LA TRAPPOLA D’ORO DEL MAESTRO DI SCACCHI PUTIN
Le accuse dell’occidente verso Putin
tradizionalmente si basano sul fatto che lavorava nel KGB, e che perciò
sia crudele e immorale. Putin è colpevole di tutto, ma nessuno l’ha mai
accusato di mancanza d’intelligenza. Tutte le accuse contro quest’uomo
ne risaltano solo la capacità di pensiero analitico e come rapidamente
prenda decisioni politiche ed economiche chiare ed equilibrate. Spesso i
media occidentali confrontano questa capacità con l’abilità di un
grande maestro che partecipa a partite di scacchi simultanee. I recenti
sviluppi economici di Stati Uniti e occidente in generale, ci permettono
di concludere che qui la valutazione dei media occidentali della
personalità di Putin è perfetta. Nonostante le numerose segnalazioni dei
successi, nello stile di Fox News e CNN, oggi l’economia
occidentale, guidata dagli Stati Uniti, è caduta nella trappola di
Putin, la cui via d’uscita non viene vista da nessuno in occidente. E
quanto più l’occidente cerca di uscire da questa trappola, più
sprofonda.
Qual è la vera tragica situazione
dell’occidente e degli Stati Uniti? E perché tutti i media occidentali e
i principali economisti occidentali ne tacciono, come fosse un segreto
militare ben custodito? Cerchiamo di capire l’essenza degli eventi
economici attuali, nel contesto dell’economia, mettendo da parte
moralità, etica e geopolitica. Dopo aver compreso di aver fallito in
Ucraina, l’occidente, guidato dagli Stati Uniti, si proponeva di
distruggere l’economia russa con la riduzione del prezzo del petrolio e
del gas quali principali proventi dalle esportazioni del bilancio della
Russia e della ricostituzione delle riserve auree russe. Va notato che
il fallimento principale occidentale in Ucraina non è militare o
politico, ma il rifiuto di Putin di finanziare i piani occidentali per
l’Ucraina a carico della Federazione Russa. Ciò rende il piano
occidentale irrealizzabile nel futuro prossimo.
L’ultima volta, sotto la presidenza
Reagan, tali azioni occidentali per abbassare i prezzi del petrolio
ebbero ‘successo’ facendo crollare l’URSS. Ma la storia non si ripete
sempre. Questa volta le cose sono diverse per l’occidente. La risposta
di Putin verso l’occidente assomiglia agli scacchi e al judo, quando la potenza utilizzata dal nemico viene usata contro di esso ma a costi minimi per la forza e le risorse del difensore.
La vera politica di Putin non
è pubblica. Pertanto, la politica di Putin in gran parte si concentra
non sull’effetto, ma sull’efficienza. Pochissimi capiscono cosa fa Putin
oggi. E quasi nessuno capisce cosa farà in futuro. Non importa quanto
strano possa sembrare, ma oggi Putin vende petrolio e gas russi solo in
oro. Putin non lo grida ai quattro venti. E naturalmente accetta ancora
il dollaro come mezzo di pagamento, ma cambia immediatamente tutti i
dollari ottenuti dalla vendita di petrolio e gas con l’oro fisico!
Per capirlo è sufficiente osservare le
dinamiche della crescita delle riserve auree della Russia e confrontarle
con le entrate in valuta estera della Federazione Russa dovute alla
vendita di petrolio e gas nello stesso periodo. Inoltre, nel terzo
trimestre gli acquisti da parte della Russia di oro fisico sono i più
alti di tutti i tempi, a livelli record. Nel terzo trimestre di
quest’anno, la Russia aveva acquistato la quantità incredibile di 55
tonnellate di oro. Più delle banche centrali di tutti i Paesi del mondo
messi insieme (secondo i dati ufficiali)! In totale, le banche centrali
di tutti i Paesi del mondo hanno acquistato 93 tonnellate del metallo
prezioso nel terzo trimestre del 2014. Il 15° trimestre consecutivo di
acquisti netti di oro da parte delle banche centrali. Delle 93
tonnellate di oro acquistato dalle banche centrali di tutto il mondo, in
questo periodo, l’impressionante volume di 55 tonnellate acquistate
appartiene alla Russia.
