocrisia di alcune forze politiche.
Per questo motivo, abbiamo pensato di fare un volantino di protesta. Abbiamo pensato che l’antimafia appartiene tutti e che nessuno può strumentalizzare un valore tanto importante. Abbiamo pensato che in uno stato democratico, e soprattutto in nome della legalità da loro tanto millantata, era giusto rispondere al loro sit-in con una protesta civile e pacifica. Semplici volantini, attaccati intorno al tribunale, per mostrare anche un altro volto. Quello della gente comune, della gente perbene, che con l’antimafia non si arricchisce le tasche.
Non avremmo mai potuto credere che a distanza di neanche venti minuti dall’affissione, tutti i volantini erano spariti, strappati e buttati, da quelle persone che erano lì in nome della legalità e della democrazia. E’ questo che resta adesso. Un gesto che va oltre la semplice arroganza di chi prova a far tacere il pensiero contrario al suo e che entra perfettamente in quelle logiche mafiose alle quali, appunto, volevamo ribellarci.





locandina

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