involuzione

involuzione
Poche cose abbiamo imparato dalla storia all'infuori di questa: che le idee si condensano in un sistema di ortodossia, i poteri in una forma gerarchica e che ciò che può ridare vita al corpo sociale irrigidito è soltanto l'alito della libertà, con la quale intendo quella irrequietezza dello spirito, quell'insofferenza dell'ordine stabilito, quell'aborrimento di ogni conformismo che richiede spregiudicatezza mentale ed energia di carattere.
Io sono convinto che se non avessimo imparato dal marxismo a vedere la storia dal punto di vista degli oppressi, guadagnando una nuova immensa prospettiva sul mondo umano, non ci saremmo salvati. O avremmo cercato riparo nell'isola della nostra interiorità o ci saremmo messi al servizio dei vecchi padroni. Ma tra coloro che si sono salvati, solo alcuni hanno tratto in salvo un piccolo bagaglio dove, prima di buttarsi in mare, avevano deposto, per custodirli, i frutti più sani della tradizione intellettuale europea: l'inquietudine della ricerca, il pungolo del dubbio, la volontà del dialogo, lo spirito critico, la misura nel giudicare, lo scrupolo filologico, il senso della complessità delle cose.
Norberto Bobbio

lunedì 18 aprile 2011

Un pò di luce tra le nebbie dell'informazione

questo videoda me aggiunto all'articolo evidenzia di come vengano strumentalizzati slogan dei vecchi Black Power per nascondere la vera natura razzista della protesta.ebrei contro ebrei ma neri e colpevoli di non seguire alla lettera il talmud
http://www.youtube.com/watch?v=8n-y24SzbCY&feature=player_embedded#at=92
Mercoledì scorso ho scritto su Facebook: "Oggi uno mi ha detto, papale papale, che secondo lui (in sintesi) dovrei diventare filoisraeliano, che mi farebbe benissimo."

Era davvero l'estrema sintesi di un lungo discorso da parte di una persona che ha trovato un posto nella vita, ci sta comodo e probabilmente ci starà a lungo. Bizzarra esibizione di un luogo comune, ma non priva di verità come la cronaca mi ha confermato nel giro di poco.

Il giorno dopo amici comuni parlano di un articolo de La Repubblica a firma di Marco Pasqua, nel quale un giornalista ha accusato una comune conoscente (nel senso di una persona incrociata più volte negli anni in rete) che tiene un blog, di essere antisemita e negazionista. Ci vuole poco a capire che la poveretta non ha mai negato l'Olocausto e nemmeno espresso sentimenti razzisti verso gli ebrei, tra tanti che hanno visitato il blog nessuno è riuscito a trovare esempi utili a dimostrare l'accusa, nemmeno tra quelli che ci speravano. L'articolo è probabilmente è una ripicca.

Già in passato sul suo blog la professoressa aveva criticato proprio quel giornalista di essere un po' troppo condiscendente con Riccardo Pacifici, che per chi non lo sapesse è la persona che negli ultimi anni ha rappresentato l'ebraismo italiano, coprendolo di vergogna con i suoi comportamenti. Il giornalista ha ricambiato sbattendo il nome della blogger sul giornale e chiedendosi chissà cosa insegnerà ai suoi allievi, visto che insegna in un liceo ed è una negazionista antisemita.

[Image] Sulla libertà d'espressione dei professori si è già espresso bene Leonardo e quanto un articolo del genere possa essere grave, vigliacco e dannoso per la persona presa di mira, lo testimoniano già le prese di posizione di diversi politici, che senza saperne niente hanno chiesto severi provvedimenti contro la blogger-professoressa. In una perfetta comunione bipartisan d'ignoranti mossi da riflessi pavloviani, fanno branco linciando moralmente una persona della quale non sanno nulla e nulla di più hanno voluto sapere.

A sera la notizia del rapimento di Vittorio Arrigoni, dopo poche ore la notizia della sua morte. Ancora poche ore e venerdì la rete si riempie di persone che festeggiano la sua morte, chi lo ha insultato in vita etichettandolo come (again) antisemita e amico dei terroristi non riesce a trattenersi, nemmeno l'educazione e il rispetto per un morto fanno da argine ai comportamenti di parecchi personaggi impresentabili.

Pare proprio che esista una linea che separa i buoni dai cattivi e che dalla parte dei buoni siano severissimi nel rigettarne al di là quelli che sono cattivi. Cattivi nel senso che criticano la politica d'Israele perché da almeno dieci anni si comporta come uno stato-canaglia e che ormai è travolto dall'estremismo nazionalista e religioso, dalla paura e dalla paranoia.

Farlo notare non sta bene in Italia, accanto al governo israeliano ormai si possono contare solo gli Stati Uniti, la Micronesia e l'Italia, con il bel governo di paria internazionali che si ritrova. Quindi, chi fa notare alcuni fatti davvero sconvenienti e inverecondi, non può che aspettarsi il metodo-Boffo, che in realtà la crew pro-israeliana pratica da molto prima del caso-Boffo e che, altrettanto ad onor del vero, tocca a chiunque si metta di traverso al governo e alle sue cose. Nel caso di critiche ad Israele però si vedono allineati molti esponenti che si spacciano per progressisti, democratici e garantisti, ma che partecipano sempre con ardore a questo genere di linciaggi contro il nemico islamico e anche contro i nemico interno.

[Image] Basta l'elenco di quelli che hanno firmato contro il golpe proposto da Asor Rosa e le realtive adunanze sovversive, per avere la rappresentazione plastica di un gruppo di stupidi bipartisan che tenta di farsi notare denunciando la grave minaccia alla democrazia, rappresentata da quell'articolo di giornale. Articolo scritto peraltro da una persona che non appartiene ad alcun partito, non ha alcuna carica pubblica e ancor meno comanda le masse o masnade di masnadieri, tanto che ha invocato i carabinieri, sui quali non ha sicuramente alcuna influenza. Poco importa che sia l'Occidente a bombardare da anni i paesi islamici e non viceversa, poco importa che questi che oggi pontificano abbiano sostenuto con energia le balle incredibili per giustificare le guerre, la tortura, le Guantanamo e tutto il resto che la nostra civiltà ha prodotto ultimamente. Non chiedete loro delle balle che hanno sostenuto e diffuso per anni, non chiedete loro esercizi di coerenza o scuse per gli evidenti svarioni, non sono lì per quello, loro sono oltre, già sull'onda di altre balle e sempre all'inseguimento di altri popoli da liberare o di altri paesi da portare alla civiltà e alla democrazia. A quelli sul genere di Feltri, Belpietro e Ferrara non scuce un baffo.Chi brandisce l'accusa d'antisemitismo contro chi chiede ragione di questo o quel fatto o delle sofferenze imposte da decenni ai palestinesi, spesso l'unisce a quella di complicità con l'islamico feroce, di solito presentato in maniera molto colorita e razzista. Non parteggiare per il governo d'estremisti insediato in Israele, significherebbe quindi sedere accanto agli sgozzatori e sostenerli. Un'accusa priva di senso, ma usata sistematicamente anche nei confronti di Vittorio Arrigoni o contro Gino Strada o altri operatori umanitari e giornalisti che hanno provato a criticare e testimoniare quello che vedono con i loro occhi, le sofferenze dei popoli che i nostri telegiornali non raccontano mai. Il linciaggio di Arrigoni morto ricorda in maniera impressionante quelli ai danni di Giuliana Sgrena delle “due Simone” o di Enzo Baldoni, pure lui vilipeso da morto. Le analogie sono impressionanti e gli argomenti sempre identici nel loro essere miserabili. Sono tutti ingenui, innamorati dei cattivi, traditori della patria, avidi delle cifre enormi quanto false che, secondo i loro detrattori, riceverebbero come compenso.Tutti ingenui, vittime dei loro “amici terroristi”, come se persone del genere potessero mai congiurare davvero con i terroristi o come se davvero coltivassero calde relazioni con questo o quell'assassino. Tutti hanno subito violenze che hanno reso contenti molti dei loro compatrioti, che non hanno avuto ritegno a farlo sapere e ad esultare per le loro sofferenze.

