involuzione

involuzione
Poche cose abbiamo imparato dalla storia all'infuori di questa: che le idee si condensano in un sistema di ortodossia, i poteri in una forma gerarchica e che ciò che può ridare vita al corpo sociale irrigidito è soltanto l'alito della libertà, con la quale intendo quella irrequietezza dello spirito, quell'insofferenza dell'ordine stabilito, quell'aborrimento di ogni conformismo che richiede spregiudicatezza mentale ed energia di carattere.
Io sono convinto che se non avessimo imparato dal marxismo a vedere la storia dal punto di vista degli oppressi, guadagnando una nuova immensa prospettiva sul mondo umano, non ci saremmo salvati. O avremmo cercato riparo nell'isola della nostra interiorità o ci saremmo messi al servizio dei vecchi padroni. Ma tra coloro che si sono salvati, solo alcuni hanno tratto in salvo un piccolo bagaglio dove, prima di buttarsi in mare, avevano deposto, per custodirli, i frutti più sani della tradizione intellettuale europea: l'inquietudine della ricerca, il pungolo del dubbio, la volontà del dialogo, lo spirito critico, la misura nel giudicare, lo scrupolo filologico, il senso della complessità delle cose.
Norberto Bobbio

giovedì 7 maggio 2020

Chi c'è dietro le proteste di Hong Kong?

Non è difficile immaginare la reazione degli Stati Uniti se i diplomatici cinesi incontrassero i leader di Occupy Wall Street, Black Lives Matter o Never Trump.

Il 6 agosto, i media di Hong Kong hanno riportato due incontri tra un consigliere politico americano e leader separatisti. Julie Eadeh, che lavora presso il Consolato Generale degli Stati Uniti a Hong Kong, è stata sorpresa all'incontro con le figure dell'opposizione Martin Lee e Anson Chan.

Più tardi quel giorno, Eadeh incontrò anche Joshua Wong, uno dei leader del movimento illegale "Occupy Central" nel 2014.

Ma molto prima di quei rapporti, c'erano prove crescenti di una mano deliberata degli Stati Uniti nel peggioramento della situazione a Hong Kong. I politici statunitensi hanno incontrato Lee e altri leader dell'opposizione di Hong Kong, tra cui Jimmy Lai.

Tali incontri hanno solo aggiunto carburante alle azioni criminali che mettono a repentaglio Hong Kong.

Jimmy Lai incontra il vicepresidente americano Mike Pence alla Casa Bianca, 8 luglio 2019.

La Cina ha ripetutamente chiesto agli Stati Uniti di smettere di interferire negli affari interni di altri paesi, ma sembra che quest'ultimo non abbia intenzione di ritirare la sua "mano intricata".

La messaggistica della protesta e i gruppi ad essa associati sollevano una serie di domande su quanto sia organico il movimento.

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