Quindi è stata la sterilizzazione forzata sotto Fujimorismo
organizzazioni femministe hanno applaudito il programma di pianificazione di principio. USAID e UE finanziati con milioni di dollari, che alla fine si è rivelato essere un programma di orrore per le persone colpite.
Nei primi mesi del 2016 ha iniziato ad operare il registro delle vittime di sterilizzazioni forzate (Reviesfo).
Il motivo era quello di registrare e casi di documenti di tutte le
vittime di sparizioni forzate in Perù, una decisione presa dal governo
uscente di sterilizzazioni presidente Ollanta Humala.
Qui di seguito vi presentiamo le prove, il risultato del giro di marzo
(2016) nel dipartimento di Cusco, tre vittime che hanno sofferto e
continuano a soffrire le conseguenze di sterilizzazioni forzate del
secondo mandato dell'ex presidente Alberto Fujimori. O come riassunto Huilca Demetria Molina: "Purtroppo questo disgraziato cinese ci ha fatto questo male."
involuzione
Poche cose abbiamo imparato dalla storia all'infuori di questa: che le idee si condensano in un sistema di ortodossia, i poteri in una forma gerarchica e che ciò che può ridare vita al corpo sociale irrigidito è soltanto l'alito della libertà, con la quale intendo quella irrequietezza dello spirito, quell'insofferenza dell'ordine stabilito, quell'aborrimento di ogni conformismo che richiede spregiudicatezza mentale ed energia di carattere.
Io sono convinto che se non avessimo imparato dal marxismo a vedere la storia dal punto di vista degli oppressi, guadagnando una nuova immensa prospettiva sul mondo umano, non ci saremmo salvati. O avremmo cercato riparo nell'isola della nostra interiorità o ci saremmo messi al servizio dei vecchi padroni. Ma tra coloro che si sono salvati, solo alcuni hanno tratto in salvo un piccolo bagaglio dove, prima di buttarsi in mare, avevano deposto, per custodirli, i frutti più sani della tradizione intellettuale europea: l'inquietudine della ricerca, il pungolo del dubbio, la volontà del dialogo, lo spirito critico, la misura nel giudicare, lo scrupolo filologico, il senso della complessità delle cose.
Norberto Bobbio
Io sono convinto che se non avessimo imparato dal marxismo a vedere la storia dal punto di vista degli oppressi, guadagnando una nuova immensa prospettiva sul mondo umano, non ci saremmo salvati. O avremmo cercato riparo nell'isola della nostra interiorità o ci saremmo messi al servizio dei vecchi padroni. Ma tra coloro che si sono salvati, solo alcuni hanno tratto in salvo un piccolo bagaglio dove, prima di buttarsi in mare, avevano deposto, per custodirli, i frutti più sani della tradizione intellettuale europea: l'inquietudine della ricerca, il pungolo del dubbio, la volontà del dialogo, lo spirito critico, la misura nel giudicare, lo scrupolo filologico, il senso della complessità delle cose.
Norberto Bobbio
lunedì 26 dicembre 2016
venerdì 18 novembre 2016
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martedì 4 ottobre 2016
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lunedì 26 settembre 2016
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giovedì 22 settembre 2016
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venerdì 16 settembre 2016
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Guerra al terrore: un inganno da 5 mila miliardi
di Michele Paris
Un recente studio condotto dalla Brown University negli Stati Uniti ha provato a stimare il costo complessivo dal 2001 a oggi della “guerra al terrore” condotta dalle amministrazioni dei presidenti George W. Bush e Barack Obama. I risultati sono nulla di meno che sbalorditivi e consentono di percepire, anche se con ogni probabilità in maniera parziale, gli effetti distruttivi di un’impresa lanciata per ragioni legate esclusivamente agli interessi economici e strategici di un’altrettanto distruttiva classe dirigente americana.
A tutto il mese agosto di quest’anno, la spesa complessiva sostenuta dagli USA per le guerre ha sfiorato i 5 mila miliardi di dollari. Le voci considerate includono le somme stanziate dal Congresso di Washington per finanziare le operazioni nei teatri di guerra veri e propri, gli interessi sul debito contratto per queste ultime, il bilancio del Dipartimento della Sicurezza Interna e l’assistenza ai reduci fino all’anno 2053.
Il solo costo delle operazioni di guerra all’estero è ammontato in quindici anni a 1.700 miliardi di dollari. Questa cifra viene peraltro considerata a parte rispetto al bilancio ordinario del Dipartimento della Difesa che, nello stesso arco di tempo, si è aggirato addirittura attorno ai 7 mila miliardi di dollari.
Il finanziamento dei conflitti in cui sono coinvolti gli Stati Uniti avviene regolarmente tramite stanziamenti separati, anche se il carattere eccezionale o di emergenza, che spiega appunto le modalità con cui il denaro pubblico viene destinato a questo scopo, ha ormai lasciato spazio alla normalità della guerra permanente. In questo modo risulta evidentemente più facile aggirare eventuali tetti di spesa fissati per le spese militari ordinarie.
I fondi per garantire la sicurezza interna di un paese che, dal 2001, ha assistito a un numero irrisorio di attentati o minacce legate in qualche modo al terrorismo islamico sono stati invece pari a 548 miliardi di dollari. La spesa sostenuta finora per i veterani delle guerre al terrore è stata di 213 miliardi, ma entro il 2053 salirà a quota mille miliardi.
Ingente è anche il peso degli interessi sul debito accumulato dal governo federale per finanziare le guerre, uguale cioè a 453 miliardi. Secondo gli autori dello studio, se gli USA non cambieranno le modalità di finanziamento delle guerre, i soli interessi aumenteranno di mille miliardi nel 2023, per arrivare all’incredibile cifra di 7.900 miliardi nel 2053.
La spesa totale, anche se gigantesca, è destinata ad aumentare nei prossimi anni, dal momento che non è in vista alcun disimpegno degli Stati Uniti all’estero sul fronte militare. Per la guerra in Afghanistan, dove sono tuttora presenti 15 mila soldati americani, l’amministrazione Obama ha chiesto ad esempio più di 44 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2017.
A questa cifra vanno aggiunti, sempre per il prossimo anno, 13,8 miliardi per le operazioni contro lo Stato Islamico (ISIS/Daesh) in Iraq e in Siria e 35 miliardi per il funzionamento del Dipartimento della Sicurezza Interna. Per i ricercatori della Brown University, oltretutto, i fondi di cui il Pentagono sostiene di avere bisogno nei prossimi anni sono sottostimati, soprattutto se verranno implementati i piani militari attualmente allo studio.
Se i numeri sono già di per sé estremamente significativi, lo studio sottolinea nondimeno che essi non possono rendere conto delle conseguenze della guerra sulle popolazioni di Iraq e Afghanistan, né di quelle di paesi come Siria o Pakistan, a cui nel corso degli anni si è allargata la “guerra al terrore”. Nel solo Iraq, la cui società è stata letteralmente distrutta, alcune stime valutano in oltre un milione le vittime seguite all’invasione americana del 2003, mentre i profughi dei paesi interessati dalle guerre degli ultimi quindici anni superano abbondantemente i 12 milioni.
Il numero di vittime tra le forze armate americane e i “contractors” privati in Iraq e Afghanistan è inoltre superiore a 7 mila, mentre più di 50 mila sono i feriti e i mutilati. Difficili da quantificare sono invece i reduci che soffrono di stress post-traumatico e altre forme di disturbo mentale connesse all’esperienza bellica, così come quelli resi permanentemente disabili. Il numero di coloro che rientrano in queste categorie, per i soli Stati Uniti, è certamente nell’ordine delle centinaia di migliaia.
L’intera “guerra al terrore” risulta anche una sorta di enorme inganno ai danni dei cittadini americani e del resto del mondo. Non solo le giustificazioni non corrispondevano alle motivazioni reali che l’hanno innescata, com’è stato dimostrato negli anni successivi all’11 settembre, ma la stessa entità dell’impegno militare e finanziario è stata nascosta all’opinione pubblica.
Lo studio della Brown University ricorda a questo proposito come nell’autunno del 2002, durante la preparazione dell’invasione dell’Iraq, il consigliere economico dell’allora presidente Bush, Lawrence Lindsey, aveva stimato tra i 100 e i 200 miliardi di dollari il tetto massimo del costo della guerra che sarebbe stata lanciata di lì a poco.
Addirittura, Lindsey fu attaccato da più parti e, in particolare, il dipartimento della Difesa del segretario Donald Rumsfeld e la commissione Bilancio della Camera dei Rappresentanti avevano previsto un costo complessivo non superiore ai 60 miliardi di dollari.
Lo spreco di risorse rappresentato dalla “guerra al terrore” documentato per la prima volta dalla ricerca della Brown University è tale da essere quasi difficile da concepire. I 5 mila miliardi di dollari andati perduti in questo modo, sostanzialmente per promuovere o conservare la posizione internazionale del capitalismo americano, possono avere maggiore senso se si considera l’utilizzo che se ne sarebbe potuto fare a beneficio di decine o centinaia di milioni di persone.
Ad esempio, le infrastrutture pubbliche americane, secondo quanto calcolato dalla società USA degli ingegneri civili, sono in uno stato di degrado tale da avere bisogno di investimenti pari a circa 3.200 miliardi nei prossimi dieci anni. Ancora, il debito scolastico complessivo che grava su studenti ed ex studenti negli Stati Uniti ammonta a più di 1.200 miliardi.
La spesa per i buoni alimentari da destinare alle fasce più disagiate della popolazione, soggetta a continui drastici tagli in questi anni perché ritenuta “insostenibile”, è costata infine “solo” 70 miliardi nel 2014 e poco più di 50 nel 2015.
Le voci di spesa sotto continuo assedio nei bilanci federali e che potrebbero essere finanziate con il denaro destinato alle guerre sarebbero molteplici, dall’assistenza sanitaria alle indennità di disoccupazione, dall’edilizia popolare ai fondi pensione dei dipendenti pubblici.