[Image] Non deve stupire nemmeno che gente senza dubbio razzista usi l'accusa di razzismo contro altri,  Berlusconi accusa i giudici di essere Brigate Rosse ed eversori e fa scuola. Lo stile è lo stesso e usare sistematicamente l'accusa di antisemitismo come uno scudo, non è una roba da perfidi ebrei, è lo stile dei tempi, se Bush ha potuto dire che Saddam era pronto ad aggredire militarmente il territorio metropolitano statunitense senza che tutti scoppiassero a ridere, vuol dire che vale tutto e la tecnica è identica. Così com'è lo stesso l'estremismo di destra al quale s'ispirano questi personaggi che parlano di libertà e poi difendono a spada tratta un governo che pratica l'apartheid e il segregazionismo persino tra gli ebrei, perché c'è qualcuno che sostiene che ci sono ebrei più ebrei di altri ed è anche molto di moda.

In Israele va sempre peggio e quella del maccartismo è una pratica usata senza risparmio. Si invocano indagini sulle organizzazioni israeliane per la difesa dei diritti umani e ogni giorno si pratica il pestaggio mediatico delle voci dissonanti, che nonostante tutto ci sono, ma che sono accusate d'intelligenza con il nemico o addirittura di essere ebrei auto-odianti. Geniale creazione retorica con la quale colpire i correligionari dissenzienti, che logicamente non possono essere accusati di essere antisemiti. Si dice allora che sono malati e che odiano l'ebraismo e Israele perché hanno subito qualche trauma, mentre per i cittadini arabi si propone l'espulsione o di privarli di qualche diritto per cominciare. Questo è il livello del confronto e del dibattito che impongono i “buoni”, quelli che dicono di rappresentare la civiltà, in Israele come fuori.

C'è anche in Italia un problema non piccolo, rappresentato dal fatto che questo maccartismo un po' cialtrone è esercitato con lena un po' da tutti, non solo dai berlusconiani di osservanza più stretta.Il pezzo su Il Corriere della Sera di Pigi Battista ne è un esempio ributtante quanto congruo e conferma semmai che il grosso della produzione di genere proviene proprio da quelli che hanno fatto della moderazione uno stile. Moderati che mordono rabbiosi all'occorrenza, il branco li fa forti e con loro fa forti decine di aspiranti corsivisti che ispirandosi a loro si atteggiano a difensori di una civiltà che in realtà ignorano, ma che adora e premia chi si conforma a queste pratiche.

[Image] Tutta gente che scrive cose pesanti, spesso false ed estremamente razziste, basterebbe sostituire nei pezzi di alcuni di questi la parola "ebrei" dove parlano di islamici, musulmani o addirittura dei migranti, per avere dichiarazioni capaci di sollevare lo scandalo universale. Invece di essere condannati o cacciati, questi razzisti sono apprezzati e non è strano, vista la folta rappresentanza di razzisti con il bollino in Parlamento. Invece di ostracizzare chi sostiene balle evidenti lo si premia perché rema nella direzione giusta e c'è la ressa per distinguersi in questo senso. Inutile dire che tutti questi hanno sostenuto le guerre preventive e anche quelle non preventive e che tutti hanno tratto qualche evidente vantaggio da queste attività, dalla Betulla al Pinocchio d'Egitto, giù fino al Terrore dei Supplì e al resto della galleria di freak che si agitano per guadagnare posti al sole tra gli araldi della mitica civiltà giudaico-cristiana, tutti insieme appassionatamente.Tutta gente che se c'è da scrivere una balla non si tira indietro, qualcuno di questi è stato anzi un precursore dell'attacco a una bloggher che spernacchiano i giornalisti che lo accusava di andare in confusione e scrivere assurdità. Gente che insulta i morti, e stupra la verità, giornalisti che vedono solo da una parte e che a distanza di anni evocano ancora “quelli” che gridavano “10-100-1000 Nassirya”, quando gli fai notare che qualcuno ha detto o scritto cose disumane. Come non fossero lì a fomentare l'odio contro qualcuno tutti i giorni, ora contro i comunisti, ora contro gli islamici e poi gli immigrati. Biloslavo che parla dell'odio di Arrigoni per Israele, non ha idea di quello che scrivono i suoi colleghi di testata quando si parla di musulmani? E se ne parla parecchio su Il Giornale. Insieme a Biloslavo Il Giornale ospita anche il rituale sciacallaggio di Iena Nirenstein, che in quanto a razzismo non si fa mancare niente e che ne ha anche per il presidente Napolitano: “Ma più ancora colpisce, con tutto il sincero rispetto per la figura del presidente della Repubblica, che nel suo giusto comunicato di cordoglio Giorgio Napolitano, invece di biasimare l'integralismo islamico, chieda la «ricerca di una soluzione negoziale al conflitto che insanguina la regione”. Stupisce che si chieda un accordo di pace quando un italiano muore in mezzo a una situazione di guerra? No, dice lei che “Con la stessa coerenza, avrebbe potuto invocare qualsiasi altra buona causa: la lotta alla fame nel mondo o alla prostituzione infantile. Invece ecco che si richiama Israele a qualche misteriosa responsabilità. Ma la colpa è dell'integralismo islamico, che c'entra tirarci dentro il dolente testimone e vittima di questo grande problema comune?”. Sorvolo sulle parole piene di rispetto che anche lei dedica alla vittima e osservo che non c'è bisogno di accusare Israele della morte di Arrigoni, perché l'atteggiamento di Israele appaia ingiustificabile e da modificare radicalmente il prima possibile.[Image]Nirenstein lo sa, come lo sa la sua coda di paglia. Gli insulti ai morti si sprecano in occasioni del genere, c'è pure la nota pasionaria razzista che ha scritto che Arrigoni è diventato umano solo un attimo prima di morire, perché prima odiava Israele e quindi non era umano. Il quadro ideologico è evidente, la pesante opera di propaganda è plateale e fa perno su messaggi duri e offensivi, che puntano alla degradazione e alla calunnia dell'interlocutore, subito vestito dei panni del nemico assassino e bestiale e quindi offerto al linciaggio dei buoni. Arrigoni non ha mai fatto un solo atto di violenza contro Israele, pur avendone subiti diversi, ma la sua immagine deve essere distrutta, perché l'esistenza stessa di un pacifista o di un operatore umanitario segnala l'esistenza di un conflitto e di sofferenze che agli italiani si preferisce nascondere e riassumere poi in versioni di fantasia, nelle quali è l'occupante ad essere minacciato dal popolo che mantiene in prigionia. Per questo non ci possono essere sostenitori dei diritti umani sul campo, devono essere tutti per forza terroristi o complici dei barbari terroristi. C'è da capirlo, gli operatori umanitari sono uno specchio che restituisce un'immagine che nessuno vuole vedere.Questa è la gente che poi accusa gli attivisti che operano in difesa dei diritti umani di essere razzisti o complici dei "terroristi", poi ci sono parecchi confusi, quelli che vivono da cerchiobottane e infine gli estremisti della destra, berlusconiana e non, con i quali la destra filo-israeliana e cialtrona si trova benissimo. Una sintonia con Tel Aviv che si riflette nel sostegno della rappresentanza politica delle comunità ebraiche al governo della destra eversiva e in pessimi show degli ex-fascisti a Gerusalemme.Una bella alleanza (autocit.) che ha portato la comunità ebraica italiana a votare per la destra fascista come ai bei tempi, prima che (pare per per un banale malinteso ormai risolto e scusato) gli ebrei italiani venissero mandati ai forni dai simpatici fascisti. Destra che comunque gli ebrei li disprezza ancora oggi, anche se si è aperta una frattura tra quelli che comunque li apprezza in quanto massacratori di musulmani e quelli (una minoranza) che proprio non ce la fanno e tengono per l'Iran sperando che liberi il mondo da Israele. C'è gente che agli insegnamenti della storia preferisce la presunzione di aver capito tutto e di riuscire a non ripetere i tragici errori del passato e tra questi la dirigenza della comunità ebraica italiana spicca in maniera imbarazzante

