Pubblichiamo il dirompente, per il pubblico ucraino, intervento alla tv ucraina del giornalista britannico Mark Franchetti
del "Sunday Times" che senza mezzi termini dice la verità sui
combattenti antifascisti dell'Ucraina orientale. Mesi di disinformazione
spazzati via in cinque minuti. Impensabile che un giornalista nostrano
possa fare altrettanto...
TESTO DELLA TRADUZIONE
La
performance in diretta nel canale televisivo ucraino del giornalista
Mark Franchetti, ha avuto un effetto devastante come una bomba. I fatti,
noti a milioni di persone, raccontati in quegli studi televisivi hanno
destato sensazione. Molte persone del pubblico, per la prima volta hanno
ascoltato un'opinione diversa dalla posizione ufficiale delle autorità
di Kiev. Il corrispondente di guerra ha parlato di avvenimenti di cui è
stato testimone.
Il
conduttore della trasmissione, Savik Shuster, ha introdotto il
corrispondente del settimanale "Sunday Times" come un amico con il quale
ha lavorato in Iraq, e l'ha definito come uno di cui ci si può fidare.
Mark Franchetti ha passato tre settimane nel sud-est dell'Ucraina
durante il quale ha scritto il suo famoso articolo sulla milizia di
autodifesa dei volontari antifascisti, "Vostok Battalion". Il viaggio
terminava vicino al confine dove il "Battaglione Vostok" ha subito
pesanti perdite e il giornalista ed il suo fotografo sono quasi morti.
<<Mark, tu hai visto con i tuoi occhi come sono caduti, come sono
morti: che genere di persone sono queste, qual è il loro retroterra
ideologico, le loro motivazioni?>>, ha domandato al corrispondente
di guerra, il conduttore della trasmissione.
<<Sai, non sono un esperto, e posso solo raccontare quello che ho
visto con i miei occhi. Le persone con le quali ho parlato in genere
erano ucraine, che provenivano dal Donbass o dalle vicinanze del
Donbass. C'era una piccola percentuale di volontari russi, ed ho parlato
anche con questi. In genere sono persone che non hanno un'esperienza
militare, si tratta cioè di gente comune che ha imbracciato le armi, di
persone che sono assolutamente convinte che stanno difendendo se stessi e
le proprie case, come loro dicono, dal fascismo.» Ha risposto il
corrispondente di guerra del "Sunday Times".
Su molti volti dei presenti nello studio dove andava in onda "Schuster
Live" è comparsa un'espressione confusa, visto che sono abituati a
sentirsi dire che nel sud-est ci sono solo mercenari che combattono per
soldi e sabotatori russi. E questo è quello che viene loro ripetuto ogni
giorno. Gli spettatori si aspettano che ora il corrispondente di guerra
occidentale inizi a parlare di cose che sono loro familiari, come le
atrocità commesse dai miliziani del Donbass. Ma più Mark Franchetti
andava avanti con il suo racconto più diventava chiaro che Kiev sta
combattendo contro il suo stesso popolo.
<<Tutti dicono che dopo gli eventi di Odessa e dopo il
bombardamento di Slavyansk, sentono che non possono trovare un
linguaggio comune con il governo di Kiev. Voglio sottolineare che non
sto difendendo le loro posizioni e così via, semplicemente racconto
quello che ho visto. È possibile dire che queste persone sono dei
terroristi, è possibile dire che verso queste persone c'è un flusso di
armi e soldi dalla Russia? No, non è così! Queste persone in genere sono
persone normali senza alcun tipo di esperienza, ed hanno poche armi, e
posso dire che sono assolutamente sicuri che, ad un certo punto,
arriverà loro l'aiuto della Russia, e loro è questo aiuto che stanno
aspettando. Come persona che lavora a Mosca, per me è assolutamente
chiaro che Mosca non li sta aiutando, nel senso che non manda loro né un
flusso di denaro, né di armi, né di volontari e così via.>>, ha
aggiunto Mark Franchetti
Per pochi minuti, mentre c'era l'intervento di Franchetti, nello studio
regnava un silenzio assoluto, e solo quando è diventato chiaro che il
giornalista non avrebbe detto quanto volevano sentirsi dire, Franchetti è
stato interrotto.
