involuzione

involuzione
Poche cose abbiamo imparato dalla storia all'infuori di questa: che le idee si condensano in un sistema di ortodossia, i poteri in una forma gerarchica e che ciò che può ridare vita al corpo sociale irrigidito è soltanto l'alito della libertà, con la quale intendo quella irrequietezza dello spirito, quell'insofferenza dell'ordine stabilito, quell'aborrimento di ogni conformismo che richiede spregiudicatezza mentale ed energia di carattere.
Io sono convinto che se non avessimo imparato dal marxismo a vedere la storia dal punto di vista degli oppressi, guadagnando una nuova immensa prospettiva sul mondo umano, non ci saremmo salvati. O avremmo cercato riparo nell'isola della nostra interiorità o ci saremmo messi al servizio dei vecchi padroni. Ma tra coloro che si sono salvati, solo alcuni hanno tratto in salvo un piccolo bagaglio dove, prima di buttarsi in mare, avevano deposto, per custodirli, i frutti più sani della tradizione intellettuale europea: l'inquietudine della ricerca, il pungolo del dubbio, la volontà del dialogo, lo spirito critico, la misura nel giudicare, lo scrupolo filologico, il senso della complessità delle cose.
Norberto Bobbio

sabato 31 maggio 2014

LA PAGINA FACEBOOK DEI VOLONTARI ANTIFASCISTI DI UCRAINA


DI FRONTE ALLA DISINFORMAZIONE CONTINUA E MARTELLANTE PROPONIAMO CHE DA ORA IN AVANTI I COMBATTENTI DEL SUD EST DELL'UCRAINA VENGANO CHIAMATI SEMPRE CON IL LORO NOME "VOLONTARI ANTIFASCISTI", E NON PIU' SEPARATISTI, FILORUSSI, RUSSOFONI O ALTRE DEFINIZIONI DEGNE DELLE PROPAGANDA FASCISTA.

A QUESTO PROPOSITO VI SEGNALIAMO E VI INVITIAMO A SEGUIRE LE NOTIZIE DELLA LOTTA ANTIFASCISTA IN UCRAINA DIRETTAMENTE DA CHI LOTTA IN PRIMA LINEA.

mercoledì 28 maggio 2014





A cura di Q-Generation
Se estendiamo l’illimitata tolleranza, anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante, contro l’attacco degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi.
(Paradosso della tolleranza, K.Popper)
Domani, nella sede del Consiglio Regionale, la V Commissione Sanità metterà in discussione l’emendamento promosso dal presidente Padrin (Forza Italia), che prevede l’ingresso nelle strutture dei volontari con spazi a loro  disposizione. Un “capolavoro antidemocratico” che, tradotto in pratica, consentirà ai movimenti e alle associazioni contrarie all’aborto di interferire in maniera ancora più invadente, irrispettosa e nulla affatto laica sui diritti etici delle persone, diffondendo e divulgando la propria informazione di parte, fondata su folli assunti moralistici e medioevali.
Il 27 luglio 2012 era stata approvata la legge regionale del Veneto n.27 “Disciplinare le iniziative di promozione dei diritti etici e della vita nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie”. Il 25 marzo 2014 la Giunta Regionale ha proposto il regolamento regionale riguardo le disposizioni attuative alla competente Commissione Consiliare per il parere.
Il progetto della Giunta Regionale (che qualcuno pensava di migliorare inserendo il concetto di "pluralismo") di per sè rappresentava un escamotage, pur tentando vanamente di porre alcuni limiti all’incubo dell’onnipresenza e dell’onnipotenza dei millantatori che si sono autoeletti come messaggeri “divini”: cioè non dovrebbero essere concesse possibilità ai vari membri delle associazioni “prolife” di interloquire con l’utenza della struttura sanitaria (pubblica e laica, val la pena risottolinearlo!) ed il materiale informativo esposto dovrebbe essere a supervisione e discrezione del personale.
Già questo, non era risolutivo né garantiva giustizia e serenità, poiché, ammesso che siano rispettati questi punti, comunque è inevitabile la pressione psicologica, ed evidente è  il segno che si vuol dare pregando con grandi croci e grandi cartelli con feti morti davanti all’ospedale! Così come il potere corrotto di questi integralisti riesce ugualmente ad accaparrarsi spazi che di certo non gli appartengono, grazie ad una sostanziale cornice di acquiescenza. Solo laddove i movimenti hanno protestato manifestando dissenso e rivendicando autodeterminazione e libertà di scelta, solo laddove i movimenti si sono frapposti alzando la propria voce, si è ottenuto un confinamento e un ridimensionamento (in alcuni casi l’estinzione) di tale fenomeno di “colonizzazione” becera e inquietante.
Oggi però si pone il problema di chi, d’altra parte, rema contro i diritti, e sostiene, convenientemente per sé, un sistema di controllo dei corpi basato su un potere politico sovrapponibile a quello economico. Padrin, in parole povere, elimina il Comma 3 dell’art. 5 sul divieto per i volontari di interloquire con le/gli utenti e apre spazi appositi alle associazioni nei punti di accesso principali delle strutture sanitarie per poter propagandare al meglio la loro dottrina!
Qui stiamo parlando di un vero e proprio pericolo, mentre è sempre più urgente preservare l’ambito dei diritti etici, conferendogli indipendenza rispetto a qualunque moralismo ed intento di disciplinamento e dominio: anzi, la sospensione del giudizio e la mitezza delle norme in merito alle scelte personali, soggettive e riservate delle persone rappresentano una risposta da sollecitare in maniera sempre più ampia e calibrata ai fabbisogni e ai desideri di tutte/i.
Q-Generation, come collettivo e ambito d’intervento sulle questioni di genere, che lotta all’interno dei movimenti sociali, condividendone obiettivi e pratiche, rifiuta l’ingiustificabile invadenza in luoghi pubblici di tali forze politiche e religiose. Altresì non tolleriamo l’ipocrisia di altre realtà politiche di partito, che prendono parola inveendo circa l’inaccettabilità dell’ emendamento, nel paradosso di essere anche i corresponsabili della bocciatura della Risoluzione Estrela, per fare solo un esempio, che avrebbe garantito l’aborto come diritto umano (se il testo fosse stato approvato, gli Stati membri dell’Unione Europea sarebbero stati fortemente invitati a garantire a tutti, anche giovanissimi, aborto senza consenso dei genitori, contraccezione, fecondazione assistita, rieducazione degli insegnanti, corsi obbligatori a scuola sull’identità di genere e contro la discriminazione delle persone LGBTI).
In difesa della libertà e della dignità di ogni soggetto, per l’uguaglianza dei diritti, per un welfare in grado di garantire l’accesso ai servizi ed una sicurezza basata sul reddito, sulla giustizia sociale e sulla possibilità di una vita piena e felice, noi continueremo a prendere posizione: il pluralismo di voci dentro gli ospedali è un inganno che continua a proporre, legittimandola, una visione delle persone e dei loro corpi che come dei burattini possono essere manovrati dall’alto.
Questo allora è un delicato terreno di conflitto, in cui certamente agiremo senza essere disposte/i ad essere tolleranti con gli intolleranti.

FONTE