Al contrario, gli stanziamenti per guerre e “sicurezza nazionale” sono destinati a crescere in parallelo agli sforzi per invertire il declino del peso degli Stati Uniti sullo scacchiere internazionale. Se l’impegno per combattere, almeno ufficialmente, qualche migliaia di terroristi ha richiesto quasi 5 mila miliardi di dollari dal 2001 a oggi, c’è da chiedersi quale livello di spesa e quale impatto sulle popolazioni potrebbero avere le guerre del prossimo futuro con potenze militari come Russia o Cina.
http://www.altrenotizie.org
Un recente studio condotto dalla Brown University negli Stati Uniti ha provato a stimare il costo complessivo dal 2001 a oggi della “guerra al terrore” condotta dalle amministrazioni dei presidenti George W. Bush e Barack Obama. I risultati sono nulla di meno che sbalorditivi e consentono di percepire, anche se con ogni probabilità in maniera parziale, gli effetti distruttivi di un’impresa lanciata per ragioni legate esclusivamente agli interessi economici e strategici di un’altrettanto distruttiva classe dirigente americana.
A tutto il mese agosto di quest’anno, la spesa complessiva sostenuta dagli USA per le guerre ha sfiorato i 5 mila miliardi di dollari. Le voci considerate includono le somme stanziate dal Congresso di Washington per finanziare le operazioni nei teatri di guerra veri e propri, gli interessi sul debito contratto per queste ultime, il bilancio del Dipartimento della Sicurezza Interna e l’assistenza ai reduci fino all’anno 2053.
Il solo costo delle operazioni di guerra all’estero è ammontato in quindici anni a 1.700 miliardi di dollari. Questa cifra viene peraltro considerata a parte rispetto al bilancio ordinario del Dipartimento della Difesa che, nello stesso arco di tempo, si è aggirato addirittura attorno ai 7 mila miliardi di dollari.
Il finanziamento dei conflitti in cui sono coinvolti gli Stati Uniti avviene regolarmente tramite stanziamenti separati, anche se il carattere eccezionale o di emergenza, che spiega appunto le modalità con cui il denaro pubblico viene destinato a questo scopo, ha ormai lasciato spazio alla normalità della guerra permanente. In questo modo risulta evidentemente più facile aggirare eventuali tetti di spesa fissati per le spese militari ordinarie.
I fondi per garantire la sicurezza interna di un paese che, dal 2001, ha assistito a un numero irrisorio di attentati o minacce legate in qualche modo al terrorismo islamico sono stati invece pari a 548 miliardi di dollari. La spesa sostenuta finora per i veterani delle guerre al terrore è stata di 213 miliardi, ma entro il 2053 salirà a quota mille miliardi.
Ingente è anche il peso degli interessi sul debito accumulato dal governo federale per finanziare le guerre, uguale cioè a 453 miliardi. Secondo gli autori dello studio, se gli USA non cambieranno le modalità di finanziamento delle guerre, i soli interessi aumenteranno di mille miliardi nel 2023, per arrivare all’incredibile cifra di 7.900 miliardi nel 2053.
La spesa totale, anche se gigantesca, è destinata ad aumentare nei prossimi anni, dal momento che non è in vista alcun disimpegno degli Stati Uniti all’estero sul fronte militare. Per la guerra in Afghanistan, dove sono tuttora presenti 15 mila soldati americani, l’amministrazione Obama ha chiesto ad esempio più di 44 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2017.
A questa cifra vanno aggiunti, sempre per il prossimo anno, 13,8 miliardi per le operazioni contro lo Stato Islamico (ISIS/Daesh) in Iraq e in Siria e 35 miliardi per il funzionamento del Dipartimento della Sicurezza Interna. Per i ricercatori della Brown University, oltretutto, i fondi di cui il Pentagono sostiene di avere bisogno nei prossimi anni sono sottostimati, soprattutto se verranno implementati i piani militari attualmente allo studio.
Se i numeri sono già di per sé estremamente significativi, lo studio sottolinea nondimeno che essi non possono rendere conto delle conseguenze della guerra sulle popolazioni di Iraq e Afghanistan, né di quelle di paesi come Siria o Pakistan, a cui nel corso degli anni si è allargata la “guerra al terrore”. Nel solo Iraq, la cui società è stata letteralmente distrutta, alcune stime valutano in oltre un milione le vittime seguite all’invasione americana del 2003, mentre i profughi dei paesi interessati dalle guerre degli ultimi quindici anni superano abbondantemente i 12 milioni.
Il numero di vittime tra le forze armate americane e i “contractors” privati in Iraq e Afghanistan è inoltre superiore a 7 mila, mentre più di 50 mila sono i feriti e i mutilati. Difficili da quantificare sono invece i reduci che soffrono di stress post-traumatico e altre forme di disturbo mentale connesse all’esperienza bellica, così come quelli resi permanentemente disabili. Il numero di coloro che rientrano in queste categorie, per i soli Stati Uniti, è certamente nell’ordine delle centinaia di migliaia.
L’intera “guerra al terrore” risulta anche una sorta di enorme inganno ai danni dei cittadini americani e del resto del mondo. Non solo le giustificazioni non corrispondevano alle motivazioni reali che l’hanno innescata, com’è stato dimostrato negli anni successivi all’11 settembre, ma la stessa entità dell’impegno militare e finanziario è stata nascosta all’opinione pubblica.
Lo studio della Brown University ricorda a questo proposito come nell’autunno del 2002, durante la preparazione dell’invasione dell’Iraq, il consigliere economico dell’allora presidente Bush, Lawrence Lindsey, aveva stimato tra i 100 e i 200 miliardi di dollari il tetto massimo del costo della guerra che sarebbe stata lanciata di lì a poco.
Addirittura, Lindsey fu attaccato da più parti e, in particolare, il dipartimento della Difesa del segretario Donald Rumsfeld e la commissione Bilancio della Camera dei Rappresentanti avevano previsto un costo complessivo non superiore ai 60 miliardi di dollari.
Lo spreco di risorse rappresentato dalla “guerra al terrore” documentato per la prima volta dalla ricerca della Brown University è tale da essere quasi difficile da concepire. I 5 mila miliardi di dollari andati perduti in questo modo, sostanzialmente per promuovere o conservare la posizione internazionale del capitalismo americano, possono avere maggiore senso se si considera l’utilizzo che se ne sarebbe potuto fare a beneficio di decine o centinaia di milioni di persone.
Ad esempio, le infrastrutture pubbliche americane, secondo quanto calcolato dalla società USA degli ingegneri civili, sono in uno stato di degrado tale da avere bisogno di investimenti pari a circa 3.200 miliardi nei prossimi dieci anni. Ancora, il debito scolastico complessivo che grava su studenti ed ex studenti negli Stati Uniti ammonta a più di 1.200 miliardi.
La spesa per i buoni alimentari da destinare alle fasce più disagiate della popolazione, soggetta a continui drastici tagli in questi anni perché ritenuta “insostenibile”, è costata infine “solo” 70 miliardi nel 2014 e poco più di 50 nel 2015.
Le voci di spesa sotto continuo assedio nei bilanci federali e che potrebbero essere finanziate con il denaro destinato alle guerre sarebbero molteplici, dall’assistenza sanitaria alle indennità di disoccupazione, dall’edilizia popolare ai fondi pensione dei dipendenti pubblici.
Al contrario, gli stanziamenti per guerre e “sicurezza nazionale” sono destinati a crescere in parallelo agli sforzi per invertire il declino del peso degli Stati Uniti sullo scacchiere internazionale. Se l’impegno per combattere, almeno ufficialmente, qualche migliaia di terroristi ha richiesto quasi 5 mila miliardi di dollari dal 2001 a oggi, c’è da chiedersi quale livello di spesa e quale impatto sulle popolazioni potrebbero avere le guerre del prossimo futuro con potenze militari come Russia o Cina.
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mercoledì 14 settembre 2016
io, attilio folliero: Enzo Apicella dal 16 settembre in mostra a Napoli ...
io, attilio folliero: Enzo Apicella dal 16 settembre in mostra a Napoli ...: Attilio Folliero, Caracas, 13/09/2016 Articoli e caricature di Enzo Apicella in questo blog Sito web di Enzo Apicella Pagina Facebook d...
APE.ENNESIMO FAVORE A BANCHE ED ASSICURAZIONI
di Fabrizio Casari
La proposta del governo Renzi per l’anticipo della pensione ai nati tra il 1951 e il 1953, più che una soluzione rappresenta un insulto alle condizioni e all’intelligenza dei pensionati. Regali a banche ed assicurazioni da un lato e prelievo ai pensionati dall’altro, la storiella della nonna che si gode i nipotini, pietra miliare della narrazione renziana della prima ora, rischia di diventare la storia dei nipotini che chiedono l’elemosina per i nonni.
Un’intera generazione si trova esodata o rischia di divenirlo: da un lato perché ritenuta troppo anziana per convenire alle aziende, che preferiscono i salari d’inserimento e le mille forme truffaldine che consentono di pagare salari da terzo mondo ai giovani, piuttosto che sostenere stipendi con seniority importanti. Dall’altra quella stessa generazione è ritenuta troppo giovane per accedere alla pensione anticipatamente e si sceglie quindi di lasciarli in mezzo al guado senza nemmeno una scialuppa.
Non si tratta di risorse disponibili. Ci sono scelte di politica finanziaria e di business che intervengono, più che valutazioni sulla sostenibilità del sistema. In effetti, proprio l’incertezza sul quando e quanto della pensione contribuisce a spingere l’accesso dei pensionandi alla previdenza privata complementare, che si alimenta dell’incertezza e/o dell’insufficienza di quella pubblica. La pensione si allontana, quindi, anche perché se si avvicinasse il business si ridurrebbe.
L’ultima trovata del governo Renzi s’inquadra esattamente in questo contesto. Si offre l’anticipo di tre anni a chi può andare in pensione a fronte di una decurtazione pesante del già scarso assegno ma solo tramite un prestito ventennale con le banche. Non sono possibili percorsi diversi.
