Il coordinatore dei Verdi ticinesi Sergio Savoia
ha più volte tentato di ridicolizzare i comunisti ticinesi perché,
secondo lui, si potevano riunire in una cabina telefonica. L’ultimo
Congresso del Partito Comunista a Bellinzona, domenica 10 novembre,
però, ha smentito il capo degli ecologisti: la partecipazione di un
centinaio di persone all’assise dei comunisti ha superato l’ultima
Assemblea del partito di Savoia a Lugano in quanto a numero di presenze,
e si trattava di decidere lo storico cambio di strategia (abbandono
dell’area progressista e dell’ecologismo classico), mica un ritrovo come
un altro. Ecco che il leader maximo dei Verdi ha così dovuto
trovare un altro tema per attaccare i comunisti: poteva scegliere una
miriade di luoghi comuni che vanno dallo “stalinismo” al “brigatismo” e
accusare i comunisti ticinesi di ogni male, ma alla fine la scelta di
Savoia è finita sulla …Corea del Nord.
Dall’estero si guarda ai comunisti ticinesi
Scorcio della sala. I diplomatici coreani fra il pubblico.
Oltre al numero di presenti, anche l’attenzione internazionale venutasi a creare per il Partito guidato da Massimiliano Ay non poteva lasciare indifferenti: la deputata e vicepresidente della Linke tedesca Sarah Wagenknecht ha scritto una lunga lettera di saluto ai delegati e lo stesso ha fatto l’ex-Ministro della giustizia italiano Oliviero Diliberto. Il Comitato Centrale del Partito dei Comunisti Italiani (PdCI) ha poi inviato una delegazione sul posto guidata da Aurelio Tedesco e addirittura da Ankara si è spostato il Segretario all’internazionale del Partito dei Lavoratori (IP) di Turchia Yunus Soner,
che di recente aveva incontrato i vertici dell’importante Partito
Comunista della Federazione Russa (PCFR) ed è stato tra i protagonisti
delle recenti rivolte in Turchia. Direttamente da Teramo è arrivato poi Maurizio Nocera
del Centro Gramsci di Educazione e anche il Presidente dei comunisti
boemi e moravi (KSCM) usciti vittoriosi alle ultime elezioni e che
probabilmente entreranno nel governo della Repubblica Ceca, Vojtěch Filip, ha voluto salutare il Congresso di Bellinzona.
Da tutto il mondo molte organizzazioni
hanno spedito messaggi di saluto ai comunisti ticinesi, un unicum nel
panorama politico del nostro Paese. Non si tratta però, come si potrebbe
pensare, solo di messaggi augurali pro-forma: spesso dall’estero si
esplicita l’alto livello di analisi economica e politica del partito
svizzeroitaliano: non è un mistero, infatti, che i comunisti ticinesi
stanno sviluppando una serie di competenze nell’ambito finanziario con
lo studio sul capitale fittizio e nell’ambito della cooperazione
internazionale con i paesi dei cosiddetti BRICS. Di recente è giunto in
Svizzera anche il Segretario generale della Federazione Sindacale
Mondiale (FSM) George Mavrikos per incontrare proprio una
delegazione del PC e stabilire forme di collaborazione presso l’agenzia
ONU per i diritti sindacali di Ginevra.
Mattia Tagliaferri, Presidente
del giorno durante il Congresso, lo aveva affermato chiaramente in
plenaria: “sono qui con noi oggi ospiti ticinesi e non, che arrivano da
vari paesi, e che – se sommati alle varie lettere di saluti e di auguri
che ci sono giunte in questi giorni – vanno a coprire quasi tutti i
continenti. Approfitto quindi per ringraziare le delegazioni presenti
oggi a Bellinzona, la cui presenza deve farci capire che – nonostante le
molte difficoltà – il Partito Comunista sta portando avanti un progetto
politico serio e stimato anche fuori dai nostri confini”.
Coesistenza pacifica e multipolarismo
Sergio
Savoia avrebbe potuto benissimo snobbare tutto questo: in fin dei conti
i comunisti ai suoi occhi dovrebbero essere solo un gruppetto
marginale. E invece ha preso carta e penna (si fa per dire) e ha scritto
un articolo sul suo blog (ripreso – guarda caso – dal portale leghista
MattinoOnline)
attaccando il PC di voler imporre in Svizzera il sistema nordcoreano.
Strano: nella relazione politica al Congresso comunista si è parlato di
sviluppare il socialismo in modo creativo, adatto alla realtà svizzera
del 21° secolo e rifiutando modelli esterni, né quello cubano, né quello
cinese, né tantomeno quello coreano. Ma a Savoia piace sparare sentenze
senza nemmeno sapere di cosa parla, evidentemente, il tutto per
attirare l’attenzione mediatica su di sé.
Fra i presenti al Congresso di
Bellinzona vi era effettivamente una rappresentanza dell’Ambasciata
della Repubblica Popolare Democratica di Corea; Massimiliano Ay,
segretario del PC, lo conferma: “il mio Partito intrattiene relazioni
internazionali con centinaia di organizzazioni e paesi, comunisti e non.
Domenica scorsa c’erano i diplomatici coreani e abbiamo ricevuto
messaggi di saluto anche da altri paesi, ad esempio il console onorario
del Laos e l’ambasciatore del Venezuela, entrambi paesi socialisti”. Ma
che relazioni vi sono con la Corea del Nord? E’ sempre Ay a rispondere:
“normali contatti basati sull’indipendenza reciproca, siamo
internazionalisti e ambiamo all’amicizia fra i popoli: il mio Partito dà
il suo piccolo contributo a favore della coesistenza pacifica in un
mondo multipolare, così come la Confederazione garantisce la sicurezza
fra le due Coree, per questo vogliamo dialogare con tutti, anche coi
coreani, che peraltro hanno stima del nostro Paese, della neutralità e
del federalismo. La Corea è inoltre un paese perennemente sotto attacco
dall’intero Occidente a causa di un pesantissimo embargo economico che
ne impedisce un adeguato sviluppo”.
Il rappresentante NO TAV
E sulla polemica scatenata da Savoia?
“Peccato che Sergio faccia polemica sterile quando si potrebbe
collaborare assieme: al nostro Congresso c’erano anche degli esponenti
del Movimento NO TAV della Val di Susa che lottano contro le grandi
opere che stanno distruggendo la loro regione, dai quali noi non
possiamo che prendere esempio, soprattutto per quel che vuol dire fare
politica con l’obiettivo di salvaguardare il proprio territorio e
creando un legame tra lo stesso e la popolazione. Inoltre abbiamo votato
due risoluzioni perfettamente ecologiste che Sergio dovrebbe apprezzare
invece di fare il settario solo per tentare di screditarci e proseguire
il suo allontanamento dalla sinistra”.
Una strategia, la svolta a destra, de I
Verdi, che mira probabilmente a raccogliere voti immediataamente
nell’area leghista – oggi in subbuglio per la scomparsa di Giuliano Bignasca
– rinunciando a qualsiasi tipo d’analisi. I comunisti, al contrario,
non vi hanno rinunciato: il Congresso da poco concluso lo ha dimostrato
chiaramente. I marxisti, soprattutto oggi, non possono che giungere a
concludere che il tema dell’ecologia va inserito in un più generale
contesto di critica al sistema produttivo, intrinsecamente portato allo
sfruttamento della natura (e naturalmente dell’uomo sull’uomo). Soltanto
una politica anti-capitalista può davvero dirsi un progresso rispetto
ai temi ecologisti e questo, peraltro – piaccia o meno – in Corea lo
sanno bene, ma Savoia ha evidentemente altro a cui pensare.