Nella ridda di accuse e smentite filtrate attraverso le ambiguità
della propaganda che accompagna tutte le guerre, occorre chiedersi cui prodest? Chi si avvantaggia all’uso di armi chimiche nel conflitto civile siriano?
Non il regime di Assad, che si è dotato in passato di un poderoso arsenale chimico per bilanciare le testate nucleari israeliane contro le quali l’unico deterrente praticabile per Damasco era riposto nella capacità di colpire lo Stato Ebraico con un gran numero di missili e razzi dotati di testata chimica.
Nelle operazioni a bassa intensità che caratterizzano la guerra civile siriana l’uso di queste armi non ha alcun senso tattico poichè miliziani e civili vengono agevolmente soppressi con ordigni convenzionali che, a quanto pare, inorridiscono meno degli aggressivi chimici l’opinione pubblica occidentale. Come se la vita di un bambino dilaniato dalle schegge di una granata ad alto esplosivo valesse meno di quella di un bambino ucciso dal Sarin.
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Non il regime di Assad, che si è dotato in passato di un poderoso arsenale chimico per bilanciare le testate nucleari israeliane contro le quali l’unico deterrente praticabile per Damasco era riposto nella capacità di colpire lo Stato Ebraico con un gran numero di missili e razzi dotati di testata chimica.
Nelle operazioni a bassa intensità che caratterizzano la guerra civile siriana l’uso di queste armi non ha alcun senso tattico poichè miliziani e civili vengono agevolmente soppressi con ordigni convenzionali che, a quanto pare, inorridiscono meno degli aggressivi chimici l’opinione pubblica occidentale. Come se la vita di un bambino dilaniato dalle schegge di una granata ad alto esplosivo valesse meno di quella di un bambino ucciso dal Sarin.
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