In virtù di questa alleanza e consonanza, i portavoce dell'ebraismo italiano liquidano come antisemiti i "comunisti" (si sente la scuola berlusconiana) che osano criticare Israele e abbassano la voce sul razzismo del governo. Non è che sia proprio una peculiarità italiana, simili agit-prop (che nel caso israeliano si chiama Hasbara) hanno dato dell'antisemita persino a Obama (che si è preso pure del negro, perché loro non sono razzisti) e lo stesso trattamento è stato riservato a qualunque leader abbia osato criticare Tel Aviv, a cominciare dall'irlandese Ashton, prima ministro degli esteri dell'Unione Europea e subito insulata alla prima dichiarazione sgradita in Israele. Sui commenti online dei siti israeliani è normalissimo che si consideri antisemita il governo britannico, quello francese e persino quello tedesco, nonostante la Germania sia il paese che accoglie il maggior numero di immigrati ebraici di qualsiasi altro paese, persino di Israele, segno evidente che anche gli ebrei "votano con i piedi" e preferiscono la democratica Germania alla sempre più teocratica Israele. [Image]Leggo il sito governativo nel quale il governo israeliano offre suggerimenti su cosa dire per sostenere la causa israeliana nelle discussioni online. Vedo che non c'è molto nel merito. Si suggerisce invece di vantare le grandi conquiste degli scienziati israeliani, elencare il numero dei nobel, ricordare di quanti imperdibili prodotti di consumo si dovrebbe fare a meno se non ci fosse Israele. Capita spesso nelle discussioni in rete di trovare uscite del genere e vengono da lì, gli hanno detto di fare così. Ma dietro l'Hasbara non ci sono ragioni capaci di giustificare la progressiva colonizzazione della West Bank, l'aver rinchiuso da un lato i palestinesi a Gaza e dall'altro in una serie di isole, bantustan in un mare di aree vietate “per sicurezza” degli occupanti o proprio occupate da coloni. Niente che giustifichi le migliaia di arresti arbitrari di palestinesi, detenuti da anni senza l'ombra di un'accusa, di un processo, di una pena o la pratica degli omicidi mirati, le punizioni collettive, le rappresaglie dei coloni israeliani che si vendicano dei provvedimenti sgraditi del governo israeliano attaccando i palestinesi che hanno la sventura di abitargli vicino. Tutto questo non è colpa di Hamas, che è arrivata dopo. Non è nemmeno colpa di al Qaeda, ma piena responsabilità di Israele che ha goduto della massima libertà di manovra e del potere assoluto di vita e di morte su tutti gli abitanti dei Territori e di Gaza per decenni. Che nessuna reale esigenza di sicurezza può aver mai costretto a costruire abitazioni civili in tutta la West Bank. Sono banalità indubitabili, come sono indiscutibili la brutalità del massacro sulla Mavi Marmara e delle ultime aggressioni a Libano e Gaza. Tre episodi che secondo Israele e i suoi fan sono stati altrettanti episodi di “legittima difesa”, ma che contribuiscono a sconsigliare, ai politici e agli ufficiali israeliani, di visitare certi paesi europei nei quali potrebbero essere imprigionati e giudicati per crimini di guerra e contro l'umanità.Il volto d'Israele è quello del ministro degli esteri Lieberman, un brigante russo abituato a minacciare e insultare chiunque, platealmente razzista. La razionalità del governo è quella del ministro della sanità, che quando andava di moda la pandemia è andato in televisione a dire che aveva deciso che non bisognava chiamare così l'influenza suina, meglio chiamarla influenza messicana perché il maiale non è kosher (I messicani saranno kosher?). La credibilità di Israele è quella di Netanyahu, che in un'intervista a Minoli si vantò di aver posto condizioni impossibili ad Arafat e che i Palestinian Papers hanno confermato essere ancora lì, a rifiutare persino le offerte “impossibili” di un'ANP sempre più disperata. Uno del quale in patria non si fida nessuno e che fuori ha forse meno credibilità di Berlusconi, un paranoico che ha chiesto ai servizi segreti d'indagare e spiare i suoi collaboratori più stretti, dei quali evidentemente non si fida.La lista di infrazioni alle leggi internazionali da parte d'Israele è lunghissima, pochi giorni fa con un atto gravissimo, e per la seconda volta in un paio d'anni, una squadra aerea israeliana ha colpito con un missile un veicolo in transito su una strada sudanese. Israele non commenta mai questo genere di episodi, non conferma e non smentisce, si limita semplicemente ad ignorare con arroganza qualsiasi accusa, richiesta o indagine internazionale, ma non ci sono dubbi, come non ce ne sono mai stati per l'assassinio a Dubai, un fallimento diplomatico che resterà negli annali delle cose da non fare. Alle proteste del Sudan non ha fatto caso nessuno, Israele colpisce (dicono gli israeliani) il traffico di armi verso Gaza, ma lo fa violando la sovranità di un altro paese (come d'abitudine in Libano) e tirando missili sulle sue strade. Immagino per un momento le reazioni all'uccisione di qualcuno, in quel modo, su una strada europea o americana da parte di forze di un altro paese. Nella distanza tra quello che ho immaginato dopo il missile di un paese ostile sganciato su una autobahn, una highway o una autoroute e il nulla nel quale si sono perse le proteste sudanesi, si trova lo stato d'eccezione e il doppio standard che assicura l'impunità a un governo di criminali che si comporta da criminale.Il problema d'Israele è dentro Israele e le comunità ebraiche ed è lì che deve essere risolto. Chi è veramente preoccupato per la salute d'Israele dovrebbe chiedersi dove si vuole arrivare e se ci si arriverà mai così. Gli amici d'Israele dovrebbero spiegare ad Israele che questi stati d'eccezione non sono mai durati in eterno nella storia e che spesso poi hanno preteso prezzi imprevisti, non si aiuta di certo la creazione di un paese moderno e democratico supportando i religiosi barbuti o i nazionalisti che propugnano. Eppure all'Occidente i religiosi barbuti piacciono, sono la migliore garanzie del perpetuarsi dello stato di guerra permanente e infatti l'Occidente finanzia o ha finanziato e supportato ogni genere d'estremismo religioso ovunque nel mondo, spesso risultando determinante nel favorire il dilagare del fanatismo. I nemici dell'Occidente sono i pacifisti, quelli che chiedono il rispetto delle leggi e dei diritti umani da parte di tutti i paesi, i fanatici barbuti sono miniere d'oro, il pretesto per aggirare le leggi che in democrazia limitano il potere dell'esecutivo e lo spauracchio per offrirsi come protettori alle opinioni pubbliche spaventate.Un'Israele devastata dal nazionalismo, dal razzismo e dall'estremismo religioso non serve a nessuno se non a chi guadagna dalla guerra, ma serve ancora di meno come casa e rifugio degli ebrei, visto che già sono numerose le manifestazioni d'intolleranza verso i non abbastanza ebrei o gli ebrei eretici, secondo il giudizio degli ortodossi al potere. Difficile credere che i padri fondatori d'Israele avessero in mente di riempirla di fanatici religiosi, impossibile credere che i primi coloni aspirassero a un paese nel quale si pratica la segregazione tra gli stessi ebrei, nel quale è possibile sposarsi solo con il rito ortodosso e nel quale il clero ortodosso sta cercando di ottenere il potere di stabilire con la forza della legge chi sia ebreo e chi no. Molti confini invalicabili sono già stati passati, le pubbliche raccomandazioni per le ragazze ebree a non accoppiarsi con i ragazzi non ebrei (viceversa si può perché sono misogini come molti colleghi cristiani e musulmani), a non affittare o vendere case a non-ebrei, la pretesa d'imporre canoni di comportamento e d'abbigliamento religiosi in vaste zone del paese, fino a quella di confinare le donne sul fondo degli autobus o di rifiutare la moderna istruzione pubblica in favore di un'istruzione religiosa che ha ben poco da invidiare per oscurantismo a quella delle più famigerate madrasse.Queste sono solo alcune delle manifestazioni del cancro che corrode Israele e che, come in Italia, insegue e perseguita gli oppositori fin dentro alle aule scolastiche e universitarie. Come in Italia si demolisce l'istruzione pubblica e laica a favore di quella confessionale ed è paradossale notare che anche tra quelli che si oppongono con forza al degrado berlusconiano, poi si ritrovino a raccontare balle per difendere e incensare i governi d'Israele, che invece vanno ben oltre la barbarie made in Arcore. Ci arriva persino lo staff di uno come Justin Bieber a capire che non è il caso di prestarsi alla sporca propaganda di Netanyahu, che voleva esibirlo insieme ai bambini israeliani che vivono vicino a Gaza, minacciati dai reclusi a Gaza che l'esercito israeliano usa per il tiro a segno.Di questa malattia e di queste enormi responsabilità (grandi almeno quanto l'arsenale israeliano) devono farsi carico gli israeliani e gli amici di Israele, che non è minacciato da nessuno e che semmai è un pericolo per i vicini come per la sua stessa permanenza tra i paesi più o meno civili e democratici.Non serve a nulla quindi il miserabile maccartismo esercitato contro i pochissimi che ancora sopportano queste infami molestie e le valanghe d'insulti, pur di dire liberamente ciò che sentono e pensano sulla situazione israelo-palestinese. La libertà di stigmatizzare l'evidenza, per la quale ormai sono anni si è persa di vista la possibilità di un accordo di pace ed è perché Israele ha fatto capire in tutti i modi di non essere interessata. Un'affermazione che non può essere oggetto di censura o pretesto per aggressioni e linciaggi. È un diritto che in tutti gli altri paesi europei è assicurato senza alcun problema, una verità ampiamente condivisa da analisti e diplomatici di tutto il mondo, perché è supportata dai fatti, dalla storia e dalla cronaca e da autorevoli esponenti politici al governo di solide democrazie, non sospettabili di essere inquinate dall'antisemitismo di massa.Così com'è evidente che l'alleanza tra Stati Uniti, Israele e le peggiori autocrazie mediorientali non è determinata dall'esigenza di risolvere contrasti tra civiltà o animata da nobili sentimenti, non si possono spacciare le amministrazioni Bush, i governi israeliani e la dinastia saudita per paladini dei diritti umani e delle libertà individuali, e ancora meno della democrazia o del diritto. Sono solo governi che calpestano platealmente i diritti umani con il pretesto di dover combattere qualche migliaio di fanatici male in arnese. L'azione eversiva delle amministrazioni Bush nei confronti dell'assetto costituzionale statunitense è stata ancora più devastante di quella di Berlusconi in Italia, ma i sedicenti filo-americani non sembrano preoccuparsene.

