da l'interferenza di
Stefano Zecchinelli
La visita in Italia dei rabbini Neturei Karta mi dà la possibilità di ritornare sul tema dell’opposizione giudaica al sionismo. Oltre alla critica al nazionalismo ebraico esiste una forte opposizione di matrice religiosa all’imperialismo israeliano che merita d’essere approfondita.
L’opposizione dei NKI al sionismo si articola su vari livelli:
- L’ideologia sionista, che a detta di Rabbi Weiss è una ‘’ideologia diabolica’’, ha snaturato l’ebraismo trasformandolo da religione e spiritualità a nazionalismo e materialismo.
- Il sionismo si è macchiato di numerosi crimini nel trattamento del popolo palestinese cacciato via dalle sue terre. Si tratta d’una forma, storicamente inedita, di colonialismo d’insediamento. Lo storico Ilan Pappe ha ragione: Israele è una prigione a cielo aperto per i palestinesi.
- Secondo i Neturei Karta, l’Onnipotente ha proibito di ricreare una nazionalità israelita durante l’esilio (si riferisce sicuramente alla Diaspora ebraica) da Lui ordinato.
- La creazione di uno Stato in Palestina nega – colpa gravissima – la natura divina della Diaspora ebraica e cerca di porre rimedio ad una condizione spirituale con mezzi materiali.
- Il sionismo ha irriso l’Onnipotente, i rabbini ortodossi in Israele vengono malmenati ed arrestati quindi questa ‘’ideologia diabolica’’ ha dedicato molte energie nello sradicamento della fede ebraica.
Chiaramente ci troviamo davanti ad un movimento religioso che dà per buono ciò che viene scritto nella Bibbia ebraica – di cui il Corano è una, meglio articolata, rilettura araba – testo per molti aspetti controverso. Lo storico israeliano Shlomo Sand esclude l’esistenza storica del Regno d’Israele – non esistono reperti archeologici che ne attestano l’esistenza – mettendo in discussione il pilastro teologico del giudaismo: la Diaspora. Non è nemmeno chiaro come si pone questo lodevole movimento nei confronti dei passi più equivoci della Bibbia ma questa critica potrebbe benissimo essere estesa ai cristiani ed ai musulmani, fermo restando che, esclusi i NKI, il giudaismo, antichissima religione monoteistica (insieme allo zoroastrismo) ha elementi ‘’tribali’’ maggiormente accentuati e non soggetti, nemmeno di recente, a revisione. Forse l’universalismo religioso dei NKI è, in ultimissima istanza, un tentativo di salvare il giudaismo dal tribalismo israeliano e dal ‘’sionismo religioso’’? Se il cristianesimo ha avuto, a ‘’sinistra’’, la Teologia della liberazione e l’Islam il ‘’socialismo islamico’’ – tanto arabo (Nasser, Partito Ba’th ed altri) quanto persiano (Ali Shariati) – i rabbini Neturei Karta configurano una Teologia – anche politica, seppur questo termine per loro è una eresia – della salvezza ebraica rivolta, chiaramente, a tutto il genere umano? Una risposta affascinante che, da socialista, internazionalista e laico, giro agli studiosi di teologia. Le questioni etiche, a ‘’sinistra’’, da diversi decenni interessano poco nonostante pagine e pagine di Marx e altri pensatori marxisti stanno lì a dimostrarci la loro centralità.