E qui si pone la pietra miliare del provvedimento: le banche, che hanno ottenuto dalla BCE la liquidità che va obbligatoriamente immessa nel mercato dei prestiti, troverebbero in questa manovra un modo di erogare denaro, sicure del suo rientro. Si dirà: come fanno ad esserne sicure, visto che la salute non è detto consenta a tutti di arrivare agli 85 anni ed oltre? Non a caso per i mutui ci sono solo porte chiuse e il raggiungimento massimo di 75 anni di età è considerata questione raramente superabile; come mai allora in questo caso si può arrivare agli 85 anni? Presto detto: nel caso di morte prematura o d’inadempienza intervengono le assicurazioni a garanzia! Ovvero l’altra gamba del tavolo degli istituti di credito.
La domanda è d’obbligo: ma perché non viene data la possibilità, a chi può, di anticipare i tre anni di contributi rimanenti in un’unica soluzione e, con il conseguente ricalcolo dei coefficienti, offrirgli la pensionabilità immediata? In fondo chi può pagarsi i tre anni di contribuzione volontaria non avrebbe motivo di ricorrere al prestito oneroso. Invece no, non è possibile: il prestito è obbligatorio per l’operazione. Invece il pagamento diretto dovrebbe essere almeno considerato. Il sospetto che l’operazione sia destinata a rimpinguare le casse di banche e di assicurazioni non può essere rimosso senza dare questa possibilità.
Sono infatti banche ed assicurazioni i due soggetti che guadagnano con l’operazione. La prima erogando prestiti con interessi con il denaro ricevuto dalla BCE, le seconde assicurando lautamente il rischio d’insolvenza causa decessi prematuri. Ma i pensionati non avrebbero nulla da guadagnare nell’operazione, visto che pagherebbero per venti anni l’anticipazione di tre! E per di più pagherebbero con interessi pesanti l’anticipazione del loro denaro.
Dai calcoli dello stesso governo, la decurtazione doppia, ovvero la riduzione dell’assegno e il pagamento degli interessi, renderebbe l’anticipazione del pensionamento un salasso economico che ricadrebbe interamente sul loro reddito per venti, lunghissimi anni. Per fare un esempio, un assegno pensionistico previsto intorno ai 1500 euro al mese, diverrebbe di circa 1200. Il 30% in meno, quando in Francia e in altri paesi europei siamo intorno al 2-4% in meno all’anno.
La fascia media verrebbe privata complessivamente di una percentuale importante dell’assegno e si deve poi considerare che - dato mai sottolineato - ammesso che lo si scelga, contrarre un prestito ventennale su una pensione media, semplicemente impedirebbe di fatto ogni altra esposizione.
Quale? Per esempio un mutuo per acquistare una casa per sé o per i propri figli, come si usava quando l’Italia era un paese normale nel quale l’ascensore sociale esisteva. Questo si concretizzava anche nei sacrifici dei padri a vantaggio dei figli e l’entrata in pensione dei genitori costituiva uno snodo importante, data la certezza dell’entrata e l’arrivo del TFR maturato in una vita di lavoro.
L’incertezza congenita sui trattamenti pensionistici non può proseguire. Sarebbe ora di stabilire un principio: se si vuole rimanere al lavoro fino ai 70 anni, si è liberi di farlo, ma si può andare in pensione dopo almeno 35 anni di contributi versati, che quasi mai peraltro corrispondono agli anni lavorati (questi, di solito, sono molti di più). Ci si dovrebbe andare con i contributi maturati, eventualmente decurtati o anche bloccandoli fino alla soglia della pensione minima prevista del ricalcolo attivo, ma va garantito che, a versamenti contributivi effettuati, corrisponda l’assegno previdenziale.
Solo il rapporto tra questi due elementi può essere considerato legittimo, espressione del patto che intercorre tra Stato e cittadino, con quest’ultimo che versa i suoi contributi previdenziali per riaverli al momento della pensione. Per 35 anni finanzia le casse dello Stato che li restituisce (in parte) spalmandoli su una media di venti anni. Il continuo allontanarsi dell’età pensionabile pone invece uno sbilanciamento grave tra gli anni di contributi e quelli della pensione e si configura come un vero e proprio scippo dello Stato ai cittadini. Che se avessero la possibilità di scegliere, ormai si guarderebbero bene dal versare contributi che mai più riceveranno.
E’ vero che la tenuta dei conti è problema serio, ma le proposte avanzate per favorire l’accesso anticipato (prima fra tutte quella dell’ex ministro del Lavoro Damiano) sono ragionevoli, compatibili e risolutive per portare in pochi anni a regime il meccanismo e garantire così il necessario equilibrio finanziario.
Riportare le norme alla corretta dinamica tra contributi versati e pensione percepita, oltre che restituire ai cittadini la certezza del diritto, consentirebbe una ripresa rapida dei consumi interni, volano strategico dell’economia e motore indiscutibile per la ripresa, condizione decisiva per la crescita del PIL e la conseguente riduzione del deficit. Ma servirebbe un governo nel vero senso della parola.
Questo assemblaggio di parvenu non lo è. Incapace di costruire una politica economica, inabile a determinare una ristrutturazione logica del sistema di welfare, il governo Renzi continua a fare della propaganda, che è l’unica cosa alla quale si dedica ininterrottamente.
Così tenterà di spacciare l’APE come un’iniziativa a favore dei pensionati, nascondendo come essi sono solo lo strumento per una ulteriore operazione speculativa del comparto creditizio e assicurativo, in nome e per conto del quale questo governo lavora senza sosta e con ogni fantasia. Dov’è la novità?
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La proposta del governo Renzi per l’anticipo della pensione ai nati tra il 1951 e il 1953, più che una soluzione rappresenta un insulto alle condizioni e all’intelligenza dei pensionati. Regali a banche ed assicurazioni da un lato e prelievo ai pensionati dall’altro, la storiella della nonna che si gode i nipotini, pietra miliare della narrazione renziana della prima ora, rischia di diventare la storia dei nipotini che chiedono l’elemosina per i nonni.
Un’intera generazione si trova esodata o rischia di divenirlo: da un lato perché ritenuta troppo anziana per convenire alle aziende, che preferiscono i salari d’inserimento e le mille forme truffaldine che consentono di pagare salari da terzo mondo ai giovani, piuttosto che sostenere stipendi con seniority importanti. Dall’altra quella stessa generazione è ritenuta troppo giovane per accedere alla pensione anticipatamente e si sceglie quindi di lasciarli in mezzo al guado senza nemmeno una scialuppa.
Non si tratta di risorse disponibili. Ci sono scelte di politica finanziaria e di business che intervengono, più che valutazioni sulla sostenibilità del sistema. In effetti, proprio l’incertezza sul quando e quanto della pensione contribuisce a spingere l’accesso dei pensionandi alla previdenza privata complementare, che si alimenta dell’incertezza e/o dell’insufficienza di quella pubblica. La pensione si allontana, quindi, anche perché se si avvicinasse il business si ridurrebbe.
L’ultima trovata del governo Renzi s’inquadra esattamente in questo contesto. Si offre l’anticipo di tre anni a chi può andare in pensione a fronte di una decurtazione pesante del già scarso assegno ma solo tramite un prestito ventennale con le banche. Non sono possibili percorsi diversi.
E qui si pone la pietra miliare del provvedimento: le banche, che hanno ottenuto dalla BCE la liquidità che va obbligatoriamente immessa nel mercato dei prestiti, troverebbero in questa manovra un modo di erogare denaro, sicure del suo rientro. Si dirà: come fanno ad esserne sicure, visto che la salute non è detto consenta a tutti di arrivare agli 85 anni ed oltre? Non a caso per i mutui ci sono solo porte chiuse e il raggiungimento massimo di 75 anni di età è considerata questione raramente superabile; come mai allora in questo caso si può arrivare agli 85 anni? Presto detto: nel caso di morte prematura o d’inadempienza intervengono le assicurazioni a garanzia! Ovvero l’altra gamba del tavolo degli istituti di credito.
La domanda è d’obbligo: ma perché non viene data la possibilità, a chi può, di anticipare i tre anni di contributi rimanenti in un’unica soluzione e, con il conseguente ricalcolo dei coefficienti, offrirgli la pensionabilità immediata? In fondo chi può pagarsi i tre anni di contribuzione volontaria non avrebbe motivo di ricorrere al prestito oneroso. Invece no, non è possibile: il prestito è obbligatorio per l’operazione. Invece il pagamento diretto dovrebbe essere almeno considerato. Il sospetto che l’operazione sia destinata a rimpinguare le casse di banche e di assicurazioni non può essere rimosso senza dare questa possibilità.
Sono infatti banche ed assicurazioni i due soggetti che guadagnano con l’operazione. La prima erogando prestiti con interessi con il denaro ricevuto dalla BCE, le seconde assicurando lautamente il rischio d’insolvenza causa decessi prematuri. Ma i pensionati non avrebbero nulla da guadagnare nell’operazione, visto che pagherebbero per venti anni l’anticipazione di tre! E per di più pagherebbero con interessi pesanti l’anticipazione del loro denaro.
Dai calcoli dello stesso governo, la decurtazione doppia, ovvero la riduzione dell’assegno e il pagamento degli interessi, renderebbe l’anticipazione del pensionamento un salasso economico che ricadrebbe interamente sul loro reddito per venti, lunghissimi anni. Per fare un esempio, un assegno pensionistico previsto intorno ai 1500 euro al mese, diverrebbe di circa 1200. Il 30% in meno, quando in Francia e in altri paesi europei siamo intorno al 2-4% in meno all’anno.
La fascia media verrebbe privata complessivamente di una percentuale importante dell’assegno e si deve poi considerare che - dato mai sottolineato - ammesso che lo si scelga, contrarre un prestito ventennale su una pensione media, semplicemente impedirebbe di fatto ogni altra esposizione.
Quale? Per esempio un mutuo per acquistare una casa per sé o per i propri figli, come si usava quando l’Italia era un paese normale nel quale l’ascensore sociale esisteva. Questo si concretizzava anche nei sacrifici dei padri a vantaggio dei figli e l’entrata in pensione dei genitori costituiva uno snodo importante, data la certezza dell’entrata e l’arrivo del TFR maturato in una vita di lavoro.
