involuzione

involuzione
Poche cose abbiamo imparato dalla storia all'infuori di questa: che le idee si condensano in un sistema di ortodossia, i poteri in una forma gerarchica e che ciò che può ridare vita al corpo sociale irrigidito è soltanto l'alito della libertà, con la quale intendo quella irrequietezza dello spirito, quell'insofferenza dell'ordine stabilito, quell'aborrimento di ogni conformismo che richiede spregiudicatezza mentale ed energia di carattere.
Io sono convinto che se non avessimo imparato dal marxismo a vedere la storia dal punto di vista degli oppressi, guadagnando una nuova immensa prospettiva sul mondo umano, non ci saremmo salvati. O avremmo cercato riparo nell'isola della nostra interiorità o ci saremmo messi al servizio dei vecchi padroni. Ma tra coloro che si sono salvati, solo alcuni hanno tratto in salvo un piccolo bagaglio dove, prima di buttarsi in mare, avevano deposto, per custodirli, i frutti più sani della tradizione intellettuale europea: l'inquietudine della ricerca, il pungolo del dubbio, la volontà del dialogo, lo spirito critico, la misura nel giudicare, lo scrupolo filologico, il senso della complessità delle cose.
Norberto Bobbio

domenica 6 novembre 2011

Mobilitazione nazionale a sostegno della Resistenza Libica Lealista e della Repubblica Araba Di Siria; contro la sudditanza italiana alla NATO e per la sovranità dell’Italia – Sabato 26 Novembre alla NATO di Bagnoli (Napoli)

L’operazione di guerra della NATO contro la Libia, ideologicamente giustificata con la retorica dei diritti umani e della democrazia – che in Italia ha trovato nel Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il suo maggiore ed indefesso sostenitore in quanto rappresentante più autorevole del “partito americano” – ha raggiunto l’obiettivo che fin dal primo giorno si era fissato – e che ha sempre cercato di mascherare grazie alla copertura di tutti i mass media occidentali della NATO e dei suoi intellettuali di punta – ovvero l’uccisione del capo del governo della Giamahiria Muammar Gheddafi, e dei suoi stretti collaboratori, omicidio indispensabile per ottenere quel “regime change” che le centrali del potere atlantico si erano prefissati di ottenere fin dall’inizio della guerra.
“La Libia è stata infatti vittima di un’ennesima aggressione della Nato, politicamente per nulla diversa da quella contro la Serbia nel 1999 e da quella contro l’Iraq nel 2003, per scopi totalmente geopolitici (approvvigionamento petrolifero e insediamento di un governo non ostile a Washington) e geo-strategici (espansione della sfera d’influenza della Nato, attraverso il comando Africom), volti al contenimento di potenze rivali nei fondamentali scenari del Vicino Oriente e del Mediterraneo”. (testo ripreso da qui)