Non molto tempo fa, scienziati inglesi
giunsero alla stessa conclusione, secondo l’indagine dell’US Geological
di pochi anni fa: l’Europa non potrà sopravvivere senza l’energia dalla
Russia. Tradotto dall’inglese in qualsiasi altra lingua, vuol dire: “Il
mondo non sopravviverà se petrolio e gas della Russia scompaiono
dall’approvvigionamento energetico globale”. Così, il mondo occidentale,
basato sull’egemonia dei petrodollari, si trova in una situazione
catastrofica non potendo sopravvivere senza petrolio e gas dalla Russia.
E la Russia è pronta a vendere petrolio e gas all’occidente solo in
cambio dell’oro!
La svolta del gioco di Putin è il
meccanismo della vendita di energia russa all’occidente solo con l’oro,
agendo indipendentemente dal fatto che l’occidente sia d’accordo o meno
nel pagare petrolio e gas russi con il suo oro artificialmente a buon
mercato. Perché la Russia, con un flusso regolare di dollari dalla
vendita di petrolio e gas, in ogni caso potrà convertirli in oro ai
prezzi attuali, depressi con ogni mezzo dall’occidente. Cioè al prezzo
dell’oro, artificialmente e meticolosamente abbassato varie volte da FED
e EFS, contro un dollaro dal potere d’acquisto artificialmente gonfiato
dalle manipolazioni nel mercato. Fatto interessante: la compressione
dei prezzi dell’oro da parte del reparto speciale del governo degli
Stati Uniti, l’ESF (Exchange Stabilization Fund), per stabilizzare il
dollaro, è una legge degli Stati Uniti.
Nel mondo finanziario è accettato come un fatto che l’oro sia l’anti-dollaro:
• Nel 1971, il presidente statunitense
Richard Nixon chiuse la ‘finestra d’oro’, ponendo fine al libero scambio
tra dollari e oro, garantito dagli Stati Uniti nel 1944 a Bretton
Woods.
• Nel 2014, il presidente russo Vladimir Putin ha riaperto la ‘finestra d’oro’, senza chiederne il permesso a Washington.
• Nel 2014, il presidente russo Vladimir Putin ha riaperto la ‘finestra d’oro’, senza chiederne il permesso a Washington.
In questo momento l’occidente spende gran
parte di sforzi e risorse nel comprimere i prezzi di oro e petrolio. In
tal modo, da un lato distorce la realtà economica esistente a favore
del dollaro statunitense e d’altra parte vuole distruggere l’economia
russa che si rifiuta di svolgere il ruolo di vassallo obbediente
dell’occidente. Risorse come oro e petrolio sono proporzionalmente
indebolite ed eccessivamente sottovalutate rispetto al dollaro USA;
conseguenza dell’enorme sforzo economico occidentale. E ora Putin vende
risorse energetiche russe in cambio di quei dollari artificialmente
gonfiati dagli sforzi occidentali, e con cui compra oro artificialmente
svalutato rispetto al dollaro USA dagli stessi sforzi occidentali!
C’è un altro elemento interessante nel
gioco di Putin. L’uranio russo. Una di ogni sei lampadine negli USA ne
dipende. La Russia lo vende agli Stati Uniti sempre in dollari. Così, in
cambio di petrolio, gas e uranio russi, l’occidente paga la Russia in
dollari, il cui potere di acquisto è artificialmente gonfiato verso
petrolio e oro dagli sforzi occidentali. Ma Putin usa questi dollari
solo per ritirare oro fisico dall’occidente dal prezzo denominato in
dollari USA e quindi artificialmente abbassato dallo stesso occidente.
Questa veramente geniale combinazione economica di Putin mette
l’occidente, guidato dagli Stati Uniti, nella posizione aggressiva e
diligente del serpente che divora la propria coda.
L’idea di questa trappola economica
dell’oro tesa all’occidente, probabilmente non è di Putin molto del
consigliere per gli affari economici, dottor Sergej Glazev. In caso
contrario, perché il dichiarato burocrate Glazev, insieme a molti uomini
d’affari russi, è stato incluso da Washington nella lista dei
sanzionati?
L’idea dell’economista dottor Glazev è
stata brillantemente attuata da Putin, con il pieno appoggio del collega
cinese Xi Jinping. Particolarmente interessante in questo contesto
sembra la dichiarazione a novembre della Prima Vicepresidentessa della
Banca centrale della Russia Ksenia Judaeva, che sottolineava come la BCR
può utilizzare l’oro delle sue riserve per pagare le importazioni, se
necessario. E’ ovvio che date le sanzioni occidentali, tale
dichiarazione sia destinata ai Paesi BRICS, e prima di tutto la Cina.
Per la Cina, la volontà della Russia di pagare le merci con l’oro
occidentale è molto conveniente. Ed ecco perché: la Cina ha recentemente
annunciato che cesserà di aumentare le riserve auree e valutarie
denominate in dollari USA.
Considerando il crescente deficit
commerciale tra Stati Uniti e Cina (la differenza attuale è cinque volte
a favore della Cina), questa dichiarazione tradotta dal linguaggio
finanziario, dice: “La Cina non vende più i suoi prodotti in cambio dei
dollari”. I media mondiali hanno scelto di non far notare questo storico
passaggio monetario. Il problema non è che la Cina si rifiuta
letteralmente di vendere i propri prodotti in dollari USA. La Cina,
ovviamente, continuerà ad accettare i dollari come mezzo di pagamento
intermedio per i propri prodotti. Ma appena presi se ne sbarazzerà
immediatamente, sostituendoli con qualcosa di diverso nella struttura
delle sue riserve auree e valutarie. In caso contrario, la dichiarazione
delle autorità monetarie della Cina non ha senso: “Fermiamo l’aumento delle nostre riserve auree e valutarie denominate in dollari USA“.
Cioè, la Cina non acquisterà più titoli del Tesoro degli Stati Uniti
con i dollari guadagnati dal commercio mondiale, come ha fatto finora.
Così, la Cina sostituirà i dollari che riceverà per i suoi prodotti non
solo dagli Stati Uniti ma da tutto il mondo, con qualcos’altro per non
aumentare le riserve valutarie in oro denominate in dollari USA.
E qui si pone una domanda interessante:
con cosa la Cina sostituirà i dollari guadagnati con il commercio? Con
quale valuta o bene? L’analisi dell’attuale politica monetaria della
Cina dimostra che molto probabilmente i dollari commerciali, o una parte
sostanziale, la Cina li sostituirà e di fatto li ha già sostituiti, con
l’oro fisico. Pertanto, il solitario delle relazioni russo-cinesi è un
grande successo di Mosca e Pechino.
La Russia acquista merce direttamente
dalla Cina con l’oro al prezzo attuale. Mentre la Cina compra risorse
energetiche russe con l’oro al prezzo attuale. In questo festival
russo-cinese della vita c’è un posto per ogni cosa: merci cinesi,
risorse energetiche russe e oro quale mezzo di pagamento reciproco. Solo
il dollaro non vi trova posto e non sorprende, perché il dollaro USA
non è un prodotto cinese, né una risorsa energetica russa. E’ solo uno
strumento finanziario intermedio di liquidazione, un intermediario
inutile. Ed è consuetudine escludere gli intermediari inutili
dall’interazione di due partner commerciali indipendenti.
Va notato che il mercato globale dell’oro
fisico è estremamente ristretto rispetto al mercato mondiale del
petrolio. E soprattutto il mercato mondiale dell’oro fisico è
microscopico rispetto alla totalità dei mercati mondiali di petrolio
gas, uranio e merci.
L’enfasi sulla frase “oro fisico” è fatta
perché in cambio delle sue risorse energetiche fisiche, non di ‘carta’,
la Russia ritira oro dall’occidente, ma solo nella sua forma fisica,
non di carta. Così anche la Cina, acquisendo oro fisico occidentale
artificialmente svalutato per pagare prodotti reali inviati
all’occidente.
Le speranze occidentali che Russia e Cina
accettino in pagamento per le loro risorse energetiche e beni
“shitcoin” o cosiddetto “oro cartaceo” di vario genere, non si sono
concretizzate. Russia e Cina sono interessate solo all’oro, metallo
fisico, come mezzo di pagamento finale. Per riferimento: il fatturato
del mercato dell’oro di carta, i futures sull’oro, è stimato a 360
miliardi di dollari al mese.
Ma le transizioni di oro fisico sono pari
solo a 280 milioni di dollari al mese. Il che rende il rapporto tra
commercio di oro di carta contro oro fisico, pari a 1000 a 1.
Utilizzando il meccanismo di recesso attivo dal mercato artificialmente
ribassato dall’attività finanziaria occidentale (oro) in cambio di un
altro artificialmente gonfiato dall’attività finanziaria occidentale
(USD), Putin ha così iniziato il conto alla rovescia della fine
dell’egemonia mondiale dei petrodollari. Così, Putin ha messo
l’occidente in una situazione di stallo priva di prospettive economiche
positive. L’occidente può usare la maggior parte dei suoi sforzi e
risorse per aumentare artificialmente il potere d’acquisto del dollaro,
ridurre artificialmente i prezzi del petrolio e il potere d’acquisto
dell’oro. Il problema dell’occidente è che le scorte di oro fisico in
suo possesso non sono illimitate.
Pertanto, più l’occidente svaluta
petrolio e oro contro dollaro statunitense, più velocemente svaluterà
l’oro dalle sue non infinite riserve. In questa combinazione economica
brillantemente interpretata da Putin, l’oro fisico dalle riserve
occidentali finisce rapidamente in Russia, Cina, Brasile, Kazakhstan e
India, Paesi BRICS. Al ritmo attuale di riduzione delle riserve di oro
fisico, l’occidente semplicemente non avrà tempo di fare nulla contro la
Russia di Putin, fino al crollo dei petrodollari mondiali occidentali.
Negli scacchi la situazione in cui Putin ha messo l’occidente, guidato
dagli Stati Uniti, si chiama “tempi bui”.
Il mondo occidentale non ha mai
affrontato eventi e fenomeni economici come quelli attuali. L’URSS
vendette rapidamente oro durante la caduta dei prezzi del petrolio. La
Russia acquista rapidamente oro durante la caduta dei prezzi del
petrolio. In tal modo, la Russia rappresenta una vera minaccia al
modello di dominio mondiale dei petrodollari statunitensi. Il principio
fondamentale del modello mondiale dei petrodollari permette che i Paesi
occidentali guidati dagli Stati Uniti vivano a spese del lavoro e delle
risorse di altri Paesi e popoli grazie al ruolo della moneta
statunitense, dominante nel sistema monetario globale (GMS). Il ruolo
del dollaro USA nel GMS è essere il mezzo ultimo di pagamento.
Ciò significa che la moneta nazionale
degli Stati Uniti, nella struttura del GMS, è l’ultimo bene di
accumulazione, e scambiarlo con qualsiasi altro bene non avrebbe senso.
Ciò che i Paesi BRICS, guidati da Russia e Cina, fanno ora è
effettivamente cambiare ruolo e status del dollaro nel sistema monetario
globale. Da ultimo mezzo di pagamento e costituzione del patrimonio, la
moneta nazionale degli Stati Uniti, nelle azioni congiunte di Mosca e
Pechino viene trasformato in un mero mezzo di pagamento intermedio,
destinato solo allo scambio con un’altra attività finanziaria ultima,
l’oro. Così, il dollaro USA in realtà perde il ruolo di mezzo ultimo di
pagamento e costituzione del patrimonio, cedendo entrambi i ruoli a un
altro riconosciuto, denazionalizzato e depoliticizzato patrimonio
monetario, l’oro.