L’incertezza congenita sui trattamenti pensionistici non può proseguire. Sarebbe ora di stabilire un principio: se si vuole rimanere al lavoro fino ai 70 anni, si è liberi di farlo, ma si può andare in pensione dopo almeno 35 anni di contributi versati, che quasi mai peraltro corrispondono agli anni lavorati (questi, di solito, sono molti di più). Ci si dovrebbe andare con i contributi maturati, eventualmente decurtati o anche bloccandoli fino alla soglia della pensione minima prevista del ricalcolo attivo, ma va garantito che, a versamenti contributivi effettuati, corrisponda l’assegno previdenziale.
Solo il rapporto tra questi due elementi può essere considerato legittimo, espressione del patto che intercorre tra Stato e cittadino, con quest’ultimo che versa i suoi contributi previdenziali per riaverli al momento della pensione. Per 35 anni finanzia le casse dello Stato che li restituisce (in parte) spalmandoli su una media di venti anni. Il continuo allontanarsi dell’età pensionabile pone invece uno sbilanciamento grave tra gli anni di contributi e quelli della pensione e si configura come un vero e proprio scippo dello Stato ai cittadini. Che se avessero la possibilità di scegliere, ormai si guarderebbero bene dal versare contributi che mai più riceveranno.
E’ vero che la tenuta dei conti è problema serio, ma le proposte avanzate per favorire l’accesso anticipato (prima fra tutte quella dell’ex ministro del Lavoro Damiano) sono ragionevoli, compatibili e risolutive per portare in pochi anni a regime il meccanismo e garantire così il necessario equilibrio finanziario.
Riportare le norme alla corretta dinamica tra contributi versati e pensione percepita, oltre che restituire ai cittadini la certezza del diritto, consentirebbe una ripresa rapida dei consumi interni, volano strategico dell’economia e motore indiscutibile per la ripresa, condizione decisiva per la crescita del PIL e la conseguente riduzione del deficit. Ma servirebbe un governo nel vero senso della parola.
Questo assemblaggio di parvenu non lo è. Incapace di costruire una politica economica, inabile a determinare una ristrutturazione logica del sistema di welfare, il governo Renzi continua a fare della propaganda, che è l’unica cosa alla quale si dedica ininterrottamente.
Così tenterà di spacciare l’APE come un’iniziativa a favore dei pensionati, nascondendo come essi sono solo lo strumento per una ulteriore operazione speculativa del comparto creditizio e assicurativo, in nome e per conto del quale questo governo lavora senza sosta e con ogni fantasia. Dov’è la novità?
http://www.altrenotizie.org
mercoledì 7 settembre 2016
La dichiarazione di guerra del partito degli affari contro il Movimento 5 Stelle è stata affidata a giornali, radio e televisioni di proprietà o di complemento.
di Fabrizio Casari
Sarà Beppe Grillo, oggi, a chiudere la riunione fiume del Direttorio del M5S sul “caso Roma”. Ma quale che siano le deliberazioni che verranno adottate, una cosa è chiara: la guerra dei palazzinari e del partito trasversale delle olimpiadi, della gestione dei rifiuti e della manutenzione delle opere pubbliche, è ormai dichiarata. La dichiarazione di guerra del partito degli affari contro il Movimento 5 Stelle è stata affidata a giornali, radio e televisioni di proprietà o di complemento.
Il PD, che avrebbe milioni di motivi per tacere su Roma, urla e i giornali di riferimento del Premier ne diffondono la voce. La Sindaca, dal canto suo, pare prigioniera di errori suoi e dei suoi consiglieri. Insomma, Roma è stretta tra alcuni errori di gestione del governo della neo sindaca e l’aggressione mediatica della stampa di regime.
Ma il rumore di nemici non assolve gli errori grillini, frutto di mancanza di qualità politica e, ancor più, di comunicazione (anche se davvero il rapporto con i medi militarizzati non è questione da risolvere con qualche mago degli Uffici Stampa). L’impressione, fino ad oggi, è che il M5S e la stessa Raggi non avessero calcolato prima il peso di quello che sarebbe stata la reazione dei poteri forti alla vittoria di un governo contrario ai suoi interessi.
Governare Roma è certamente compito improbo. La mole dei problemi, che in una qualunque metropoli sono pari al suo volume, nel caso di Roma subiscono una ulteriore difficoltà per l’intreccio spaventoso di corruzione e incapacità delle amministrazioni precedenti. Il tutto poggiato su un letto di spine rappresentato da un debito mostruoso che oscilla tra i 13 e i 14 miliardi i Euro.
Dunque la neonata giunta Raggi ha di fronte a sé una difficoltà di gestione davvero impossibile da non riconoscere, su cui s’innesta una oggettiva scarsa esperienza. La competenza davvero non può essere rivendicata vista la sostanziale iniziazione del M5S e della sua Sindaca alla politica e all’amministrazione pubblica. Fatte salve infatti le legittime aspirazioni a governare da parte di chiunque, va ricordato - soprattutto ai Cinque Stelle - che il governo di un sistema complesso ha bisogno di competenze, professionalità, esperienze e abilità politiche.
Sì, politiche, perché diversamente da quanto sembra ormai essersi inculcatosi nel main stream in 20 anni di berlusconismo, governare non è questione tecnica, non è affare di gestione amministrativa. E’, invece, questione tutta politica, alla quale coerentemente si deve adeguare il modello di amministrazione e gestione che da quell’impostazione politica deriva. Certo, l’onestà e la trasparenza, cavalli di battaglia dei pentastellati, non possono mancare; ma queste sono una precondizione, non un programma di governo.
Ovviamente, nel contesto di una realtà criminogena ed incapace come quella dimostrata dalle amministrazioni che l’hanno preceduta, l’onestà del M5S ha giocato un ruolo preponderante al suo plebiscito, frutto soprattutto di un voto di castigo ai partiti “storici” più che una adesione al programma elettorale del M5S.
Ebbene, secondo molti, i primi due mesi della Giunta Raggi non hanno corrisposto alle attese. Anche qui si sconta più del dovuto la retorica dei “cento giorni”; una vulgata diffusa che non ha nessun motivo d’esistere, ma non è questo il punto. Anzi, va detto che la pulizia della città è risultata riscontrabile quanto apprezzabile, e l’obiezione per la quale sarebbe stato semplice pulire la città in quanto ad agosto una parte degli abitanti vanno in ferie, è un’autentica sciocchezza.
Se i romani vanno in ferie (sempre meno e per minor tempo) l’affluenza dei turisti è decuplicata rispetto agli altri mesi dell’anno, il che, sul piano numerico, pareggia i conti e oltre. Poi andrebbe ricordato che la schifosa gestione dell’Ama da Alemanno in poi non s’interrompeva nemmeno ad agosto, dunque meglio sorvolare.
Eppure, lo spettacolo offerto dalle correnti interne ai 5 Stelle di Roma non entusiasma. Si tratta ora di ripartire facendo tesoro degli errori. Non è possibile affrontare la macchina amministrativa del Campidoglio senza competenze e relazioni, ma queste non vivono solo negli avanzi delle giunte precedenti. Ci sono competenze e professionalità sparse che possono essere utilizzate con profitto.
Sono molte le zone d’ombra su quanto avviene, a cominciare dal ruolo dell’ ANAC che non si capisce a che titolo viene consultata, così come non è chiaro il ruolo di alcuni personaggi della giunta, dal vicesindaco a scendere. Urge buon senso. Certo non si può chiedere alla Sindaca di costruire una giunta solo con il consenso del direttorio del movimento; ha tutto il diritto di scegliere i collaboratori per gli incarichi di natura fiduciaria, ma è pur vero che non può essere ignorata la sensibilità del Consiglio Comunale e, dunque, del Movimento romano.
E se non è realisticamente possibile ritenere obbligatoria l’adesione
al M5S da parte di ogni assessore o funzionario chiamato a lavorare in
giunta, nemmeno si può rivendicare il cambiamento e poi affidarsi a
persone e curricula ampiamente sperimentati nel flagello delle
precedenti amministrazioni.
In particolare desta inquietudine quel filo relazionale tra la Sindaca e gli studi legali Sammarco e Previti, che a Roma significano cose precise e affatto gradevoli. Seppure la Raggi ha avuto esperienze professionali legate ai due studi - il che non è certo un reato - essi non possono riprodursi oggi, meccanicamente, in un contesto che è, gioco forza, politico.
Questa crisi d’inizio lavori dovrebbe anche contribuire all’apertura di una riflessione interna al Movimento Cinque Stelle. In particolare nel riconsiderare a norma di codici il valore giuridico dell’apertura di un fascicolo in un regime di obbligatorietà dell’azione penale. Una ipotesi di reato comporta quasi in automatico successivi avvisi di garanzia che, come indica la loro stessa denominazione, sono uno strumento di garanzia, non l’anticamera di una condanna.
Va dato atto ai 5 Stelle di non appartenere alla folta schiera di coloro per i quali la legge per nemici si applica e per gli amici si interpreta. Ma il procedimento è vario e non può essere ricondotto alla semplificazione forcaiola. Un Pm non è un giudice e sovrapporre i ruoli è un errore che non può divenire un programma.
Senza una condanna, almeno in primo grado, equiparare la persona che riceve un avviso di garanzia ad un colpevole, equivale a definire che l’accertamento giudiziario non ha valore, per il semplice fatto di essere inseriti in un inchiesta dovrà portare ad una sentenza di colpevolezza.
Così ottenendo, per converso e paradossalmente, l’affermarsi subdolo della teoria per la quale se tutti sono colpevoli, allora nessuno lo è. Nemmeno i nemici.
http://www.altrenotizie.org/
Sarà Beppe Grillo, oggi, a chiudere la riunione fiume del Direttorio del M5S sul “caso Roma”. Ma quale che siano le deliberazioni che verranno adottate, una cosa è chiara: la guerra dei palazzinari e del partito trasversale delle olimpiadi, della gestione dei rifiuti e della manutenzione delle opere pubbliche, è ormai dichiarata. La dichiarazione di guerra del partito degli affari contro il Movimento 5 Stelle è stata affidata a giornali, radio e televisioni di proprietà o di complemento.
Il PD, che avrebbe milioni di motivi per tacere su Roma, urla e i giornali di riferimento del Premier ne diffondono la voce. La Sindaca, dal canto suo, pare prigioniera di errori suoi e dei suoi consiglieri. Insomma, Roma è stretta tra alcuni errori di gestione del governo della neo sindaca e l’aggressione mediatica della stampa di regime.
Ma il rumore di nemici non assolve gli errori grillini, frutto di mancanza di qualità politica e, ancor più, di comunicazione (anche se davvero il rapporto con i medi militarizzati non è questione da risolvere con qualche mago degli Uffici Stampa). L’impressione, fino ad oggi, è che il M5S e la stessa Raggi non avessero calcolato prima il peso di quello che sarebbe stata la reazione dei poteri forti alla vittoria di un governo contrario ai suoi interessi.
Governare Roma è certamente compito improbo. La mole dei problemi, che in una qualunque metropoli sono pari al suo volume, nel caso di Roma subiscono una ulteriore difficoltà per l’intreccio spaventoso di corruzione e incapacità delle amministrazioni precedenti. Il tutto poggiato su un letto di spine rappresentato da un debito mostruoso che oscilla tra i 13 e i 14 miliardi i Euro.
Dunque la neonata giunta Raggi ha di fronte a sé una difficoltà di gestione davvero impossibile da non riconoscere, su cui s’innesta una oggettiva scarsa esperienza. La competenza davvero non può essere rivendicata vista la sostanziale iniziazione del M5S e della sua Sindaca alla politica e all’amministrazione pubblica. Fatte salve infatti le legittime aspirazioni a governare da parte di chiunque, va ricordato - soprattutto ai Cinque Stelle - che il governo di un sistema complesso ha bisogno di competenze, professionalità, esperienze e abilità politiche.
Sì, politiche, perché diversamente da quanto sembra ormai essersi inculcatosi nel main stream in 20 anni di berlusconismo, governare non è questione tecnica, non è affare di gestione amministrativa. E’, invece, questione tutta politica, alla quale coerentemente si deve adeguare il modello di amministrazione e gestione che da quell’impostazione politica deriva. Certo, l’onestà e la trasparenza, cavalli di battaglia dei pentastellati, non possono mancare; ma queste sono una precondizione, non un programma di governo.
Ovviamente, nel contesto di una realtà criminogena ed incapace come quella dimostrata dalle amministrazioni che l’hanno preceduta, l’onestà del M5S ha giocato un ruolo preponderante al suo plebiscito, frutto soprattutto di un voto di castigo ai partiti “storici” più che una adesione al programma elettorale del M5S.
Ebbene, secondo molti, i primi due mesi della Giunta Raggi non hanno corrisposto alle attese. Anche qui si sconta più del dovuto la retorica dei “cento giorni”; una vulgata diffusa che non ha nessun motivo d’esistere, ma non è questo il punto. Anzi, va detto che la pulizia della città è risultata riscontrabile quanto apprezzabile, e l’obiezione per la quale sarebbe stato semplice pulire la città in quanto ad agosto una parte degli abitanti vanno in ferie, è un’autentica sciocchezza.
Se i romani vanno in ferie (sempre meno e per minor tempo) l’affluenza dei turisti è decuplicata rispetto agli altri mesi dell’anno, il che, sul piano numerico, pareggia i conti e oltre. Poi andrebbe ricordato che la schifosa gestione dell’Ama da Alemanno in poi non s’interrompeva nemmeno ad agosto, dunque meglio sorvolare.
Eppure, lo spettacolo offerto dalle correnti interne ai 5 Stelle di Roma non entusiasma. Si tratta ora di ripartire facendo tesoro degli errori. Non è possibile affrontare la macchina amministrativa del Campidoglio senza competenze e relazioni, ma queste non vivono solo negli avanzi delle giunte precedenti. Ci sono competenze e professionalità sparse che possono essere utilizzate con profitto.
Sono molte le zone d’ombra su quanto avviene, a cominciare dal ruolo dell’ ANAC che non si capisce a che titolo viene consultata, così come non è chiaro il ruolo di alcuni personaggi della giunta, dal vicesindaco a scendere. Urge buon senso. Certo non si può chiedere alla Sindaca di costruire una giunta solo con il consenso del direttorio del movimento; ha tutto il diritto di scegliere i collaboratori per gli incarichi di natura fiduciaria, ma è pur vero che non può essere ignorata la sensibilità del Consiglio Comunale e, dunque, del Movimento romano.
In particolare desta inquietudine quel filo relazionale tra la Sindaca e gli studi legali Sammarco e Previti, che a Roma significano cose precise e affatto gradevoli. Seppure la Raggi ha avuto esperienze professionali legate ai due studi - il che non è certo un reato - essi non possono riprodursi oggi, meccanicamente, in un contesto che è, gioco forza, politico.
Questa crisi d’inizio lavori dovrebbe anche contribuire all’apertura di una riflessione interna al Movimento Cinque Stelle. In particolare nel riconsiderare a norma di codici il valore giuridico dell’apertura di un fascicolo in un regime di obbligatorietà dell’azione penale. Una ipotesi di reato comporta quasi in automatico successivi avvisi di garanzia che, come indica la loro stessa denominazione, sono uno strumento di garanzia, non l’anticamera di una condanna.
Va dato atto ai 5 Stelle di non appartenere alla folta schiera di coloro per i quali la legge per nemici si applica e per gli amici si interpreta. Ma il procedimento è vario e non può essere ricondotto alla semplificazione forcaiola. Un Pm non è un giudice e sovrapporre i ruoli è un errore che non può divenire un programma.
Senza una condanna, almeno in primo grado, equiparare la persona che riceve un avviso di garanzia ad un colpevole, equivale a definire che l’accertamento giudiziario non ha valore, per il semplice fatto di essere inseriti in un inchiesta dovrà portare ad una sentenza di colpevolezza.
Così ottenendo, per converso e paradossalmente, l’affermarsi subdolo della teoria per la quale se tutti sono colpevoli, allora nessuno lo è. Nemmeno i nemici.
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martedì 6 settembre 2016
lunedì 5 settembre 2016
io, attilio folliero: Madre Teresa di Calcutta santificata. Il lato oscu...
io, attilio folliero: Madre Teresa di Calcutta santificata. Il lato oscu...: Fonte: YouTube, Nessuno200 , 14/09/2009 Vedasi anche: Il lato oscuro di Madre Teresa di Calcutta la “santassassina” Da tem...
domenica 4 settembre 2016
io, attilio folliero: Primo settembre a Caracas: evitato un massacro
io, attilio folliero: Primo settembre a Caracas: evitato un massacro: Attilio Folliero, Caracas 02/09/2016 Il Ministro degli Interni del Venezuela, Nestor Reverol , in una conferenza stampa realizzata il ...
lunedì 29 agosto 2016
Tra il dire e il fare c'é di mezzo il ..... Soros
WASHINGTON- Ormai da settimane ignoti hackers hanno
messo in linea 2500 e-mail riservate fra Georges Soros, i dipendenti
delle sue fondazioni – capeggiate dalla casa-madre, la Open Society
Foundation e i riceventi dei suoi doni.
I media ne tacciono, perché sono ovviamente imbarazzanti. Si
vede per esempio che lui ha dato direttive ad Hillary Clinton quando era
segretaria di stato, su una crisi in Albania (sic) e su come
risolverla: direttive che Hillary ha seguito alla lettera. Si vede anche
che alla campagna di Hillary ha versato 30 milioni di dollari, il che
ne fa’ il maggior donatore singolo.Ma non basta. Se una cosa risalta in queste mail, è la megalomania di questo gran burattinaio. Non c’è area del mondo dove non finanzi attività (sovversive, o ‘filantropiche’); non una politica pubblica che non si proponga di ‘riformare’ in ogni parte del pianeta, sganciando soldi ai locali ‘riformatori’, che hanno sempre un carattere sinistroide e libertario. Megalomane e insieme, micro-gestore di tutta la realtà. Come abbiamo visto, Soros finanzia Arcigay in Italia, e Planned Parenthood (in Usa (l’ente pro-aborto che l’hanno scorso s’è scoperto faceva commercio di organi di feti); ha pagato rivoluzioni colorate e l’opposizione ad Orban in Ungheria; istiga la giunta di Kiev a fare la guerra alla Russia; gestisce (attraverso apposite ONG) l’inondazione di immigrati in Europa, e nello stesso tempo eccita organizzazioni di minoranze etniche latinos in Usa, allo scopo di far cambiare la demografia dei collegi elettorali in modo da favorire Hillary contro Trump. Per lo stesso scopo, paga organizzazioni razziali come Black Lives Matter (650 mila dollari) perché interrompano i comizi di Donald. Ha finanziato ripetuti tentativi di manifestazioni LGBT a Mosca, pagando le trasferte di celebri travestiti e sodomiti; in Europa, ha ‘gestito’ certe elezioni, facendo eleggere candidati favorevoli all’immigrazione senza limiti, e finanzia gruppuscoli che in Usa si battono non solo per il “diritto delle donne” e LGBT di entrare nelle unità combattenti, ma il dovere di allogarle in caserme unisex; o gruppi che stanno conducendo la meritevole battaglia per toilettes pubbliche per trans. Tutto in nome di un evidente scopo finale: la dissoluzione di ogni ordine, gerarchia e stabilità nelle società umane.
Poteva tal miliardario mancare di estendere le sue cure lobbistiche al Vaticano, dal momento della elezione di un “Francesco” così attivo nella dissoluzione. Dai documenti rivelati si scopre che Soros ha progettato subito di influenzare il Vaticano “impegnando il Papa sui temi della giustizia economica e razziale”.
