FONTE
Come se non bastasse è già pronta la
campagna mediatica, dei soliti giornali del giustizialismo, contro i
vertici manageriali delle società energetiche, che ora rappresentano
proprio la controparte negoziale dei francesi. Ma poi, sono davvero
strane quelle inchieste della magistratura contro Ministri e personaggi
politici ora impegnati in importanti negoziati. Se esistono i segreti
della 'casta', esisteranno anche quelli degli intoccabili 'magistrati e
giudici' che secretano le caste. La valanga della Green economy si sta
abbattendo sul nostro paese,che lascerà un dito in bocca ai grani
filantropi, benefattori del made Italy. Canta la Mercegaglia, che del
business con i soldi pubblici ne fa un'arte, un gioco di sigle, solo per
foraggiare i cosiddetti imprenditori delle cartiere. E così mentre i
francesi sottobanco trattano, i nostri cercano fantomatici nemici
wahhabiti, e neanche si accorgono che il vero nemico ha già sferrato la
guerriglia
Roma - L'intelligence economica
francese sta cercando di sabotare i piani energetici dell'Italia,
cercando di scavalcare ogni controparte italiana nei progetti comuni. Un
obiettivo divenuto evidente con l'aggressione della Libia, che è
sfociata inevitabilmente nella corsa all'accaparramento di contratti
petroliferi e rapporti privilegiati con Tripoli che prima di allora
appartenevano all'Eni. La sua azione è molto aggressiva, fomentata dalla
pazzia di Sarkozy, ormai messo alle strette dalla minaccia di default,
perchè i soldi per bombardare prima o poi finiranno. La Francia si
prepara così ad entrare nei Balcani grazie per subentrare e appropriarsi
dei contratti concordati dalle aziende italiane. Il primo bersaglio è
la Serbia, oggi sempre più debole, asserragliata dalla crisi del Kosovo,
dalle minacce del Sangiaccato e dagli ultimatum di Bruxelles per la
candidatura e la data per l'adesione all'UE.
Dalla loro parte hanno 'balance' da
offrire a Belgrado: contratti per lavori in Libia, strada spianata
dell'UE e riconferma dei contratti francesi sul mercato serbo. In cambio
vogliono mettere le mani sull'energia italiana, a cominciare proprio
dall'Edison, che da sola vuol dire accordi per centrali elettriche in
Serbia, ma anche per il gas russo di Promgas. La EDF, dopo aver
'mangiato' la quota italiana nel progetto Gazprom, salta i convenevoli e
convoca a Parigi i capi della Elektropriveda Srbije. Lasciando ad
intendere che l'affare di Edison è 'cosa fatta' , conferma la
partnership aperta dalla dirigenza italiana, e rilancia investimenti
nella rete elettrica, esponendosi sino a proporre l'assorbimento della
società serba nel gigante francese. I serbi per il momento dicono 'no
grazie' alla privatizzazone di EPS, ma a questo punto tutto può essere
rimesso in discussione, a cominciare da quegli accordi conquistati dagli
italiani dietro una 'stretta di mano politica' e fuori dai tender, per
finire poi nel famoso "progetto di interconnessione della rete italiana a
quella balcanica".
Il fatto che sia un piano sostenuto di
principio della Comunità Europea, non significa che sarà esente dalla
scure della burocrazia europea, che ha già sguinzagliato i suoi
ispettori negli uffici delle società energetiche per verificare il
rispetto delle direttive. Forse bisogns insistere di più su Edison e non
dare forfet, perchè dopo il primo segno di debolezza, si aprirà il vaso
di Pandora delle inchieste per la trasparenza. Sarebbe questo il
momento giusto che i nostri ambasciatori si esponessero per riconfermare
quei famosi accordi strategici, ma dopo l'annullamento del vertice
intergovernativo Roma-Belgrado, la sola Italia che conosce la Serbia è
la Fiat, mentre Seci-Maccaferri è un'impresa che promette, come tante
hanno fatto. La diplomazia italiana non è in grado di risollevarsi, e
neanche di proporre alternative, perché da anni le nostre Agenzie di
stampa che non fanno altro che prendere contributi pubblici e fare un
copia incolla. Esperti di 'macellai balcanici', analisti del formaggio
di Livno, medagliati e carrieristi, false promozioni per false storie in
una falsa diplomazia. Tutto si riduce a business affaristici che usano
soldi pubblici per poi rivendere a privati.
Nessun commento:
Posta un commento