Si preoccupano solo di definire anti-americani quelli che criticano le follie di Washington o antisemita chi critica Israele. Non sfugge come le modalità becere e l'ampio ricorso alla menzogna siano la cifra comune della propaganda nei tre paesi e non sfugge che in tutti e tre i paesi chi si è opposto alle guerre è stato criminalizzato e vessato. Ancora di più di quando a dimostrare che aveva ragione è lo stesso Bush, che rinuncia agli impegni in Europa perché rischia l'arresto per aver autorizzato la tortura e averlo ammesso pubblicamente.La società israeliana è una società che per anni ha vissuto in stato di guerra a causa dei nemici esterni, ma soprattutto del nazionalismo militarista al suo interno, che non ha mai voluto concedere respiro alla società israeliana. Non è un caso che i premier israeliani siano sempre scelti tra i generali. Come non è un caso che l'unico premier israeliano che ci aveva provato sia stato ucciso da un fanatico israeliano. E da quello che è successo dopo, sembra che non che si aspettasse altro per dimenticare fino a dove erano arrivati Rabin e Arafat spinti da Clinton. Arafat è stato delegittimato e ha finito la sua carriera assediato in un edificio preso a cannonate dagli israeliani, che intanto favorivano l'emergere di Hamas come fattore di contrasto all'OLP e davano il via a un massiccio piano di colonizzazione abitativa e di segregazione fisica della popolazione palestinese nella West Bank.Questa evoluzione negativa è stata tollerata da tutti o quasi in Italia e supportata fino ad arrivare alle conseguenze di oggi, con gli alfieri d'Israele che rispondono con arroganza e disprezzo a qualsiasi critica, contando sul sostegno esplicito dei medi acontrollati dalla maggioranza di governo e sulla complicità di chi ha capito che criticando Israele si raccolgono rogne e nessuna ricompensa.[Image]Se vuoi fare “l'umanitario” ci sono cause innocue e su misura con le quali i razzisti si vestono da portatori di civiltà, meglio lasciar perdere i palestinesi. Ci si può battere ad esempio per salvare la vita di una Sakineh, che ha il pregio di essere stata condannata in Iran per aver organizzato l'omicidio del marito, ci si può esercitare contro la brutalità del regime iraniano e tutto va bene. Arrivano i media, si va in televisione, alla radio, ma poi contro il massacro dei tunisini, degli egiziani o dei libici nessuno degli “umanitari” e araldi della democrazia e della libertà a gettone si attiva.

Non si sa mai che si offenda qualcuno, mentre in quell'immenso bacino di dittatori stragisti che è l'Africa si può solo aderire alla causa del popolo del Darfur, che le potenze hanno prima hanno invitato a sollevarsi e poi hanno lasciato massacrare, tragedie viste e riviste. Meglio lasciare che a spiegarci le rivolte in Nordafrica siano quelli che già hanno dimostrato di sapersi rendere utili quando c'è stato da attaccare l'Iraq e che ora servono a legittimare la "liberazione" dei libici e le spietate repressioni delle proteste nei paesi del Golfo.Rivolgersi contro dittatori africani è una perdita di tempo, una condanna all'irrilevanza, organizzare una manifestazione per le vittime delle dittature etiope ed eritrea (peraltro ex colonie) che ci riempiono di profughi in fuga dalle loro crudeltà è impossibile. Al massimo l'Eritrea entra nelle notizie quando beccano un Prosperini che prende le tangenti dai negri, dagli stessi che in televisione diceva di voler cacciare a muso duro. Ma se parli male dell'Eritrea o dell'Etiopia non interessa a nessuno, se invece diffondi notizie che mettono in cattiva luce Israele, ecco la canea filo-israeliana.Una canea che silenzia e spinge all'auto-censura soprattutto i politici e i giornalisti sensibili alla carriera, quelli che lavorano per le aziende più grandi e prospere, tutte più o meno allineate nel sostegno alla “guerra al terrorismo”. La magica formula che ha trasformato d'ufficio tutti i movimenti di resistenza da combattenti per una causa in criminali. Criminali malvagi, contro i quali è possibile usare qualsiasi mezzo, compresi gli omicidi mirati e le punizioni collettive, che di norma non si possono usare nemmeno contro i peggiori criminali perché pratiche barbare e incivili. Pratiche recentemente adottate anche dagli USA di Obama in Afghanistan, alla faccia del winning hearts and minds. [Image]Ci può essere gente che s'offende se si dice che Israele pagava al corrotto governo egiziano le tangenti sul gas, magari qualcuno si turba se si viene a sapere che gli attentati a Sharm el Sheik, nei quali perirono sei italiani, sono stati organizzati dal regime per punire un concorrente del figlio di Mubarak, che di quelle tangenti e dei profitti del turismo a Sharm ne voleva una fetta più grossa. E allora non si dice, anche se si sa ormai da settimane che quello ed altri attentati, come quelli ai cristiani egiziani, sono stati opera del regime di Mubarak. E lo si sa dai documenti ufficiali usciti dagli uffici dei servizi invasi dalla rivoluzione, con bolli e firme sugli ordini per la loro esecuzione. Ma è una notizia che è rimasta in Egitto, chi l'ha tradotta in italiano non ha avuto fortuna, si vede che non interessa come non interessa quello che succede a Gaza. La morte dei sei italiani è già stata attribuita ai “terroristi”, non è bene turbare gli italiani facendo loro sapere che li ha uccisi l'amico Mubarak.Sarà per questo che “il nostro corrispondente” da Israele è Claudio Pagliara, che vive lì e fatica a trovare notizie o temi più interessanti della promozione turistica d'Israele nonostante sia circondato da paesi in rivolta e dallo scorrere impetuoso della storia.È chiaro a chiunque voglia vederlo che un meccanismo del genere, per quanto offra indiscutibili vantaggi immediati, a gioco lungo degrada fino ad azzerarlo il dibattito pubblico, quando c'è il maccartismo e la messa all'indice dell'interlocutore non ci può essere confronto e lo vediamo bene quando si prova a confrontarsi con i fedeli di Berlusconi. Chi si rende complice attivo o passivo di questo stato di cose è la vera minaccia al futuro d'Israele, proprio come è una minaccia al futuro dell'Italia lo squadrismo mediatico scatenato dal premier e dalla sua corte. Sono una minaccia gli estremisti ebraici e la destra israeliana. Ma sono una minaccia anche i partiti di destra nei paesi occidentali, che all'occorrenza non avranno difficoltà in futuro a rimpiazzare i musulmani con gli ebrei nel ruolo di subdolo nemico e che già ne hanno dato provaMercoledì scorso ho scritto su Facebook: "Oggi uno mi ha detto, papale papale, che secondo lui (in sintesi) dovrei diventare filoisraeliano, che mi farebbe benissimo."

Era davvero l'estrema sintesi di un lungo discorso da parte di una persona che ha trovato un posto nella vita, ci sta comodo e probabilmente ci starà a lungo. Bizzarra esibizione di un luogo comune, ma non priva di verità come la cronaca mi ha confermato nel giro di poco.