Nel maggio 2015, il consiglio direttivo in Usa della Open Society di Soros prende un’iniziativa che viene così riferita:
Pope Francis Visit – $650,000 (USP) – vengono ciè stanziati alla bisogna 650 mila dollari. Segue la veloce delineazione della strategia:
“La prima visita di Papa Francesco in Usa a settembre includerà una storica allocuzione al Congresso [un privilegio mai concesso ad alcun pontefice in un sistema politico ostile ai ‘papisti’. Ndr], un discorso alle Nazioni Unite, e una visita a Philadelphia per “l’incontro mondiale delle famiglie”. Per approfittare del momento, noi sosterremo le attività di PICO per coinvolgere il Papa sui temi della giustizia economica e razziale; useremo l’influenza del cardinal Rodriguez, primo consigliere del Papa, e contiamo di spedire una delegazione in Vaticano in visita, a primavera o estate, per fargli sentire direttamente la voce dei cattolici di basso reddito in America”.
L’ente percettore dei soldi, PICO (People Improving Communities through Organizing) è una organizzazione fondata da un gesuita, John Baumann, nel 1972. Baumann faceva parte di una organizzazione creata nella Grande Depressione da un agitatore ebreo, Saul Alinsky, che intendeva scatenare la rivoluzione socialista; svanito il progetto, la PICO resta un movimento di estrema sinistra che unisce comunità su base ‘religiosa’ che si propone la redistribuzione della ricchezza, fra l’altro “mettendo leader religiosi nei consigli di amministrazione delle banche”. Dio sa quanto il capitalismo americano abbia bisogno di redistribuire le ricchezze; potrebbe cominciare proprio Soros. Ma come il miliardario coniughi le aspirazioni di PICO con i finanziamenti miliardari che fa’0 ad organizzazioni per l’aborto, l’eutanasia, il ‘gender’, il matrimonio Gay e la distruzione della famiglia, è un mistero che non abbiamo il modo di sviscerare.
Più interessante i rapporti cordialissimi che la Open Society Foundation di Soros , mostra di avere per il cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga; honduregno, personaggio ambiguo nei suoi rapporti (favorevoli) con un potere golpista nel 2010 in Honduras, ragion per cui fu invitato a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio a parlare sul tema: “Oltre la violenza e la povertà. Proposte di cambiamento per l’America Latina”. Uomo di fiducia di El Papa, che lo ha elevato al ruolo di ‘coordinatore’ del gruppo di 8 cardinali da cui si fa’ affiancare nella ‘riforma della Chiesa”, ossia nel governo senza controllo – come si fa nei golpes sudamericani. In pratica è il capo della Junta Suramericana che sta schiacciando, umiliando e terrorizzando la Curia.
Il direttorio della Foundation di Soros sottolinea la ‘intima amicizia” che El Papa mostra al cardinal Rodriguez Maradiaga e del fatto che già adesso sta “usando la sua influenza” nel Vaticano per promuovere le idee più radicali sulla eguaglianza economica, che sono quelle che Soros caldeggia e propone (e piacerebbe sapere perché). Del resto è noto che la Open Society finanzia gruppi cattolici di sinistra in Usa,e insieme MoveOn org, un gruppo neocon ferocemente anticattolico che pesca nella destra repubblica (attualmente preme sugli esponenti del partito perché depennino Trump come candidato..) e che si è distinto per una campagna calunniosa contro Benedetto XVI accusato di coprire i preti pedofili.
Ma ora c’è “Francesco” e tutto cambia. Attenzione: i progetti di influenzare EL Papa da parte di Soros sembrano perfino timidi, rispetto all’ardimento mostrato da “Francesco”: le mail risalgono all’anno scorso, e ora la personalità modernista (forse massonica) del nostro è molto più chiara. In ogni caso, non va dimenticato che nel dicembre 2015 El Papa non ha esitato di farsi pagare da protagonisti dell’ideologia globalista la scenografica profanazione di San Pietro, su cui han proiettato gigantesche immagini di belve, scimmie e selvaggi – un trionfo della “natura” sulla cultura e sulla storia, dal titolo simbolico “Fiat Lux”, a segnalare che finalmente la luce del progresso illuminava l’oscurantismo clericale. Lo spettacolo osceno era stato pagato dalla Banca Mondiale, e specificamente dal suo programma per il terrore del riscaldamento climatico (bisogna ridurre le emissioni..), dal numero due della Microsoft Paul Allen e da una organizzazione chiamata Okeanos Fondazione per il Mare. Ma per la Junta vaticana era semplicemente la celebrazione ed apoteosi della enciclica “Laudato Sì”, prima enciclica ambientalista mai emessa da un Papa, ma soprattutto quasi franca proclamazione della speciale gnosi panteista-evoluzionista che è la vera fede di “Francesco”: un immanentismo che deve molto a Theilard De Chardin, per il quale Cristo essendosi fatto materia, ha divinizzato non solo il genere umano ma l’intera natura. Onde El Papa esorta, come nuovo dovere cattolico, a sviluppare in noi la coscienza eco-New Age “di non essere separati dalle altre creature, ma di formare con gli altri esseri dell’universo una stupenda comunione universale” (nº 220). Niente più accettazione della Croce, ma sì alla raccolta differenziata e al governo globale del clima.
Secondo il vostro cronista, El Papa non ha certo bisogno di farsi suggerire programmi da Soros. Sta “conducendo” la Chiesa “per nuovi cammini” ignorati dalla Chiesa e dal suo Fondatore per duemila anni. Bisognerà riparlarne. Qui sotto potete trovare qualche spunto essenziale sulla ideologia di El Papa:
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1294_Da-Silveira_Note_su_Laudato-si.html
Un’altra organizzazione cattolica finanziata da Soros e nominata dai direttivo è la FPL ( Faith in Public Life); ad essa, con la donazione, vengono impartiti gli ordini. La FPL deve organizzare sondaggi per “dimostrare che i votanti cattolici rispondono con favore alla concentrazione del Papa sull’ineguaglianza di reddito” e una azione militante per convincere i cattolici “pro family”; che essere “pro-family” richiede affrontare il problema della iniquità economica. Il che è giustissimo, Non si vede però che bisogno ci sia di pagare per ottenere sondaggi “a priori” favorevoli a una data tesi; e che un gruppo anti-capitalista sia finanziato riccamente dal più famoso speculatore dei nostri anni.
La Open Society ha anche un “advisory board”, un gruppo di consiglieri fra cui appaiono giornalisti, anche importanti, come l’opinionista della Washington Post DanielleAllen, e Steve Coll, del New Yorker. Il che può contribuire a spiegare come mai la fuga delle email di Soros non ha fatto notizia in Usa: non è proprio comparsa nemmeno come breve di cronaca. Un altro motivo è che l’intera classe mediatica americana sta sostenendo la Clinton con i mezzi più vergognosi, abbandonando ogni minima pretesa di oggettività, e quasi suicidandosi in questa operazione, buttando al macero la propria reputazione, in modo – direi – terminale, come se non ci fosse un domani.
A che scopo tutto ciò?, si chiederà il lettore, a questo punto completamente smarrito – e con ragione. Esiste tuttavia un possibile bandolo della matassa, che è utile tenere in mano nel groviglio delle donazioni di Soros. Si trova nelle e-mail dove il direttivo della Open Society segnala il pericolo rappresentato dal fatto che “La Russia cerca di aumentare la propria influenza nella vita politica europea”. Bisogna assolutamente contrastare “il sostegno della Russia a movimenti che difendono i valori tradizionali”. E’ non la “reazione” o “il populismo”, ma esattamente la Tradizione che viene qui indicata come il nemico – il nemico della Dissoluzione – da stroncare. Per il progetto, si chiedono 500 mila dollari. Da aumentare per “bisogni imprevisti”.
http://parstoday.com/it
venerdì 26 agosto 2016
L'Afghanistan sovietico,foto
L'Afghanistan
era stato per decenni, addirittura fin dalla Rivoluzione d'Ottobre, un
ottimo alleato della Nascente e poi affermata potenza sovietica tanto
che negli anni del Regno, l'Afghanistan divenne uno degli stati più avanzati dell'area e più moderni con
infrastrutture all'avanguardia rispetto alla maggior parte dei Paesi
Arabi alleati degli Occidentali, proprio per influenza della URSS. Poi arrivarono la CIA coi Talebani ed il disastro susseguente che ancora oggi continua.
http://www.vanillamagazine.it/22-commoventi-fotografie-anni-60-mostrano-la-vita-in-afghanistan-prima-dei-talebani/
http://www.vanillamagazine.it/22-commoventi-fotografie-anni-60-mostrano-la-vita-in-afghanistan-prima-dei-talebani/
martedì 23 agosto 2016
sabato 6 agosto 2016
Attilio Folliero: La la foto più emblematica della cerimonia d'inaug...
Attilio Folliero: La la foto più emblematica della cerimonia d'inaug...: Attilio Folliero, Caracas 05/08/016 - Foto di fonte Twitter e Internet #FueraTemer - #Rio2016 - #Rio2016xTVES La cerimonia d'...
giovedì 4 agosto 2016
MA SE NE WADA !!! FUORI LA POLITICA DALLO SPORT
mercoledì 3 agosto 2016
NEGAZIONISMO DI STATO
LA DEPORTAZIONE DEL MEMORIALE ITALIANO DA AUSCHWITZ
Il recente decreto sul
negazionismo (demagogico e giustizialista), tanto sbagliato quanto
inefficace, dispone l’applicazione della pena “da due a sei anni se la
propaganda, ovvero l’istigazione e l’incitamento commessi in modo che
derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte
sulla negazione della Shoah, o dei crimini di genocidio, dei crimini
contro l’umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli
6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale”.
Il
decreto è sbagliato visto che il testo esplicitamente cita solo la
Shoah, senza elencare altri avvenuti crimini contro lo stesso popolo
ebraico e contro altri popoli. E’ inapplicabile non entrando nel merito
di cosa sia il negazionismo e di cosa si può e cosa non si può, secondo
la legge, citare, dire, diffondere. E’ inefficace visto che
l’intrinseca indeterminatezza ed ambiguità del decreto non tutela dal
pericolo del diffondersi di falsità e verità storiche “di stato” e dal
rischio di ricadute di tipo inquisitoriale.