<<Ho ascoltato con grande attenzione il tuo collega, e sono sicuro
che ha raccontato quello che ha realmente visto, ma penso che abbia
partecipato ad un'operazione dei servizi segreti russi perché il
giornalista occidentale ne ricavasse questa impressione e la rilanciasse
in Europa.>>, ha detto Anton Gerashchenko.
<<Il tamburo lo batto assolutamente da solo, potete pensare quello
che vi pare. Ho detto quello che ho visto. Sulla gente che combatte nel
“Battaglione Vostok”, che considero il più forte del Donbass, non posso
confermare che queste persone siano pesantemente armate, che tra loro
ci siano dei militari russi, e che specialmente ci siano i ceceni di
Kadyrov eccetera. Li ho cercati perché, a differenza vostra, sono stato
in Cecenia 30 volte. Potete sorridere quanto vi pare, ma diversamente da
voi io là c'ero>>, ha sottolineato Franchetti.
È possibile ingannare un corrispondente di guerra come Mark Franchetti e
renderlo incapace di distinguere un combattente da una persona senza
un'esperienza militare? Giudicate voi: alle sue spalle c'è una
esperienza maturata in zone calde, è stato in Afghanistan ed in Iraq, ha
passato molti mesi in Cecenia pubblicando anche un'intervista a Shamil
Basayev. A Mosca Franchetti è entrato nel centro teatrale “Nord-Est”
tenuto in ostaggio ed ha comunicato con il leader dei terroristi, Mosvar
Barayev. Quando è diventato chiaro che Michael [recte Mark] Franchetti
non era un pivello, ed aveva l'esperienza del corrispondente di guerra,
nello studio televisivo hanno iniziato a metterlo alla berlina e ad
accusarlo di faziosità.
Un sedicente agente, anonimo e mascherato, si è inserito nella
conversazione affermando che tutti quelli che sono in guerra contro Kiev
sono alcoolizzati e drogati, con i quali non c'è niente da dire.
<<Si deve vergognare di aver mentito a tutti gli ucraini>>,
ha detto la persona mascherata che si faceva chiamare Odessa.
<<Perché mi dovrei vergognare? Ho raccontato quello che ho visto.
Vuole che racconti menzogne?>> ha risposto un Mark Franchetti
perplesso.
È noto che Mark Franchetti non ha mai avuto simpatie nei confronti della
Russia. Il giornalista britannico ha scritto numerosi articoli e
diretto diversi film causticamente critici verso la Russia. Nella sua
maniera caratteristica ha descritto il passaggio del “Battaglione
Vostok” attraverso il confine russo. Costretti da un'incursione aerea
sono fuggiti verso il territorio della Russia, dove non si aspettavano
un caldo benvenuto.
Il giornalista britannico scrive: <<L'America e l'Ucraina hanno
ripetutamente accusato il Cremlino di spalleggiare i separatisti e di
attraversare armati un confine “colabrodo”. Invece i russi ci hanno
rapidamente disarmati. I feriti sono stati portati all'ospedale. Gli
altri, inclusi noi, sono stati trasportati in un hangar dove abbiamo
passato una notte insonne, mentre venivamo interrogati dagli ufficiali
delle forze dell'ordine>>.
Dopo la trasmissione televisiva abbiamo contattato Mark Franchetti, che
ci ha detto che si rifiuta di parlare con i giornalisti russi ed
ucraini. Una cosa è certa: quanto detto e scritto da Franchetti non è
gradito al governo di Kiev e dai suoi sostenitori. Il giornalista
inglese ha rotto lo schema che prevede che la Russia sia il nemico, un
nemico a cui si possono addebitare tutti gli errori ed i crimini.
Traduzione dal russo di Davide Spagnoli