Qual è il compito dei NKI? Leggiamo cosa, con grande profondità spirituale, dicono: ‘’Accettare con fede il proprio esilio e, nelle parole e nei fatti, agire in modo da diventare modello di comportamento etico e di spiritualità, e il tutto con atteggiamento semplice ed umile. In altre parole, compiere la volontà dell’Onnipotente attraverso lo studio della Torah, la preghiera e un comportamento retto’’. Di sicuro il loro contributo alla conoscenza etica e filosofica è notevole, com’è rilevante la loro coraggiosissima opposizione al sionismo politico, ma c’è un aspetto teologico della questione che va sottolineato: l’attesa del Messia. Anche i musulmani aspettano il Mahdi, tutto questo lascia presupporre che alcune figure chiave delle tre religioni monoteistiche si ripresentano con nomi differenti ma ruoli analoghi. Domanda: gli uomini attraverso queste immagini – Messia, Mahdi e lo stesso Gesù, uomo nella storia e gigante nel pensiero – cercano di spiegare problematiche sociali come l’oppressione, le guerre e le ingiustizie. La risposta a ciò sta al di fuori dal nostro, oramai ridicolo, eurocentrismo, del tutto anacronistico ed antistorico. Una concezione ‘’israelocentrica’’ della ‘’storia delle religioni’’ è non soltanto fuorviante ma addirittura balorda; nelle società asiatiche e latino-americane, il viaggio verso il monoteismo è molto più antico rispetto alla via percorsa dagli ebrei. Ogni popolo ha un suo ‘’antico testamento’’ da contestualizzare e revisionare (quindi migliorare) continuamente.
L’iniziativa romana è stata cortesemente ospitata dall’Associazione Islamica Imam Mahdi, vergognosamente boicottata dai media felloni della Comunità più sionista che ebraica romana (ormai da anni spostata decisamente a destra) ed ha visto la partecipazione di persone provenienti da fedi religiose ed orientamenti politici diversi. Una iniziativa lodevole che ci aiuta a comprendere come l’antisionismo non abbia nulla a che vedere con l’antisemitismo. Il coraggioso Rabbi Weiss ha denunciato, più volte, la collaborazione del sionismo di destra col nazismo; ai sionisti – compreso il ‘’laburista’’ Ben Gurion – degli ebrei sterminati nei lager hitleriani non gliene fregava niente. Questa è la vera essenza del sionismo: cinismo, opportunismo ed oppressione sociale. I metodi brutali del colonialismo britannico – suo padrino fiero e consapevole – sono stati, di gran lunga, superati.
Per una maggiore comprensione delle problematiche, tanto religiose quanto politiche, ho rivolto alcune domande, al termine della conferenza, all’Imam Salameh Ashour Portavoce delle Comunità palestinesi in Italia. Un dibattito, ancora una volta, molto costruttivo.
Secondo Salameh Ashour il conflitto fra sciiti e sunniti ‘’non tocca l’essenza della religione islamica, ci sono – certamente – degli elementi di diversità i quali non giustificano la violenza. Il problema sorge quando i paesi occidentali vogliono accaparrarsi le risorse di questi popoli appoggiando governi falliti (come quello saudita) che strumentalizzano l’Islam’’. Durante il conflitto Iran/Iraq, gli Usa appoggiarono Saddam, riempiendolo d’armi e dollari, contro la Rivoluzione islamica, quindi Ashour, Imam sunnita, rompendo con il conformismo dottrinario, elogia la carica progressista ed anticolonialista della Rivolta antimperialistica sciita. Una posizione coerente, coraggiosa e degna di lode. Lo stesso può dirsi dell’ebraismo dato che gli ebrei ‘’non hanno mai rappresentato una nazionalità unica’’ ed il 72% di questo ‘’popolo-classe’’ (come scrisse il marxista Abram Leon) non è d’origine semita mentre semiti – cosa che i media di regime non dicono – lo sono tutti i palestinesi. Il professor Salameh ha ribadito che ‘’ogni concetto razzista – tanto sionista quanto neofascista – deve essere combattuto’’ e che ‘’Israele ha creato una grandissima prigione a cielo aperto’’. Sui recenti avvenimenti in Arabia Saudita, il religioso palestinese ha preso una posizione chiara e condivisibile: ‘’il wahabismo è stato creato dal colonialismo britannico per dare legittimità ai Saud’’, ed è necessaria ‘’una demolizione controllata della monarchia saudita’’. Un tema su cui varrà la pena ritornare.
La società è divisa in classi e non in credenti ed atei; gli Hezbollah hanno una forte carica antimperialistica al pari di molti movimenti socialisti, volendo fare un esempio autorevole. I Neturei Karta sono un movimento antimperialistico? Difficile dirlo, si tratta, pur sempre, di pacifisti ma la loro presenza è un appoggio imprescindibile per il popolo palestinese e per chiunque voglia porre fine al dominio imperialistico occidentale.
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