Se
è vero che il negazionismo della Shoah esiste, è anche vero che si
tratta di un fenomeno circoscritto e minoritario che richiede una
risposta documentata ed articolata, ma non certo una legge specifica che
non serve ad inibire qualche miserabile o qualche “illustre” accademico
ma solo a far demagogia a proprio uso e consumo.
Una
legge contro l’antisemitismo è doverosa, purché l’obiettivo non sia
quello di colpire unicamente qualche decina di esponenti negazionisti,
ma il sistema culturale che propugna negazionismo e antisemitismo.
Gherush92 in quest’ambito ha già proposto nelle sedi opportune le linee
guida per una Convenzione Europea contro l’Antisemitismo e contro
l’Antiromanì.
I
negazionismi sono mille: esiste chi nega la Shoah e lo sterminio degli
Ebrei, chi nega lo sterminio dei Rom, degli Indiani d’America, chi nega
la deportazione e il massacro degli Africani, il genocidio dei Curdi,
degli Armeni, lo sterminio dei Tutsi, e così via. Esiste chi nega i
pogrom, le crociate, i ghetti, persino l’Inquisizione, o attribuisce a
questi fatti storici un significato parziale e li giustifica riducendone
la portata distruttiva in termine di vite umane e di devastazione
culturale e ambientale. Nonostante le conseguenze di questi crimini
efferati arrivino fino ad oggi esiste chi celebra la propria
segregazione nel ghetto. I negazionismi sono mille, la gran parte sono
la negazione di stermini avvenuti per opera dell’occidente cristiano.
Anche le forme del negazionismo sono mille.
Esiste
chi nega le implicazioni di Pio XII nella Shoah e intercede per la sua
beatificazione. Esiste chi appoggia e sostiene la beatificazione di
Isabella di Castiglia e manipola fatti, nasconde leggi, bolle papali,
tutte prove delle sue responsabilità nelle persecuzioni di Ebrei, Mori,
Rom e Indios. Anche questo è negazionismo.
Esiste
chi nega la pedofilia nella chiesa o la nasconde con omertà. Esiste
chi, a bella posta, confonde nazismo con comunismo. Esiste chi vuole
imporre un falso per legge, che l’Europa abbia origini
giudaico-cristiane. Esiste chi giustifica la deportazione dei Rom. Anche
questo è negazionismo.
Esiste
chi nega che la Shoah, avvenuta nell’Europa cristiana, è il frutto di
secoli di persecuzioni. Anche questo è negazionismo, negare che la
Shoah, organizzata ed eseguita dai nazi-fascisti, è l’apice e la chiara
conclusione di un processo discriminatorio e persecutorio verso gli
Ebrei in Europa per opera dell’occidente cristiano.
Esiste,
infine, il Governo che, nonostante ripetuti interventi, appelli,
interrogazioni parlamentari in difesa della conservazione del Memoriale
Italiano ad Auschwitz, ne ha decretato la deportazione dal Blocco 21
del campo di sterminio. Con quello sciagurato atto si è voluto rimuovere
da Auschwitz l’effige della falce e martello, il simbolo dei
liberatori. E’ bene ricordare che la Shoah include vittime, carnefici e
liberatori, fra cui i soldati dell’Armata Rossa che, combattendo contro i
nazifascisti, hanno liberato il campo e l’Europa. Anche questo è
negazionismo.
Attenzione,
però. Questa volta si potrebbe trattare di Negazionismo di Stato, di
gran lunga la forma più subdola e pericolosa, reato che anche il recente
decreto, sbagliato ed inadeguato, punisce con la reclusione.
Valentina Sereni, Delfina Piu, Stefano Mannacio
Gherush92 Committee for Human Rights <gherush92 @ gmail.com>
17 giugno 2016
Gherush92 Committee for Human Rights <gherush92 @ gmail.com>
17 giugno 2016
venerdì 29 luglio 2016
Nel totale silenzio dei media nostrani la lunga marcia dei cristiani ortodossi ucraini contro la guerra in Dombass
venerdì 22 luglio 2016
il cyberbullismo al femminile raccontato a Teatro
Per I Solisti del Teatro, al Giardino della Filarmonica arriva Girls Like That
Interpretato da Flaminia Cuzzoli, Flavia Mancinelli, Diletta Maselli e Ottavia Orticello, con la regia di Emiliano Russo, l’opera sarà ospitata dai Giardini della Filarmonica, all’interno della manifestazione I solisti del teatro, giovedì 28 luglio alle ore 21.30.
Ragazze, ragazzi, femminismo, amicizia, percezione di sé e del branco, cyber bullismo e responsabilità individuale: sono questi i temi affrontati da Evan Placey in Girls Like That, promosso in Italia dall’Associazione di promozione sociale Upnos, con il patrocinio dell´Accademia Nazionale d´Arte Drammatica "Silvio d´Amico"Teatro.
Un’opera coinvolgente, stimolante e quanto mai attuale, che esplora come il concetto di femminismo sia cambiato nel corso del tempo e cosa questo significhi per le nuove generazioni, le generazioni digitali. Un testo pieno di spunti – dal crimine ai social network, passando per il cyberbulling- che coinvolgono tutti e, soprattutto, i giovani
Quando una foto di Scarlett nuda si diffonde in pochi minuti per tutta la scuola e sui social network, la reazione delle sue compagne è spietata. Le ragazze infatti, precedentemente sue intime amiche, prendono le distanze da Scarlett, mostrandosi in tutta la loro perfidia e facendo emergere le loro paure sul rendere pubbliche la propria immagine e la propria sessualità. E quando anche la foto di Russel – il ragazzo più cool di tutta la scuola- diventa virale, viene altresì svelato il diverso trattamento a cui vengono sottoposti i due sessi. Quanto a lungo potrà rimanere in silenzio Scarlett?
GIRLS LIKE THAT, considerato in Inghilterra un esempio di teatroragazzi, trova oggi in Italia un placement di più ampia risonanza come teatro civile, dalla commedia brillante allo stand-up, passando per il devising theatre.
Evan Placey è il drammaturgo di riferimento del National Theatre, dal 2010 a oggi ha vinto il King’s Cross Award per la Nuova Drammaturgia, Canada’s RBC National Playwriting Competition, Samuel French Canadian Play Contest, Brian Way Award 2012 ed altri premi.
La prima italiana di Girls Like That sarà a Roma, presso i Giardini della Filarmonica, Via Flaminia 118, il 28 luglio 2016 alle ore 21.30
fonte
Girls Like That: il cyberbullismo al femminile raccontato a Teatro
Definito dal Guardian “un’indagine onesta su una generazione di non-sorelle” in grado di porre “domande scomode”, arriva a Roma e per la prima volta in Italia, Girls Like that, dell’autore inglese Evan Placey.
Utente: patriziapatti
22 / 7 / 2016
Definito dal Guardian “un’indagine
onesta su una generazione di non-sorelle” in grado di porre “domande scomode”, arriva a Roma e per la prima volta in Italia, Girls
Like that, dell’autore inglese Evan
Placey. Interpretato da Flaminia Cuzzoli, Flavia Mancinelli, Diletta Maselli e Ottavia Orticello, con la regia di Emiliano Russo, l’opera sarà ospitata dai Giardini della Filarmonica, all’interno della manifestazione I solisti del teatro, giovedì 28 luglio alle ore 21.30.
Ragazze, ragazzi, femminismo, amicizia, percezione di sé e del branco, cyber bullismo e responsabilità individuale: sono questi i temi affrontati da Evan Placey in Girls Like That, promosso in Italia dall’Associazione di promozione sociale Upnos, con il patrocinio dell´Accademia Nazionale d´Arte Drammatica "Silvio d´Amico"Teatro.
Un’opera coinvolgente, stimolante e quanto mai attuale, che esplora come il concetto di femminismo sia cambiato nel corso del tempo e cosa questo significhi per le nuove generazioni, le generazioni digitali. Un testo pieno di spunti – dal crimine ai social network, passando per il cyberbulling- che coinvolgono tutti e, soprattutto, i giovani
Quando una foto di Scarlett nuda si diffonde in pochi minuti per tutta la scuola e sui social network, la reazione delle sue compagne è spietata. Le ragazze infatti, precedentemente sue intime amiche, prendono le distanze da Scarlett, mostrandosi in tutta la loro perfidia e facendo emergere le loro paure sul rendere pubbliche la propria immagine e la propria sessualità. E quando anche la foto di Russel – il ragazzo più cool di tutta la scuola- diventa virale, viene altresì svelato il diverso trattamento a cui vengono sottoposti i due sessi. Quanto a lungo potrà rimanere in silenzio Scarlett?
GIRLS LIKE THAT, considerato in Inghilterra un esempio di teatroragazzi, trova oggi in Italia un placement di più ampia risonanza come teatro civile, dalla commedia brillante allo stand-up, passando per il devising theatre.
Evan Placey è il drammaturgo di riferimento del National Theatre, dal 2010 a oggi ha vinto il King’s Cross Award per la Nuova Drammaturgia, Canada’s RBC National Playwriting Competition, Samuel French Canadian Play Contest, Brian Way Award 2012 ed altri premi.
La prima italiana di Girls Like That sarà a Roma, presso i Giardini della Filarmonica, Via Flaminia 118, il 28 luglio 2016 alle ore 21.30
fonte
mercoledì 20 luglio 2016
sabato 16 luglio 2016
Un vallekano en Rumania / Un vallekan în România: "Suicidan" en la cárcel al hacker rumano que revel...
Un vallekano en Rumania / Un vallekan în România: "Suicidan" en la cárcel al hacker rumano que revel...: El hacker rumano Marcel Lazar Lehel, conocido en internet como “ Guccifer ”, ha sido encontrado El fallecido Marcel Lazar, en el momento ...
mercoledì 13 luglio 2016
Attilio Folliero: Strage ferroviaria in Puglia, Italia (di Pino Apri...