Il giorno dopo amici comuni parlano di un articolo de La Repubblica a firma di Marco Pasqua, nel quale un giornalista ha accusato una comune conoscente (nel senso di una persona incrociata più volte negli anni in rete) che tiene un blog, di essere antisemita e negazionista. Ci vuole poco a capire che la poveretta non ha mai negato l'Olocausto e nemmeno espresso sentimenti razzisti verso gli ebrei, tra tanti che hanno visitato il blog nessuno è riuscito a trovare esempi utili a dimostrare l'accusa, nemmeno tra quelli che ci speravano. L'articolo è probabilmente è una ripicca.

Già in passato sul suo blog la professoressa aveva criticato proprio quel giornalista di essere un po' troppo condiscendente con Riccardo Pacifici, che per chi non lo sapesse è la persona che negli ultimi anni ha rappresentato l'ebraismo italiano, coprendolo di vergogna con i suoi comportamenti. Il giornalista ha ricambiato sbattendo il nome della blogger sul giornale e chiedendosi chissà cosa insegnerà ai suoi allievi, visto che insegna in un liceo ed è una negazionista antisemita.

[Image] Sulla libertà d'espressione dei professori si è già espresso bene Leonardo e quanto un articolo del genere possa essere grave, vigliacco e dannoso per la persona presa di mira, lo testimoniano già le prese di posizione di diversi politici, che senza saperne niente hanno chiesto severi provvedimenti contro la blogger-professoressa. In una perfetta comunione bipartisan d'ignoranti mossi da riflessi pavloviani, fanno branco linciando moralmente una persona della quale non sanno nulla e nulla di più hanno voluto sapere.

A sera la notizia del rapimento di Vittorio Arrigoni, dopo poche ore la notizia della sua morte. Ancora poche ore e venerdì la rete si riempie di persone che festeggiano la sua morte, chi lo ha insultato in vita etichettandolo come (again) antisemita e amico dei terroristi non riesce a trattenersi, nemmeno l'educazione e il rispetto per un morto fanno da argine ai comportamenti di parecchi personaggi impresentabili.

Pare proprio che esista una linea che separa i buoni dai cattivi e che dalla parte dei buoni siano severissimi nel rigettarne al di là quelli che sono cattivi. Cattivi nel senso che criticano la politica d'Israele perché da almeno dieci anni si comporta come uno stato-canaglia e che ormai è travolto dall'estremismo nazionalista e religioso, dalla paura e dalla paranoia.

Farlo notare non sta bene in Italia, accanto al governo israeliano ormai si possono contare solo gli Stati Uniti, la Micronesia e l'Italia, con il bel governo di paria internazionali che si ritrova. Quindi, chi fa notare alcuni fatti davvero sconvenienti e inverecondi, non può che aspettarsi il metodo-Boffo, che in realtà la crew pro-israeliana pratica da molto prima del caso-Boffo e che, altrettanto ad onor del vero, tocca a chiunque si metta di traverso al governo e alle sue cose. Nel caso di critiche ad Israele però si vedono allineati molti esponenti che si spacciano per progressisti, democratici e garantisti, ma che partecipano sempre con ardore a questo genere di linciaggi contro il nemico islamico e anche contro i nemico interno.

[Image] Basta l'elenco di quelli che hanno firmato contro il golpe proposto da Asor Rosa e le realtive adunanze sovversive, per avere la rappresentazione plastica di un gruppo di stupidi bipartisan che tenta di farsi notare denunciando la grave minaccia alla democrazia, rappresentata da quell'articolo di giornale. Articolo scritto peraltro da una persona che non appartiene ad alcun partito, non ha alcuna carica pubblica e ancor meno comanda le masse o masnade di masnadieri, tanto che ha invocato i carabinieri, sui quali non ha sicuramente alcuna influenza. Poco importa che sia l'Occidente a bombardare da anni i paesi islamici e non viceversa, poco importa che questi che oggi pontificano abbiano sostenuto con energia le balle incredibili per giustificare le guerre, la tortura, le Guantanamo e tutto il resto che la nostra civiltà ha prodotto ultimamente. Non chiedete loro delle balle che hanno sostenuto e diffuso per anni, non chiedete loro esercizi di coerenza o scuse per gli evidenti svarioni, non sono lì per quello, loro sono oltre, già sull'onda di altre balle e sempre all'inseguimento di altri popoli da liberare o di altri paesi da portare alla civiltà e alla democrazia. A quelli sul genere di Feltri, Belpietro e Ferrara non scuce un baffo.Chi brandisce l'accusa d'antisemitismo contro chi chiede ragione di questo o quel fatto o delle sofferenze imposte da decenni ai palestinesi, spesso l'unisce a quella di complicità con l'islamico feroce, di solito presentato in maniera molto colorita e razzista. Non parteggiare per il governo d'estremisti insediato in Israele, significherebbe quindi sedere accanto agli sgozzatori e sostenerli. Un'accusa priva di senso, ma usata sistematicamente anche nei confronti di Vittorio Arrigoni o contro Gino Strada o altri operatori umanitari e giornalisti che hanno provato a criticare e testimoniare quello che vedono con i loro occhi, le sofferenze dei popoli che i nostri telegiornali non raccontano mai. Il linciaggio di Arrigoni morto ricorda in maniera impressionante quelli ai danni di Giuliana Sgrena delle “due Simone” o di Enzo Baldoni, pure lui vilipeso da morto. Le analogie sono impressionanti e gli argomenti sempre identici nel loro essere miserabili. Sono tutti ingenui, innamorati dei cattivi, traditori della patria, avidi delle cifre enormi quanto false che, secondo i loro detrattori, riceverebbero come compenso.Tutti ingenui, vittime dei loro “amici terroristi”, come se persone del genere potessero mai congiurare davvero con i terroristi o come se davvero coltivassero calde relazioni con questo o quell'assassino. Tutti hanno subito violenze che hanno reso contenti molti dei loro compatrioti, che non hanno avuto ritegno a farlo sapere e ad esultare per le loro sofferenze.

[Image] Non deve stupire nemmeno che gente senza dubbio razzista usi l'accusa di razzismo contro altri,  Berlusconi accusa i giudici di essere Brigate Rosse ed eversori e fa scuola. Lo stile è lo stesso e usare sistematicamente l'accusa di antisemitismo come uno scudo, non è una roba da perfidi ebrei, è lo stile dei tempi, se Bush ha potuto dire che Saddam era pronto ad aggredire militarmente il territorio metropolitano statunitense senza che tutti scoppiassero a ridere, vuol dire che vale tutto e la tecnica è identica. Così com'è lo stesso l'estremismo di destra al quale s'ispirano questi personaggi che parlano di libertà e poi difendono a spada tratta un governo che pratica l'apartheid e il segregazionismo persino tra gli ebrei, perché c'è qualcuno che sostiene che ci sono ebrei più ebrei di altri ed è anche molto di moda.

In Israele va sempre peggio e quella del maccartismo è una pratica usata senza risparmio. Si invocano indagini sulle organizzazioni israeliane per la difesa dei diritti umani e ogni giorno si pratica il pestaggio mediatico delle voci dissonanti, che nonostante tutto ci sono, ma che sono accusate d'intelligenza con il nemico o addirittura di essere ebrei auto-odianti. Geniale creazione retorica con la quale colpire i correligionari dissenzienti, che logicamente non possono essere accusati di essere antisemiti. Si dice allora che sono malati e che odiano l'ebraismo e Israele perché hanno subito qualche trauma, mentre per i cittadini arabi si propone l'espulsione o di privarli di qualche diritto per cominciare. Questo è il livello del confronto e del dibattito che impongono i “buoni”, quelli che dicono di rappresentare la civiltà, in Israele come fuori.

C'è anche in Italia un problema non piccolo, rappresentato dal fatto che questo maccartismo un po' cialtrone è esercitato con lena un po' da tutti, non solo dai berlusconiani di osservanza più stretta.Il pezzo su Il Corriere della Sera di Pigi Battista ne è un esempio ributtante quanto congruo e conferma semmai che il grosso della produzione di genere proviene proprio da quelli che hanno fatto della moderazione uno stile. Moderati che mordono rabbiosi all'occorrenza, il branco li fa forti e con loro fa forti decine di aspiranti corsivisti che ispirandosi a loro si atteggiano a difensori di una civiltà che in realtà ignorano, ma che adora e premia chi si conforma a queste pratiche.

