Al recente convegno dei "veri democratici" Rosy Bindi ha dichiarato che
il primo impegno del prossimo governo di centrosinistra dovrà essere una
legge sul conflitto di interessi. Regolare la materia costituirebbe in
effetti una pietra tombale per il berlusconismo, ma se nessuno dei due
governi di centrosinistra succedutisi nell'arco di questi ultimi
quindici anni ha mai neppure provato ad abbozzare una legge in tal
senso, ci sarà pure un motivo.
Berlusconi ha costituito certamente l'esasperazione e la caricatura del
conflitto di interessi, cioè della coesistenza nello stesso soggetto di
interessi legalmente incompatibili. Ma una legge che colpisse
Berlusconi in tal senso, avrebbe rischiato di coinvolgere Romano Prodi,
noto anch'egli per un suo personale conflitto di interessi, cioè la sua
posizione di consulente per la multinazionale finanziaria Goldman Sachs.
Si tratta della stessa situazione di incompatibilità che riguarda oggi
anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta,
consulente della Goldman Sachs dal 2007, un dato che però l'opposizione
di centro sinistra si è ben guardata dal sottolineare. Questo silenzio
non doveva servire a proteggere soltanto Prodi, ma anche il governatore
della Banca d'Italia, Mario Draghi, e persino il successore in pectore
di Berlusconi, cioè l'ex commissario europeo Mario Monti, tutti e due,
manco a dirlo, legati a Goldman Sachs.[1]
C'è poi il conflitto d'interessi "a posteriori", per il quale esponenti
della politica, non appena usciti di scena vanno ad occupare poltrone in
multinazionali del credito, come è capitato all'ex Presidente del
Consiglio Giuliano Amato, attualmente senior advisor di Deutsche Bank,
nella quale Amato è stato accolto nel 2010, con sperticate dichiarazioni
di elogio da parte dell'amministratore delegato della multinazionale,
Josef Ackermann.[2]
Il macroscopico e plateale conflitto di interessi di Berlusconi è sinora
servito a mettere in ombra queste ed altre situazioni di
incompatibilità.
Non c'è quindi da sorprendersi che la lettera del presidente della Banca
Centrale Europea, Trichet, che, oltre ai contenuti criminosi, di fatto
delegittimava la funzione del ceto politico, non sia stata oggetto di
reazioni indignate, semmai di approvazioni codine. Gli esponenti del
ceto politico affidano infatti le loro speranze di carriera alla
cooptazione in qualche gruppo dirigente di multinazionali finanziarie;
ed anche un Enrico Letta spera evidentemente di seguire lo zio Gianni in
Goldman Sachs.
Eppure di recente nientemeno che il "Wall Street Journal" è arrivato ad
occuparsi delle numerose situazioni di conflitto di interessi in cui
Goldman Sachs è implicata. Secondo il "Wall Street Journal", Goldman
Sachs consiglia ai suoi investitori di speculare nei confronti del
debito pubblico spagnolo, e ciò nello stesso momento in cui svolge i
suoi servizi di consulenza finanziaria presso il governo della Spagna.
La notizia ha riscosso un po' di attenzione anche sulla stampa
nostrana.[3]
Il sito della Borsa italiana nello scorso luglio si è a sua volta
interessato dei conflitti di interessi che riguardano il Fondo Monetario
Internazionale, nel quale ha militato anche Trichet. Nel FMI le
carriere dei dirigenti sono contrassegnate dalla provenienza da
multinazionali del credito, tanto che si è cominciato ad insinuare il
sospetto che le politiche di "sviluppo" (cioè di privatizzazioni) che il
FMI impone ai Paesi con cui entra in relazione, vadano in realtà a
vantaggio di quelle stesse multinazionali, soprattutto Goldman Sachs e
JP Morgan. Guarda un po', ma chi l'avrebbe mai immaginato.[4]
Che la stampa specializzata in finanza cominci ad accennare alle
questioni dei conflitti di interesse, in sé non è sorprendente, poiché
si tratta di informazione rivolta al settore intermedio degli affari,
che ha le sue possibilità di verificare l'attendibilità delle dritte,
perciò può essere ingannato solo sino ad un certo punto.
Ciò non vale per la normale opinione pubblica, a cui si possono
propinare le dichiarazioni dei banchieri come se fossero veri e propri
vaticini. Lo scorso 20 dicembre arrivò in soccorso del già boccheggiante
Berlusconi addirittura una dichiarazione ottimistica del dirigente
supremo della JP Morgan, la più grande banca del mondo. Il regalo
natalizio per il governo fu recapitato di persona dal presidente e
amministratore delegato della JP Morgan, James Dillon, che deve molto
del suo prestigio personale al fatto di avere un nome da sceriffo più
che da banchiere. Dillon affermò con sicurezza che l'Italia non era
stata risucchiata dalla crisi del debito e che contribuiva più di altri
Paesi alla ripresa economica europea.
