Condannato alla crocifissione: datevi da fare con il vostro sindaco.
Vi ricordate Sakineh? Anni fa, il suo faccione troneggiava su una miriade di edifici pubblici e sembrava non ci fosse un sindaco o un assessore che non si stracciasse le vesti per protestare contro la “lapidazione” (ma era una bufala) alla quale era stata condannata questa donna iraniana rea confessa di uxoricidio. Mai sentito parlare di Ali Mohammed Baqir al-Nimr? Nel maggio 2014 è stato condannato alla crocifissione (e questa non è una bufala) per “incitamento alla rivoluzione contro il re dell’Arabia Saudita”: in realtà manifestava – e aveva allora 17 anni - contro la condanna a morte dello zio un famoso imam oppositore del regime dei Saud.
Ma l’Arabia Saudita è uno dei nostri più importanti alleati in Medio Oriente, partecipa con l’Italia e altre nazioni al Gruppo di Londra che finanzia i “ribelli siriani”, è il nostro principale acquirente di armi, è impegnatissimo a fare affari da noi con le “privatizzazioni” e - anche se sta massacrando le popolazioni dello Yemen e finanziando l’ISIS - , nessuno nel governo ha mai trovato qualcosa da ridire. Neanche dopo la sua oscena nomina a Presidente della Commissione dei diritti umani dell’ONU. Neanche dopo l’annunciata condanna a morte di Ali Mohammed Baqir al-Nimr.
Il 15 ottobre la Rete No War di Roma organizza un presidio al Campidoglio per chiedere contro la condanna a morte di questo ragazzo, se non la stessa mobilitazione usata per Sakineh, almeno l’esposizione di un cartellone ufficiale di protesta. Se state a Roma, unitevi al presidio. Altrimenti datevi da fare con il vostro sindaco. E fate girare questo post!
Francesco Santoianni
www.francescosantoianni.it
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