[Image] Tutta gente che scrive cose pesanti, spesso false ed estremamente razziste, basterebbe sostituire nei pezzi di alcuni di questi la parola "ebrei" dove parlano di islamici, musulmani o addirittura dei migranti, per avere dichiarazioni capaci di sollevare lo scandalo universale. Invece di essere condannati o cacciati, questi razzisti sono apprezzati e non è strano, vista la folta rappresentanza di razzisti con il bollino in Parlamento. Invece di ostracizzare chi sostiene balle evidenti lo si premia perché rema nella direzione giusta e c'è la ressa per distinguersi in questo senso. Inutile dire che tutti questi hanno sostenuto le guerre preventive e anche quelle non preventive e che tutti hanno tratto qualche evidente vantaggio da queste attività, dalla Betulla al Pinocchio d'Egitto, giù fino al Terrore dei Supplì e al resto della galleria di freak che si agitano per guadagnare posti al sole tra gli araldi della mitica civiltà giudaico-cristiana, tutti insieme appassionatamente.Tutta gente che se c'è da scrivere una balla non si tira indietro, qualcuno di questi è stato anzi un precursore dell'attacco a una bloggher che spernacchiano i giornalisti che lo accusava di andare in confusione e scrivere assurdità. Gente che insulta i morti, e stupra la verità, giornalisti che vedono solo da una parte e che a distanza di anni evocano ancora “quelli” che gridavano “10-100-1000 Nassirya”, quando gli fai notare che qualcuno ha detto o scritto cose disumane. Come non fossero lì a fomentare l'odio contro qualcuno tutti i giorni, ora contro i comunisti, ora contro gli islamici e poi gli immigrati. Biloslavo che parla dell'odio di Arrigoni per Israele, non ha idea di quello che scrivono i suoi colleghi di testata quando si parla di musulmani? E se ne parla parecchio su Il Giornale. Insieme a Biloslavo Il Giornale ospita anche il rituale sciacallaggio di Iena Nirenstein, che in quanto a razzismo non si fa mancare niente e che ne ha anche per il presidente Napolitano: “Ma più ancora colpisce, con tutto il sincero rispetto per la figura del presidente della Repubblica, che nel suo giusto comunicato di cordoglio Giorgio Napolitano, invece di biasimare l'integralismo islamico, chieda la «ricerca di una soluzione negoziale al conflitto che insanguina la regione”. Stupisce che si chieda un accordo di pace quando un italiano muore in mezzo a una situazione di guerra? No, dice lei che “Con la stessa coerenza, avrebbe potuto invocare qualsiasi altra buona causa: la lotta alla fame nel mondo o alla prostituzione infantile. Invece ecco che si richiama Israele a qualche misteriosa responsabilità. Ma la colpa è dell'integralismo islamico, che c'entra tirarci dentro il dolente testimone e vittima di questo grande problema comune?”. Sorvolo sulle parole piene di rispetto che anche lei dedica alla vittima e osservo che non c'è bisogno di accusare Israele della morte di Arrigoni, perché l'atteggiamento di Israele appaia ingiustificabile e da modificare radicalmente il prima possibile.[Image]Nirenstein lo sa, come lo sa la sua coda di paglia. Gli insulti ai morti si sprecano in occasioni del genere, c'è pure la nota pasionaria razzista che ha scritto che Arrigoni è diventato umano solo un attimo prima di morire, perché prima odiava Israele e quindi non era umano. Il quadro ideologico è evidente, la pesante opera di propaganda è plateale e fa perno su messaggi duri e offensivi, che puntano alla degradazione e alla calunnia dell'interlocutore, subito vestito dei panni del nemico assassino e bestiale e quindi offerto al linciaggio dei buoni. Arrigoni non ha mai fatto un solo atto di violenza contro Israele, pur avendone subiti diversi, ma la sua immagine deve essere distrutta, perché l'esistenza stessa di un pacifista o di un operatore umanitario segnala l'esistenza di un conflitto e di sofferenze che agli italiani si preferisce nascondere e riassumere poi in versioni di fantasia, nelle quali è l'occupante ad essere minacciato dal popolo che mantiene in prigionia. Per questo non ci possono essere sostenitori dei diritti umani sul campo, devono essere tutti per forza terroristi o complici dei barbari terroristi. C'è da capirlo, gli operatori umanitari sono uno specchio che restituisce un'immagine che nessuno vuole vedere.Questa è la gente che poi accusa gli attivisti che operano in difesa dei diritti umani di essere razzisti o complici dei "terroristi", poi ci sono parecchi confusi, quelli che vivono da cerchiobottane e infine gli estremisti della destra, berlusconiana e non, con i quali la destra filo-israeliana e cialtrona si trova benissimo. Una sintonia con Tel Aviv che si riflette nel sostegno della rappresentanza politica delle comunità ebraiche al governo della destra eversiva e in pessimi show degli ex-fascisti a Gerusalemme.Una bella alleanza (autocit.) che ha portato la comunità ebraica italiana a votare per la destra fascista come ai bei tempi, prima che (pare per per un banale malinteso ormai risolto e scusato) gli ebrei italiani venissero mandati ai forni dai simpatici fascisti. Destra che comunque gli ebrei li disprezza ancora oggi, anche se si è aperta una frattura tra quelli che comunque li apprezza in quanto massacratori di musulmani e quelli (una minoranza) che proprio non ce la fanno e tengono per l'Iran sperando che liberi il mondo da Israele. C'è gente che agli insegnamenti della storia preferisce la presunzione di aver capito tutto e di riuscire a non ripetere i tragici errori del passato e tra questi la dirigenza della comunità ebraica italiana spicca in maniera imbarazzante