Il 20 Ottobre, il ritornello propagandistico della “protezione dei civili” si è frantumato platealmente: Muammar Gheddafi è stato deliberatamente ucciso nella sua città natale di Sirte, dopo aver eroicamente resistito fino all’ultimo, fra la sua gente, alla guerra totale scatenata dalla NATO. La dinamica della morte del Colonnello, oltre a confermare l’integrità e lo spirito libero del capo della Giamahiria, esemplifica bene quelle che sono state le caratteristiche di questa guerra criminale, ovvero una guerra a guida USA/NATO in cui i ratti libici del CNT hanno fatto solo da bassa manovalanza: i droni americani hanno individuato e sparato al convoglio su cui viaggiava il colonnello, aerei francesi sono arrivati in supporto a bombardare, truppe a terra delle SAS britanniche hanno coordinato i ribelli e gli hanno accompagnati a ridosso delle macerie: a quel punto i ratti qaedisti della NATO hanno provveduto a finire i giochi nel modo orripilante che tutti abbiamo avuto modo di vedere.
Dopo la morte di Gheddafi può cominciare ufficialmente la ripartizione della “torta libica” da parte delle grandi potenze della NATO, con USA, Francia e Inghilterra in testa; ma la resistenza lealista è tutt’altro che doma, guidata da Saif Al Islam Gheddafi e dalle tribù che gli hanno rinnovato fedeltà. E’ pertanto certo che, in un modo o nell’altro, con questa o con quella copertura giuridica, le forze militari dei paesi NATO non lasceranno la presa sulla Libia, coinvolgendo in questo compito di “stabilizzazione” anche l’Italia, che non avrà margine per sottrarsi.
La NATO ha pertanto raggiunto il suo obiettivo in Libia. Ora a chi tocca? Le mire sembrano essere tutte dirette alla Siria. “Da Marzo 2011, si è scatenata infatti la macchina mediatica della NATO contro la Siria di Assad, replicando lo stesso schema utilizzato dalla propaganda di guerra contro Gheddafi per giustificare moralmente l’intervento militare di fronte all’opinione pubblica occidentale, invocando una nuova “azione umanitaria in difesa dei civili”: Assad sarebbe un feroce dittatore autore di abominevoli repressioni contro la popolazione civile che vuole democrazia e libertà; Assad sarebbe un uomo politicamente finito odiato dal suo popolo, etc,.etc. Non importa che i disordini siano in realtà dovuti anche qui a terrorismo armato guidato da componenti esterne alla società siriana; no, le falsità dei media della NATO sono fondamentali per spianare la strada alle sanzioni economiche, alle menzognere risoluzioni dell’ONU e, in ultimo, all’aggressione militare funzionale alle mire strategiche dell’occidente euro-atlantico.Come per la Libia, l’Italia ha seguito e segue supinamente passo dopo passo l’escalation pianificata dalla NATO contro la Siria e tutto fa pensare che l’ “Italian Repubblic” non si sottrarrà a partecipare ad una nuova aggressione militare contro un paese sovrano, laico e socialista, se le verrà ordinato di farlo dai suoi padroni di Washington e Londra. E dopo la Libia e la Siria, sarà il turno dell’Algeria, o magari della Russia, come auspicato dal senatore americano, ex candidato alla presidenza, John McCain? Dove condurranno l’Italia le strategie guerrafondaie di quei paesi, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, che guidano e la fanno da padroni nella NATO?” (testo ripreso da qui)
Questo stato di sudditanza dell’Italia alla NATO e agli USA trova la sua più clamorosa ed evidente testimonianza nelle oltre 113 basi NATO-USA presenti sul territorio italiano, da dove vengono coordinate e dirette le operazioni militari nel Mediterraneo e in Africa, compresa quella di Libia.
“Come per la Libia, anche nel caso della Siria, nessun movimento, partito o gruppo è riuscito ad alzare una voce forte e decisa contro questo nuovo tentativo di aggressione, tanto più a sinistra e nel mondo tradizionalmente “pacifista”, dove si è sostenuta la linea imperialista e neo-colonialista imposta da Obama, da Cameron e da Sarkozy. Preso atto del fallimento storico e politico di queste componenti della società civile, e dell’impossibilità per le ragioni anti-imperialiste e della sovranità nazionale di avere una seria rappresentanza all’interno di istituzioni e grandi organi di stampa” (testo ripreso da qui), alcuni membri del comitato promotore della mobilitazione del 30 agosto a Roma e di quella del 15 Ottobre a Milano, hanno deciso di dare continuità all’aggregazione di forze ed intenti di quella manifestazione, allargandone la piattaforma, per organizzare un nuovo presidio unitario a sostegno della resistenza lealista in Libia, della Repubblica Araba di Siria e per la sovranità dell’Italia. E’ perciò convocato un :
PRESIDIO A NAPOLI,
VICINO ALLA BASE NATO DI BAGNOLI,
SABATO 26 NOVEMBRE 2011,
DALLE 14.30 ALLE 16.30, CON CONCENTRAMENTO ALLE 15.30,
PER CHIEDERE:
1. La fine immediata di qualsiasi tipo di sostegno e coinvolgimento militare italiano in Libia e da tutte le missioni per conto della Nato e degli Stati Uniti d’America;
2.Il ritiro di tutte le forze armate americane dalle basi militari in Italia, dall’Europa e dal Medio Oriente;
3. La fine di qualsiasi tipo di sostegno dell’Italia alle azioni terroristiche in Siria e ai tentativi di destabilizzazione del paese da parte della NATO.
4. Le dimissioni dei politici italiani servi della NATO e degli USA, come Napolitano, Frattini, La Russa e Berlusconi, per violazione dell’articolo 11 della Costituzione.
PER MANIFESTARE:
1. Il nostro appoggio alla resistenza lealista e alla popolazione libica di fronte ai mercenari, ai tagliagole jihadistii, e all’occupazione della NATO.
2. Il nostro sostegno alla Siria del presidente Assad, vittima degli attacchi terroristici delle bande criminali jihadiste fomentate dall’occidente e dalle squallide campagne mediatiche dei media della NATO.
3. Al mondo, ma soprattutto al popolo libico e siriano, che c’è un’Italia che non dorme e non subisce passivamente i diktat della NATO e che si ribella alle sue logiche criminali e che disprezza i propri politici servi e traditori.
PER ADERIRE SCRIVERE A : 26novembre2011@libero.it

FONTE 

Nessun commento: