involuzione

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Poche cose abbiamo imparato dalla storia all'infuori di questa: che le idee si condensano in un sistema di ortodossia, i poteri in una forma gerarchica e che ciò che può ridare vita al corpo sociale irrigidito è soltanto l'alito della libertà, con la quale intendo quella irrequietezza dello spirito, quell'insofferenza dell'ordine stabilito, quell'aborrimento di ogni conformismo che richiede spregiudicatezza mentale ed energia di carattere.
Io sono convinto che se non avessimo imparato dal marxismo a vedere la storia dal punto di vista degli oppressi, guadagnando una nuova immensa prospettiva sul mondo umano, non ci saremmo salvati. O avremmo cercato riparo nell'isola della nostra interiorità o ci saremmo messi al servizio dei vecchi padroni. Ma tra coloro che si sono salvati, solo alcuni hanno tratto in salvo un piccolo bagaglio dove, prima di buttarsi in mare, avevano deposto, per custodirli, i frutti più sani della tradizione intellettuale europea: l'inquietudine della ricerca, il pungolo del dubbio, la volontà del dialogo, lo spirito critico, la misura nel giudicare, lo scrupolo filologico, il senso della complessità delle cose.
Norberto Bobbio

venerdì 30 settembre 2011

La "lobby di dio" non paga la crisi e sfratta le scuole

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Napoli, 29 settembre – Noi,precari ed attivisti organizzati autonomamente nella rete urbana contro la crisi - " Reclaim! " , abbiamo occupato l’edificio duecentesco della vecchia sede centrale della storica scuola media statale “Belvedere” nel quartiere Vomero e, tra l’altro, sita a pochi passi dai luoghi dove nacquero i moti delle Quattro Giornate.
La sede centrale della scuola Belvedere, all’inizio di questo anno scolastico e dopo decenni di permanenza nella medesima struttura, è stata sfrattata dall’ordine di suore – Le Sorelle del Buon Pastore – che sono proprietarie dell’edificio per un lascito fattogli da una nobile napoletana nel 1935 al momento della sua morte (col vincolo che ne venisse fatta un’istituzione rivolta al bene collettivo). Così ottocento alunni (tra cui vari portatori di handicap) e tutti i lavoratori (docenti e non) dell’istituto da settembre sono costretti ad una condizione di estrema precarietà, stretti nella sede che era solo la succursale fino all’anno scorso. La querelle tra le suore e il comune di Napoli dura due anni, gli ultimi della precedente Giunta-Iervolino. Effettivamente erano stati accumulati molti pagamenti inadempiuti e mancavano degli interventi strutturali per mettere la scuola in sicurezza. Questi i pretesti iniziali ma, anche quando l’Amministrazione ha sanato tutti i pagamenti ed ha persino messo a disposizione il budget necessario per gli interventi strutturali, l’ordine monacale non ha voluto sentire ragioni mancando il rinnovo del contratto. Cosa c’è dietro questa irremovibilità? Il medesimo ordine già è noto per altri casi di sfratti di scuole (si veda il caso della Mirò di Reggio Emilia - http://www.ilrestodelcarlino.it/reggio_emilia/2007/07/11/23493-bimbi.shtml ). In generale gli enti ecclesiastici si fanno sovente protagonisti di riutilizzo di strutture per fini puramente commerciali soprattutto di tipo alberghiero. Dato tutto ciò le frequenti voci sulla trasformazione della storica scuola media in un bed&breakfast di lusso, assumono un senso.

Di qui l’occupazione simbolica dell’edificio da parte della nostra rete. Lo abbiamo fatto perché questo caso rappresenta emblematicamente sui nostri territori metropolitani la contraddizione più generalizzata che ci sbattono in faccia i privilegi riservati alla Chiesa Cattolica e l’arroganza con cui questa stessa ricompensa la collettività. Tutto questo ci risulta ancora più fastidiosi al cospetto delle garanzie, tra cui l’esenzione dell’ICI (la tassa sugli immobili), che vengono assicurate da un rapporto malato tra lo Stato italiano e le istituzioni ecclesiastiche, anche in un regime di “austerity” come quello che le autorità nazionali e sovranazionali vogliono fari pagare nella base sociale fatta di quelli che privilegi non li hanno mai conosciuti.

Questa iniziativa per noi si inquadra prima di tutto nella campagna di interventi urbani che ci sta conducendo verso la data del 15 ottobre, mobilitazione globale dell’indignazione sociale, e segue quella dell’occupazione dell’Equitalia, l’agenzia di recupero crediti operante sul nostro territorio metropolitano e non solo. Si tratta di una campagna che mira ad aggredire tutti i punti simbolici dell’ingiustizia son cui viene governata la crisi dope decenni di iniquo governo dello stesso sviluppo.
Poi, abbiamo preferito che un’azione del genere si intrecciasse con una reale e già viva vertenza territoriale come quella della popolazione del Vomero per il ri-ottenimento della sede centrale della storica scuola a partemedia.
In effetti se da un alto, tramite i media main-stream e i social-network, il nostro messaggio politico contro i privilegi in tempi di sviluppo e soprattutto in tempi di crisi ha avuto la sua opportuna eco, dall’altra parte sul territorio si è riuscito ad innestare un processo di partecipazione maggiore tra le istituzioni comunali, che tramite l’Assessore alla Scuola Annamaria Palmieri già si stavano ponendo la problematica, e gli abitanti mobilitati con noi della rete “ Reclaim! ” e riuniti in un’assemblea comune di pomeriggio nell’edificio occupato . Si è ottenuto un incontro di una delegazione mista tra attivisti, genitori e docenti, con l’assessorato: un processo in corso di democrazia di prossimità innestato dal basso insomma.

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