In virtù di questa alleanza e consonanza, i portavoce dell'ebraismo italiano liquidano come antisemiti i "comunisti" (si sente la scuola berlusconiana) che osano criticare Israele e abbassano la voce sul razzismo del governo. Non è che sia proprio una peculiarità italiana, simili agit-prop (che nel caso israeliano si chiama Hasbara) hanno dato dell'antisemita persino a Obama (che si è preso pure del negro, perché loro non sono razzisti) e lo stesso trattamento è stato riservato a qualunque leader abbia osato criticare Tel Aviv, a cominciare dall'irlandese Ashton, prima ministro degli esteri dell'Unione Europea e subito insulata alla prima dichiarazione sgradita in Israele. Sui commenti online dei siti israeliani è normalissimo che si consideri antisemita il governo britannico, quello francese e persino quello tedesco, nonostante la Germania sia il paese che accoglie il maggior numero di immigrati ebraici di qualsiasi altro paese, persino di Israele, segno evidente che anche gli ebrei "votano con i piedi" e preferiscono la democratica Germania alla sempre più teocratica Israele. [Image]Leggo il sito governativo nel quale il governo israeliano offre suggerimenti su cosa dire per sostenere la causa israeliana nelle discussioni online. Vedo che non c'è molto nel merito. Si suggerisce invece di vantare le grandi conquiste degli scienziati israeliani, elencare il numero dei nobel, ricordare di quanti imperdibili prodotti di consumo si dovrebbe fare a meno se non ci fosse Israele. Capita spesso nelle discussioni in rete di trovare uscite del genere e vengono da lì, gli hanno detto di fare così. Ma dietro l'Hasbara non ci sono ragioni capaci di giustificare la progressiva colonizzazione della West Bank, l'aver rinchiuso da un lato i palestinesi a Gaza e dall'altro in una serie di isole, bantustan in un mare di aree vietate “per sicurezza” degli occupanti o proprio occupate da coloni. Niente che giustifichi le migliaia di arresti arbitrari di palestinesi, detenuti da anni senza l'ombra di un'accusa, di un processo, di una pena o la pratica degli omicidi mirati, le punizioni collettive, le rappresaglie dei coloni israeliani che si vendicano dei provvedimenti sgraditi del governo israeliano attaccando i palestinesi che hanno la sventura di abitargli vicino. Tutto questo non è colpa di Hamas, che è arrivata dopo. Non è nemmeno colpa di al Qaeda, ma piena responsabilità di Israele che ha goduto della massima libertà di manovra e del potere assoluto di vita e di morte su tutti gli abitanti dei Territori e di Gaza per decenni. Che nessuna reale esigenza di sicurezza può aver mai costretto a costruire abitazioni civili in tutta la West Bank. Sono banalità indubitabili, come sono indiscutibili la brutalità del massacro sulla Mavi Marmara e delle ultime aggressioni a Libano e Gaza. Tre episodi che secondo Israele e i suoi fan sono stati altrettanti episodi di “legittima difesa”, ma che contribuiscono a sconsigliare, ai politici e agli ufficiali israeliani, di visitare certi paesi europei nei quali potrebbero essere imprigionati e giudicati per crimini di guerra e contro l'umanità.Il volto d'Israele è quello del ministro degli esteri Lieberman, un brigante russo abituato a minacciare e insultare chiunque, platealmente razzista. La razionalità del governo è quella del ministro della sanità, che quando andava di moda la pandemia è andato in televisione a dire che aveva deciso che non bisognava chiamare così l'influenza suina, meglio chiamarla influenza messicana perché il maiale non è kosher (I messicani saranno kosher?). La credibilità di Israele è quella di Netanyahu, che in un'intervista a Minoli si vantò di aver posto condizioni impossibili ad Arafat e che i Palestinian Papers hanno confermato essere ancora lì, a rifiutare persino le offerte “impossibili” di un'ANP sempre più disperata. Uno del quale in patria non si fida nessuno e che fuori ha forse meno credibilità di Berlusconi, un paranoico che ha chiesto ai servizi segreti d'indagare e spiare i suoi collaboratori più stretti, dei quali evidentemente non si fida.La lista di infrazioni alle leggi internazionali da parte d'Israele è lunghissima, pochi giorni fa con un atto gravissimo, e per la seconda volta in un paio d'anni, una squadra aerea israeliana ha colpito con un missile un veicolo in transito su una strada sudanese. Israele non commenta mai questo genere di episodi, non conferma e non smentisce, si limita semplicemente ad ignorare con arroganza qualsiasi accusa, richiesta o indagine internazionale, ma non ci sono dubbi, come non ce ne sono mai stati per l'assassinio a Dubai, un fallimento diplomatico che resterà negli annali delle cose da non fare. Alle proteste del Sudan non ha fatto caso nessuno, Israele colpisce (dicono gli israeliani) il traffico di armi verso Gaza, ma lo fa violando la sovranità di un altro paese (come d'abitudine in Libano) e tirando missili sulle sue strade. Immagino per un momento le reazioni all'uccisione di qualcuno, in quel modo, su una strada europea o americana da parte di forze di un altro paese. Nella distanza tra quello che ho immaginato dopo il missile di un paese ostile sganciato su una autobahn, una highway o una autoroute e il nulla nel quale si sono perse le proteste sudanesi, si trova lo stato d'eccezione e il doppio standard che assicura l'impunità a un governo di criminali che si comporta da criminale.Il problema d'Israele è dentro Israele e le comunità ebraiche ed è lì che deve essere risolto. Chi è veramente preoccupato per la salute d'Israele dovrebbe chiedersi dove si vuole arrivare e se ci si arriverà mai così. Gli amici d'Israele dovrebbero spiegare ad Israele che questi stati d'eccezione non sono mai durati in eterno nella storia e che spesso poi hanno preteso prezzi imprevisti, non si aiuta di certo la creazione di un paese moderno e democratico supportando i religiosi barbuti o i nazionalisti che propugnano. Eppure all'Occidente i religiosi barbuti piacciono, sono la migliore garanzie del perpetuarsi dello stato di guerra permanente e infatti l'Occidente finanzia o ha finanziato e supportato ogni genere d'estremismo religioso ovunque nel mondo, spesso risultando determinante nel favorire il dilagare del fanatismo. I nemici dell'Occidente sono i pacifisti, quelli che chiedono il rispetto delle leggi e dei diritti umani da parte di tutti i paesi, i fanatici barbuti sono miniere d'oro, il pretesto per aggirare le leggi che in democrazia limitano il potere dell'esecutivo e lo spauracchio per offrirsi come protettori alle opinioni pubbliche spaventate.Un'Israele devastata dal nazionalismo, dal razzismo e dall'estremismo religioso non serve a nessuno se non a chi guadagna dalla guerra, ma serve ancora di meno come casa e rifugio degli ebrei, visto che già sono numerose le manifestazioni d'intolleranza verso i non abbastanza ebrei o gli ebrei eretici, secondo il giudizio degli ortodossi al potere. Difficile credere che i padri fondatori d'Israele avessero in mente di riempirla di fanatici religiosi, impossibile credere che i primi coloni aspirassero a un paese nel quale si pratica la segregazione tra gli stessi ebrei, nel quale è possibile sposarsi solo con il rito ortodosso e nel quale il clero ortodosso sta cercando di ottenere il potere di stabilire con la forza della legge chi sia ebreo e chi no. Molti confini invalicabili sono già stati passati, le pubbliche raccomandazioni per le ragazze ebree a non accoppiarsi con i ragazzi non ebrei (viceversa si può perché sono misogini come molti colleghi cristiani e musulmani), a non affittare o vendere case a non-ebrei, la pretesa d'imporre canoni di comportamento e d'abbigliamento religiosi in vaste zone del paese, fino a quella di confinare le donne sul fondo degli autobus o di rifiutare la moderna istruzione pubblica in favore di un'istruzione religiosa che ha ben poco da invidiare per oscurantismo a quella delle più famigerate madrasse.Queste sono solo alcune delle manifestazioni del cancro che corrode Israele e che, come in Italia, insegue e perseguita gli oppositori fin dentro alle aule scolastiche e universitarie. Come in Italia si demolisce l'istruzione pubblica e laica a favore di quella confessionale ed è paradossale notare che anche tra quelli che si oppongono con forza al degrado berlusconiano, poi si ritrovino a raccontare balle per difendere e incensare i governi d'Israele, che invece vanno ben oltre la barbarie made in Arcore. Ci arriva persino lo staff di uno come Justin Bieber a capire che non è il caso di prestarsi alla sporca propaganda di Netanyahu, che voleva esibirlo insieme ai bambini israeliani che vivono vicino a Gaza, minacciati dai reclusi a Gaza che l'esercito israeliano usa per il tiro a segno.Di questa malattia e di queste enormi responsabilità (grandi almeno quanto l'arsenale israeliano) devono farsi carico gli israeliani e gli amici di Israele, che non è minacciato da nessuno e che semmai è un pericolo per i vicini come per la sua stessa permanenza tra i paesi più o meno civili e democratici.Non serve a nulla quindi il miserabile maccartismo esercitato contro i pochissimi che ancora sopportano queste infami molestie e le valanghe d'insulti, pur di dire liberamente ciò che sentono e pensano sulla situazione israelo-palestinese. La libertà di stigmatizzare l'evidenza, per la quale ormai sono anni si è persa di vista la possibilità di un accordo di pace ed è perché Israele ha fatto capire in tutti i modi di non essere interessata. Un'affermazione che non può essere oggetto di censura o pretesto per aggressioni e linciaggi. È un diritto che in tutti gli altri paesi europei è assicurato senza alcun problema, una verità ampiamente condivisa da analisti e diplomatici di tutto il mondo, perché è supportata dai fatti, dalla storia e dalla cronaca e da autorevoli esponenti politici al governo di solide democrazie, non sospettabili di essere inquinate dall'antisemitismo di massa.Così com'è evidente che l'alleanza tra Stati Uniti, Israele e le peggiori autocrazie mediorientali non è determinata dall'esigenza di risolvere contrasti tra civiltà o animata da nobili sentimenti, non si possono spacciare le amministrazioni Bush, i governi israeliani e la dinastia saudita per paladini dei diritti umani e delle libertà individuali, e ancora meno della democrazia o del diritto. Sono solo governi che calpestano platealmente i diritti umani con il pretesto di dover combattere qualche migliaio di fanatici male in arnese. L'azione eversiva delle amministrazioni Bush nei confronti dell'assetto costituzionale statunitense è stata ancora più devastante di quella di Berlusconi in Italia, ma i sedicenti filo-americani non sembrano preoccuparsene.

