FONTE
(traduzione di Daniela Trollio
Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)
TROIKA
Che cos’è la Troika
Di “Alas Republicanas” (*)
I mezzi di comunicazione e quelli
di Podemos ( Possiamo:
partito politico spagnolo fondato nel 2014, n.d.t.) ci raccontano che
gli uomini neri
della Troika sono le persone che comandano ma che nessuno ha votato.
Dicono che, se vogliono così tanto comandare, si presentino alle
elezioni.
Queste affermazioni mi hanno
portato a chiedermi che cos’è la Troika e chi la controlla.
L’azione
della Troika è
circoscritta esclusivamente nell’ambito dell’Unione Europea e essa è
formata da tre istituzioni: il Fondo Monetario Internazionale, la
Commissione Europea e la Banca Centrale Europea. In teoria
le tre istituzioni hanno lo stesso peso.
Il
FMI è un’istituzione
internazionale composta da 188 governi, quasi tutti quelli del
mondo. Ma all’interno del FMI alcuni governi hanno più peso di altri. La
divisione del potere all’interno del FMI è completamente
squilibrata, gli USA hanno il 16% dei voti. Tenete conto che le
decisioni devono essere votate dall’85% per avere via libera, il che
significa che gli USA possono vietare qualsiasi decisioni che
non piaccia loro. La Spagna non ha neppure una percentuale, fa parte
di un gruppo di paesi che controllano, tutti insieme, solo un 3% dei
voti.
Il
FMI ha un fondo economico,
alimentato dagli stati membri (tra di loro la Spagna), che utilizza
per prestare agli stati che ne hanno bisogno. E’ inutile dire che ogni
prestito deve essere restituito con gli interessi e che
ogni prestito permette al FMI di influire sul governo dello stato
moroso. Possiamo quindi concludere che il FMI è pubblico, internazionale
si, ma pubblico. Anche se non si comporta come tale,
visto che buona parte della sua attività si concentra nel dare
credito a società e su queste, pur prestando loro del denaro, il FMI non
ha controllo.
La
Commissione Europea è un organo
esecutivo e legislativo dell’Unione Europea. Si compone di 28 membri
e di un presidente, tutti nominati dal parlamento europeo. Potremmo
dire che è il consiglio di governo dell’Unione, quindi
pubblico e democratico. Tanto democratico quanto il consiglio dei
ministri, che in realtà non viene votato da nessuno ma esce
dall’elezione tra i deputati eletti.
L’ultima
istituzione che forma la
Troika è la BCE. La BCE è un organismo pubblico che oggi sostituisce
in molte delle loro funzioni le banche centrali dei diversi paesi. I
suoi fondi si nutrono, in maggior parte, degli apporti
degli stati membri della zona euro, dipendono invece in misura
minore dalla creazione del denaro e dall’apporto delle banche private
(in teoria devono versare alla BCE il 2% dei depositi dei loro
clienti).
E’
inesplicabile, ad esempio, che
la BCE non fornisca in alcun caso direttamente denaro agli stati da
cui prende i soldi e che invece lo faccia con parecchia frequenza alle
società multinazionali.
La
BCE ha messo in atto un piano
di acquisto milionario del debito, ma gli acquisti li fa sul mercato
secondario. Cosa vuol dire ciò? Lo stato mette in vendita il suo debito
(si indebita ad altissimi interessi), una banca lo
compra e la BCE compra il debito da questa banca (ad un interesse
molto più basso).
Un bell’affare per il sistema
bancario.
Ha
senso tutto ciò? Perché la BCE
non compra il debito, ad un interesse moderato o con altre
condizioni di pagamento favorevoli, direttamente dal paese che l’ha
emesso?
Il
FMI e la BCE agiscono come
usurai con gli stati quando prestano denaro, prendono il controllo
politico del paese moroso e lo obbligano a fare cambiamenti legislativi,
diretti tutti alla riduzione degli stati stessi.
Privatizzazioni di tutte le imprese di stato, aumento delle imposte,
limitazioni dei diritti dei lavoratori, ecc. Sembrerebbe che non
vogliano che i debiti siano saldati per poter sequestrare gli
stati, e sembrerebbe che gli stati facciano il possibile per
compiacere le aspettative degli usurai.
La
Commissione Europea, ultima
gamba della Troika, appoggia le altre due in tutte le loro misure,
comportandosi come una nemica degli stati che rappresenta.
Si
suppone che la legittimità di
queste istituzioni la dia il voto della gente, visto che sono state
create e vengono sostenute dai rappresentanti che noi abbiamo scelto
nelle elezioni. Ma è evidente che non è così, sembra che
la democrazia sia circoscritta solo ai parlamenti nazionali,
parlamenti che sono continuamente pressati da queste istituzioni per
agire contro se stessi e contro i lavoratori.
Da
otto anni, tutti i giorni, i
potenti ci dicono che il governo non voleva fare questa o quella
cosa, ma che la Troika li ha obbligati. Le misure di austerità della
Troika hanno moltiplicato il debito della Spagna per tre,
hanno moltiplicato i salari dei lavoratori dello 0,70, hanno
amputato qualsiasi spesa sociale. Bella austerità. Credo che, in tutta
evidenza, questa austerità stia affondando lo stato e noi che
ci lavoriamo dentro.
Ma qualcuno sta ottenendo pingui
profitti da tutto questo.
Quello
che voglio dire è che gli
uomini neri sono gli stessi che si presentano alle elezioni, gli
stessi che scrivono gli articoli che leggiamo sui mezzi di
comunicazione.
Persone che hanno una sola lealtà
– il denaro – e devono beneficiare coloro che li comprano.
In realtà viviamo in una dittatura
mascherata da democrazia, la dittatura del capitale.
La
crisi, quella che loro usano
per guadagnare di più sulla nostra pelle e metterci nel posto che
essi pensano ci spetti, ci serve perché alcuni vedano ciò che c’è dietro
la maschera.
Quando saremo la maggioranza a
vedere che questo sistema non vale, che bisogna sostituirlo con un altro che sia per tutti?
Perché questo miracolo avvenga,
dobbiamo osservare quanto ci sta davanti al naso, imparare e fare tre cose:
In primo luogo, il pubblico oggi è
già una carcassa vuota. Oggi il pubblico è un cartello attraverso cui
l’utente deve passare ma che arricchisce il privato perché lo Stato,
dato il suo
carattere borghese, ha trasformato la “ragione sociale” a beneficio
privato. I banchieri prestano e condizionano le loro politiche agli
Stati, come a Carlo 5° nel suo tempo. Allo Stato austriaco
lo fecero i prestatori ebrei di Anversa (e sia detto senza alcun
intento antisemitico. E’ una licenza storica) e le ricche famiglie
genovesi, tra altri.
Oggi
agli Stati moderni lo fanno i
grandi fondi di investimento, i fondi-avvoltoi, i megaspeculatori
che ammassano le loro fortune sui mercati dei futures e, in generale,
quei pescecani che con un attacco speculativo nelle borse
possono affondare una moneta, come successe a suo tempo con George
Soros e il suo attacco alla sterlina.
Questi
usurai sono coloro che
dicono agli Stati e alle istituzioni sovra-statali (FMI) – perché
prestano denaro anche a loro – quali politiche devono fare per
restituire loro il denaro o, il che è lo stesso, quale fetta della
torta sociale/”pubblica” si mangeranno quando sarà privatizzata a
favore dei creditori.
In
secondo luogo, quindi, sparare
contro la BCE, la Commissione Europea o il FMI è come farlo contro
un’ombra perché, dato che la base del potere non è là, non vi è sangue
perché non vi è corpo: si schiva la critica diretta al
capitalismo. Il problema principale delle società capitaliste non è
nei suoi burattini ma in chi maneggia il capitale. Questo senza negare
che vada fatta una critica a quei consigli di
amministrazione del capitale che sono gli apparati istituzionali. Ma
questo approccio è secondario.
In
terzo luogo, la “democrazia”,
come la critica alla sua assenza, non è il male che dobbiamo
scongiurare e neppure la lancia che distruggerà il capitalismo. Ormai
non è più una questione di come si eleggono o no le
rappresentanze, del peso ponderato di ogni paese secondo discutibili
criteri, della mancanza di uguaglianza di opportunità nella lizza
politica o di tante questioni di ordine minore.
E’
che la democrazia è una favola
per “dummies” (scimuniti, n.d.t.), una menzogna per addormentare le
masse, il modo di rendere queste complici delle conseguenze delle
politiche a loro avverse (“non ti lamentare, è stato deciso
democraticamente”). Il votante ignora assolutamente cosa faranno del
suo voto (e in questo non trova alcuna differenza tra le destre e le
“sinistre”) e oltretutto ignora completamente su cosa
vota, quando vota e le ripercussioni del suo voto.
(*) “Alas republicanas” è un
militare dell’Aviazione spagnola.
da: rebelion.org; 9.8.2015
Nessun commento:
Posta un commento