Ciò smentisce la storia che Berlusconi sarebbe stato solo lui, contro il
mondo, a negare l'aggravarsi della recessione in Italia, ma congeda,
nel contempo, anche la fiaba complementare di un Berlusconi in conflitto
coi "poteri forti" sovranazionali, ai quali invece, in questa fase di
turbolenza, fa gioco la sua inconsistenza politica ed umana, che
allontana il rischio di sorprese.[5]
Poche settimane prima del regalo natalizio al suo fantoccio Berlusconi,
il capo di JP Morgan aveva concesso un'intervista ad "Il Sole-24 ore" in
cui aveva rassicurato gli Stati europei circa la volontà delle banche
internazionali di non speculare sul loro debito (che disarmante
sincerità!). Dopo aver ipocritamente rassicurato circa i pericoli di un
default degli Stati europei, Dillon si era poi dedicato al suo argomento
preferito, cioè l'emergenza previdenziale, cioè il rischio di un
default del sistema pensionistico. Insomma, mentre ti allento (per il
momento) il timore di un default, però te ne prospetto immediatamente un
altro, giusto per continuare a tenerti sulla corda.[6]
Il motivo di tanta umana partecipazione alla sorte dei pensionati è
forse dovuta al fatto che JP Morgan si è lanciata da tempo in questo
settore, nell'ambito di un piano di privatizzazione del sistema
pensionistico a livello mondiale; cosa che spiega anche perché i media
abbiano trasformato l'emergenza previdenziale in un dogma sociale di cui
non è ammesso dubitare.[7]
I banchieri costituiscono una categoria sicuramente odiata, ma ciò non
toglie che detengano l'assoluta egemonia sul piano ideologico. Come
tutte le caste sacerdotali che li hanno preceduti, anche i banchieri
alimentano i propri privilegi agitando la paura del "default", un
termine che può essere tradotto in molti modi, tra cui "mancanza".
Molte antiche caste sacerdotali, non solo quelle dei Maya e degli
Aztechi, fondavano il proprio ruolo sul mito catastrofico
dell'esaurimento del sole. Per impedire che il sole venisse a mancare, i
sacerdoti imponevano sacrifici umani per rigenerare con il sangue la
sua energia in via di esaurimento. C'è qualcosa che somiglia vagamente
alla cronaca di questi anni. Il vantaggio che gli antichi avevano sui
moderni, è che gli antichi non si illudevano di essere moderni.
Le pensioni non sono neppure l'unico business "povero" a cui JP Morgan è
interessata, dato che oggi questa multinazionale finanziaria trae gran
parte dei suoi profitti dalla gestione privata di un servizio pubblico
come i buoni pasto per gli indigenti.
Gli indigenti ormai sono milioni, quindi ecco servita per le banche una
miniera, questa sì inesauribile, da sfruttare per i prossimi decenni.[8]
L'assistenza per i poveri si rivela in realtà come un assistenzialismo
per i ricchi. Se la miseria per le banche è un business, anzi il più
grosso dei business, c'è parecchio da dubitare che le stesse banche
siano effettivamente interessate al superamento della recessione.
FONTE
[1] http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/03/06/prodi-con-goldman-sachs-fara-anche-il.html
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2007/06/letta-goldman.shtml?uuid=909fc446-1d74-11dc-ab9f-0000e251029&DocRulesView=Libero
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/12/14/mario-monti-advisor-di-goldman-sachs.html
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www2.goldmansachs.com/
[2] http://www.db.com/italia/en/content/917.html
[3] http://www.achab50.it/article-le-profezie-che-si-auto-realizzano-godman-ribassista-sull-euro-83379480.html
[4]
http://www.borsaitaliana.it/notizie/speciali/fondo-monetario-internazionale/crisi-finanziarie/fmi-finanza-globale/fmi-interlocutori-e-limiti-di-un-player-globale2.htm
[5] http://www.blitzquotidiano.it/economia/crisi-jpmorgan-italia-crisi-debito-687048/
[6] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-12-03/dimon-senso-fallire-stati-063544.shtml
[7] http://www.soldionline.it/notizie/obbligazioni-italia/fondi-pensione-a-jp-morgan-altri-due-mandati-per-servizi-di-custodia
[8]
http://translate.google.it/translate?hl=it&langpair=en%7Cit&u=http://www.jpmorgan.com/tss/General/J_P_Morgan_Helps_Deliver_Early_Food_Stamps_Benefits_to_/1159375798116
http://www.youtube.com/watch?v=3lA016FzmYg
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