Si preoccupano solo di definire anti-americani quelli che criticano le follie di Washington o antisemita chi critica Israele. Non sfugge come le modalità becere e l'ampio ricorso alla menzogna siano la cifra comune della propaganda nei tre paesi e non sfugge che in tutti e tre i paesi chi si è opposto alle guerre è stato criminalizzato e vessato. Ancora di più di quando a dimostrare che aveva ragione è lo stesso Bush, che rinuncia agli impegni in Europa perché rischia l'arresto per aver autorizzato la tortura e averlo ammesso pubblicamente.La società israeliana è una società che per anni ha vissuto in stato di guerra a causa dei nemici esterni, ma soprattutto del nazionalismo militarista al suo interno, che non ha mai voluto concedere respiro alla società israeliana. Non è un caso che i premier israeliani siano sempre scelti tra i generali. Come non è un caso che l'unico premier israeliano che ci aveva provato sia stato ucciso da un fanatico israeliano. E da quello che è successo dopo, sembra che non che si aspettasse altro per dimenticare fino a dove erano arrivati Rabin e Arafat spinti da Clinton. Arafat è stato delegittimato e ha finito la sua carriera assediato in un edificio preso a cannonate dagli israeliani, che intanto favorivano l'emergere di Hamas come fattore di contrasto all'OLP e davano il via a un massiccio piano di colonizzazione abitativa e di segregazione fisica della popolazione palestinese nella West Bank.Questa evoluzione negativa è stata tollerata da tutti o quasi in Italia e supportata fino ad arrivare alle conseguenze di oggi, con gli alfieri d'Israele che rispondono con arroganza e disprezzo a qualsiasi critica, contando sul sostegno esplicito dei medi acontrollati dalla maggioranza di governo e sulla complicità di chi ha capito che criticando Israele si raccolgono rogne e nessuna ricompensa.[Image]Se vuoi fare “l'umanitario” ci sono cause innocue e su misura con le quali i razzisti si vestono da portatori di civiltà, meglio lasciar perdere i palestinesi. Ci si può battere ad esempio per salvare la vita di una Sakineh, che ha il pregio di essere stata condannata in Iran per aver organizzato l'omicidio del marito, ci si può esercitare contro la brutalità del regime iraniano e tutto va bene. Arrivano i media, si va in televisione, alla radio, ma poi contro il massacro dei tunisini, degli egiziani o dei libici nessuno degli “umanitari” e araldi della democrazia e della libertà a gettone si attiva.

Non si sa mai che si offenda qualcuno, mentre in quell'immenso bacino di dittatori stragisti che è l'Africa si può solo aderire alla causa del popolo del Darfur, che le potenze hanno prima hanno invitato a sollevarsi e poi hanno lasciato massacrare, tragedie viste e riviste. Meglio lasciare che a spiegarci le rivolte in Nordafrica siano quelli che già hanno dimostrato di sapersi rendere utili quando c'è stato da attaccare l'Iraq e che ora servono a legittimare la "liberazione" dei libici e le spietate repressioni delle proteste nei paesi del Golfo.Rivolgersi contro dittatori africani è una perdita di tempo, una condanna all'irrilevanza, organizzare una manifestazione per le vittime delle dittature etiope ed eritrea (peraltro ex colonie) che ci riempiono di profughi in fuga dalle loro crudeltà è impossibile. Al massimo l'Eritrea entra nelle notizie quando beccano un Prosperini che prende le tangenti dai negri, dagli stessi che in televisione diceva di voler cacciare a muso duro. Ma se parli male dell'Eritrea o dell'Etiopia non interessa a nessuno, se invece diffondi notizie che mettono in cattiva luce Israele, ecco la canea filo-israeliana.Una canea che silenzia e spinge all'auto-censura soprattutto i politici e i giornalisti sensibili alla carriera, quelli che lavorano per le aziende più grandi e prospere, tutte più o meno allineate nel sostegno alla “guerra al terrorismo”. La magica formula che ha trasformato d'ufficio tutti i movimenti di resistenza da combattenti per una causa in criminali. Criminali malvagi, contro i quali è possibile usare qualsiasi mezzo, compresi gli omicidi mirati e le punizioni collettive, che di norma non si possono usare nemmeno contro i peggiori criminali perché pratiche barbare e incivili. Pratiche recentemente adottate anche dagli USA di Obama in Afghanistan, alla faccia del winning hearts and minds. [Image]Ci può essere gente che s'offende se si dice che Israele pagava al corrotto governo egiziano le tangenti sul gas, magari qualcuno si turba se si viene a sapere che gli attentati a Sharm el Sheik, nei quali perirono sei italiani, sono stati organizzati dal regime per punire un concorrente del figlio di Mubarak, che di quelle tangenti e dei profitti del turismo a Sharm ne voleva una fetta più grossa. E allora non si dice, anche se si sa ormai da settimane che quello ed altri attentati, come quelli ai cristiani egiziani, sono stati opera del regime di Mubarak. E lo si sa dai documenti ufficiali usciti dagli uffici dei servizi invasi dalla rivoluzione, con bolli e firme sugli ordini per la loro esecuzione. Ma è una notizia che è rimasta in Egitto, chi l'ha tradotta in italiano non ha avuto fortuna, si vede che non interessa come non interessa quello che succede a Gaza. La morte dei sei italiani è già stata attribuita ai “terroristi”, non è bene turbare gli italiani facendo loro sapere che li ha uccisi l'amico Mubarak.Sarà per questo che “il nostro corrispondente” da Israele è Claudio Pagliara, che vive lì e fatica a trovare notizie o temi più interessanti della promozione turistica d'Israele nonostante sia circondato da paesi in rivolta e dallo scorrere impetuoso della storia.È chiaro a chiunque voglia vederlo che un meccanismo del genere, per quanto offra indiscutibili vantaggi immediati, a gioco lungo degrada fino ad azzerarlo il dibattito pubblico, quando c'è il maccartismo e la messa all'indice dell'interlocutore non ci può essere confronto e lo vediamo bene quando si prova a confrontarsi con i fedeli di Berlusconi. Chi si rende complice attivo o passivo di questo stato di cose è la vera minaccia al futuro d'Israele, proprio come è una minaccia al futuro dell'Italia lo squadrismo mediatico scatenato dal premier e dalla sua corte. Sono una minaccia gli estremisti ebraici e la destra israeliana. Ma sono una minaccia anche i partiti di destra nei paesi occidentali, che all'occorrenza non avranno difficoltà in futuro a rimpiazzare i musulmani con gli ebrei nel ruolo di subdolo nemico e che già ne hanno dato prova, facendo circolare la tesi che la crisi americana è colpa della mitica finanza ebraica.

E sono una minaccia soprattutto gli ignavi, quelli che per la carriera o il quieto vivere annusano l'aria e si dispongono al vento di giornata e non parlo di quelli pagati per fare propaganda, ma di, quelli incapaci di prendere parte contro l'opinione dominante, quelli che non vogliono scontrarsi con nessuno e che si voltano dall'altra parte quando passano gli orrori, quelli che sono garantisti per i grandi criminali e forcaioli con la plebe, quelli che credono di elevarsi al di sopra delle umane tragedie ignorandole, quelli che nel bel mezzo delle guerre fanno i guerrieri linciando i pacifisti, i testimoni non allineati o i medici che prestano soccorsi umanitari.Questi sono i nemici d'Israele in tutta evidenza e non solo d'Israele. Questi sono i terroristi “come quelli di Hamas”, i sostenitori di dittature spietate e quelli che rifiutano di essere soggetti alle leggi internazionali che invocano contro gli altri. Sono questi che coprono le stragi e i loro autori spacciandoli per liberatori e portatori di democrazia contro l'oscurantismo islamico, sono loro quelli brutti e cattivi, non certo quelli che muoiono nel tentativo di aiutare qualcuno o di testimoniare qualche dramma, facendo circolare la tesi che la crisi americana è colpa della mitica finanza ebraica.

E sono una minaccia soprattutto gli ignavi, quelli che per la carriera o il quieto vivere annusano l'aria e si dispongono al vento di giornata e non parlo di quelli pagati per fare propaganda, ma di, quelli incapaci di prendere parte contro l'opinione dominante, quelli che non vogliono scontrarsi con nessuno e che si voltano dall'altra parte quando passano gli orrori, quelli che sono garantisti per i grandi criminali e forcaioli con la plebe, quelli che credono di elevarsi al di sopra delle umane tragedie ignorandole, quelli che nel bel mezzo delle guerre fanno i guerrieri linciando i pacifisti, i testimoni non allineati o i medici che prestano soccorsi umanitari.Questi sono i nemici d'Israele in tutta evidenza e non solo d'Israele. Questi sono i terroristi “come quelli di Hamas”, i sostenitori di dittature spietate e quelli che rifiutano di essere soggetti alle leggi internazionali che invocano contro gli altri. Sono questi che coprono le stragi e i loro autori spacciandoli per liberatori e portatori di democrazia contro l'oscurantismo islamico, sono loro quelli brutti e cattivi, non certo quelli che muoiono nel tentativo di aiutare qualcuno o di testimoniare qualche dramma.
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