Tradizionalmente, l’occidente utilizza
due metodi per eliminare la minaccia all’egemonia mondiale dei
petrodollari e ai conseguenti privilegi eccessivi occidentali. Uno di
tali metodi sono le rivoluzioni colorate. Il secondo metodo, di solito
applicato dall’occidente se il primo fallisce, sono le aggressioni
militari e i bombardamenti. Ma nel caso della Russia entrambi tali
metodi sono impossibili o inaccettabili per l’occidente. Perché, in
primo luogo, la popolazione della Russia, a differenza dei popoli di
molti altri Paesi, non ha intenzione di scambiare la propria libertà e
il futuro dei propri figli per salsicce occidentali. Questo è evidente
dal supporto record per Putin, regolarmente pubblicato dalle principali
agenzie di sondaggi occidentali.
L’amicizia personale del protetto di
Washington Navalnij con il senatore McCain è negativa per lui e
Washington. Dopo aver appreso questo fatto dai media, il 98% della
popolazione russa ora vede Navalnij solo come un vassallo di Washington e
traditore degli interessi nazionali della Russia. Pertanto i
professionisti occidentali, che non hanno ancora perso la testa, non
possono sognarsi una qualche rivoluzione colorata in Russia. Sul secondo
metodo tradizionale occidentale di aggressione militare diretta, la
Russia non è certamente la Jugoslavia, l’Iraq o la Libia. In ogni
operazione militare non nucleare contro la Russia, sul territorio della
Russia, l’occidente guidato dagli Stati Uniti è destinato alla
sconfitta. E i generali del Pentagono che guidano le forze della NATO ne
sono consapevoli. Sarebbe egualmente senza speranza una guerra nucleare
contro la Russia, con il concetto del cosiddetto “attacco nucleare
disarmante preventivo”.
La NATO non solo tecnicamente non può
infliggere il colpo che disarmerebbe completamente la Russia del
potenziale nucleare, in tutte i molteplici aspetti, ma il massiccio
attacco di rappresaglia nucleare contro il nemico o gruppo di nemici
sarebbe inevitabile. E la sua potenza sarà sufficiente affinché i
sopravvissuti invidino i morti. Cioè, una guerra nucleare con un Paese
come la Russia non è la soluzione al problema incombente del crollo dei
petrodollari mondiali. Nel migliore dei casi, sarebbe la conclusione
finale della Storia. Nel peggiore dei casi, l’inverno nucleare e la fine
della vita sul pianeta, fatta eccezione per i batteri mutati dalle
radiazioni.
La struttura economica occidentale può
vedere e capire l’essenza della situazione. I principali economisti
occidentali sono certamente consapevoli della gravità della situazione e
della situazione disperata in cui si trova l’occidente, caduto nella
trappola economica dell’oro di Putin. Dopo tutto, dagli accordi di
Bretton Woods conosciamo la regola d’oro: “Chi ha l’oro detta le
regole”, ma in occidente stanno zitti. Sono silenziosi perché nessuno sa
come uscire da tale situazione. Se si spiegano al pubblico occidentale i
dettagli del disastro economico incombente, porrà ai sostenitori dei
petrodollari mondiali le domande peggiori, come:
– Per quanto l’occidente potrà acquistare petrolio e gas dalla Russia in cambio di oro fisico?
E cosa accadrà ai petrodollari degli
Stati Uniti quando l’occidente esaurirà l’oro fisico per pagare
petrolio, gas e uranio russi e le merci cinesi?
Nessuno in occidente oggi può rispondere a queste semplici domande.Ciò si chiama “Scacco matto”, signore e signori. Il gioco è finito.