Attilio Folliero: Strage ferroviaria in Puglia, Italia (di Pino Apri...: Pino Aprile, Terroni , 12/07/2016 En español articulo de Aporrea: Italia: Al menos veinte muertos y 35 heridos en choque de dos trenes ...
lunedì 11 luglio 2016
COCKTAIL ESPLOSIVO
prendiamo un terzo di comicita, gorilla che apostrofa come scimmia un suo simile ,aggiungiamo un terzo di tragedia, rissa con relativo decesso,infine un terzo di dramma,l'ingrediente principale,il governo che col suo razzismo a rovescio perpetua all'infinito il gusto amaro dell'ignoranza e quello dolciastro del sangue tipici del cocktail
prosit !!
prosit !!
giovedì 7 luglio 2016
chiese evangeliche,scientology,isis."religione" arma non convenzionale CIA
Sarà il nuovo governo filo-americano in Brasile a forzare un Braxit e abbattere il muro BRICS? Secondo
Oliver Stuenkel, assistente professore di Relazioni Internazionali
presso la Fondazione Getulio Vargas (FGV) a San Paolo, "molti analisti
brasiliani credono che sia il momento di lasciare "il BRICS.
Solo tre anni fa, la più grande nazione del Sud America aveva dichiarato che si voleva staccare da internet a controllo statunitense a causa di tattiche di sorveglianza invasive del Security Agency nazionale che comprendeva intercettazioni telefoniche dell'allora presidente Dilma Rousseff . Oggi lo stesso paese sotto un nuovo leader, Michel Temer, considerato ampiamente come informatore americano, si inclina fortemente verso il campo degli Stati Uniti. Sembra anche di allontanarsi dal gruppo BRICS, di cui è membro fondatore.
la trasformazione del Brasile non è un caso.
E 'il risultato di una enorme reazione contro Partito dei Lavoratori
della Rousseff da parte di una coalizione di destra in cui una popolazione in
rapida crescita di estremisti evangelici la fanno da padroni. Da un 5 per cento della popolazione nel 1970,gli evangelici rappresentano oggi il 22 per cento dei 200 milioni di abitanti del Brasile. Sono in corso per diventare una maggioranza entro la metà del secolo.
chiese evangeliche con forti legami - e spesso controllate a distanza - le loro sedi americane stanno già lavorando nel paese, invertendo le leggi sociali progressiste del Brasile. E 'molto probabile che i credenti di queste chiese in stile USA finiranno anche per dettare la politica estera. Questo forzerà il Brasile ad allontanarsi - e, eventualmente, rivolgersi contro - paesi come la Russia e l'India, dove un ethos liberale prevale.
Espandere, espandere, espandere! In poco meno di 35 anni, il Brasile avrà una popolazione di maggioranza filo-americano. Questo è il tempo necessario per i BRICS a prepararsi per la vita senza il Brasile. Qui ci sono quattro modi per agire.
Se la NATO può funzionare con 28 membri ancor meglio può BRICS, che è chiaramente un gruppo più rilevante. Dopo aver coalizzato attorno ad un nucleo di cinque nazioni, i paesi BRICS devono ora aprire le sue porte a nazioni aggiuntivi al fine di ottenere ulteriori trazione. Il gruppo ha catturato l'immaginazione del mondo come un corpo che è stato in grado di concludere l'agenda neo-coloniale nazione occidentale distruggendo. Un'altra attrattiva è l'idea BRICS di una crescita equa, che fa appello a un gruppo eterogeneo di nazioni.
Il gruppo dovrebbe incassare questa buona volontà invitando le economie di medie dimensioni come l'Indonesia, la Malesia, Argentina, Nigeria ed Egitto. Alcuni di loro non hanno bisogno di un invito come sono desiderosi di essere in. Argentina sarebbe un ottimo candidato perché può sostituire il Brasile in qualità di rappresentante del Sud America. Inoltre, se il Brasile decide di smettere, l'inclusione dell'Argentina avrebbe costretto a ripensare. Brasiliani odierebbe se loro grande rivale del sud li sostituisce in un'organizzazione così potente.
quarantena Temer
Wikileaks rivela ad interim il presidente Michel Temer del Brasile ha fornito intelligenza politica al Consiglio di sicurezza nazionale e militare in qualità di leader del partito di governo PMDB. Secondo l'informatore globale, Temer comunicato con l'ambasciata degli Stati Uniti in Brasile e le informazioni ha fornito è classificato come "sensibili" e "solo per uso ufficiale". E ha portato l'attenzione di due cavi, uno in data 11 gennaio 2006, l'altra il 21 giugno 2006. Uno mostra un documento inviato da San Paolo del Brasile, a - tra gli altri destinatari - il Comando Sud degli Stati Uniti a Miami.
Temer, uno dei capi che hanno progettati la caduta del pro-BRICS Rousseff, è lui stesso sotto inchiesta. E 'probabile che lui ei suoi compagni si immergere il Brasile in un periodo di grandi sconvolgimenti e instabilità. Dice sito di informazione finanziaria Zero Hedge: "Come promemoria, l'ultima volta che gli Stati Uniti ha istituito un governo fantoccio è stato nel 2014, quando in un altro' colpo di stato senza spargimento di sangue ' , il presidente dell'Ucraina è stato rovesciato e sostituito con un oligarca miliardario, uno scenario paragonabile a quella in Brasile. "Così come si fa che riguardano i BRICS? Se Temer è infatti uno strumento americano, allora lui potrebbe gettare una chiave inglese nel macchinario BRICS e paralizzare lo meno allo stesso modo la Gran Bretagna ha agito come l'America del cavallo di Troia all'interno dell'Unione europea.
Il gruppo BRICS dovrebbe garantire Temer non è in grado di influenzare la coesione dei BRICS, che è già preparando per tensioni geopolitiche tra l'India e la Cina per la presenza di una consistente flotta marina indiana nel Mar Cinese Meridionale e il rifiuto di Pechino a consentire Nuova Delhi in il fornitori del Gruppo nucleare.
Imparate da destino di Dilma
Sotto il presidente Rousseff, l'economia brasiliana è stato chugging lungo proprio bene. Tuttavia, come un pilastro fondamentale del gruppo BRICS, il Brasile sembra aver attirato l'ira degli Stati Uniti. Il-Dilma contro coalizione di partiti come PMDP di Temer così come i gruppi chiesa evangelica - sicuramente remoto controllato da Washington - ha creato così tanti problemi o lei che il Presidente è stato costretto a governare per decreto per la maggior parte del suo secondo mandato.
Come l'Ucraina, che è in un pasticcio reale di oggi, il prodotto interno lordo del Brasile si è ridotto del 3,8 per cento nel 2015, ed è previsto una contrazione del tanto anche quest'anno. L'inflazione e la disoccupazione sono entrambi superiori al 10 per cento. Il mercato azionario brasiliano è sceso del 7 per cento nel corso delle prime due settimane di TEMER in carica, mentre il vero ha perso il 3,5 per cento del suo valore nei confronti del dollaro.
Sbarazzarsi del nome BRICS Ucraina, Brasile, chi è il prossimo? Cina sembra imprendibile per gli sforzi americani di destabilizzazione e di fiori rivoluzioni - anche se la rivoluzione ombrello di Hong Kong era chiaramente occidentale ispirato. La Russia ha buttato fuori degli Stati Uniti aiuti e il British Council per l'interferenza nella politica russa. Che lascia l'India, che è vulnerabile a queste tattiche. L'ascesa del Aam Admi partito, che ha ottenuto un finanziamento della Fondazione Ford - una CIA fondò corpo - è un presagio di cose a venire.
BRICS è un acronimo elegante - tutti sembrano amare il modo in cui è appena rotola fuori la lingua. Ma c'è un problema con un acronimo in base a nomi dei membri. Se il Brasile esce, cosa fai? Ridurre le dimensioni di RICS e andare avanti? O se il Sudafrica si chiude, non il gruppo interruttore torna ad essere BRIC?
Inoltre, BRICS ha dei limiti di crescita perché non si può tenere estende l'acronimo a tempo indeterminato. Da BRIC a BRICS non era un problema, ma ciò che si fa dopo aver aggiunto l'Indonesia o l'Argentina. BRICSI? BRICSA?
Un nuovo nome non deve necessariamente essere accattivante. Per esempio, la banca BRICS-promossa è conosciuta come la Bank nuovo sviluppo - noioso, ma sta dimostrando di essere una valida alternativa per il grandioso Banca Mondiale. In questo contesto, l'intero gruppo potrebbe essere rinominato come il Gruppo Economica - banale ma che importa, si ottiene il lavoro fatto.
Solo tre anni fa, la più grande nazione del Sud America aveva dichiarato che si voleva staccare da internet a controllo statunitense a causa di tattiche di sorveglianza invasive del Security Agency nazionale che comprendeva intercettazioni telefoniche dell'allora presidente Dilma Rousseff . Oggi lo stesso paese sotto un nuovo leader, Michel Temer, considerato ampiamente come informatore americano, si inclina fortemente verso il campo degli Stati Uniti. Sembra anche di allontanarsi dal gruppo BRICS, di cui è membro fondatore.
chiese evangeliche con forti legami - e spesso controllate a distanza - le loro sedi americane stanno già lavorando nel paese, invertendo le leggi sociali progressiste del Brasile. E 'molto probabile che i credenti di queste chiese in stile USA finiranno anche per dettare la politica estera. Questo forzerà il Brasile ad allontanarsi - e, eventualmente, rivolgersi contro - paesi come la Russia e l'India, dove un ethos liberale prevale.
Espandere, espandere, espandere! In poco meno di 35 anni, il Brasile avrà una popolazione di maggioranza filo-americano. Questo è il tempo necessario per i BRICS a prepararsi per la vita senza il Brasile. Qui ci sono quattro modi per agire.
Se la NATO può funzionare con 28 membri ancor meglio può BRICS, che è chiaramente un gruppo più rilevante. Dopo aver coalizzato attorno ad un nucleo di cinque nazioni, i paesi BRICS devono ora aprire le sue porte a nazioni aggiuntivi al fine di ottenere ulteriori trazione. Il gruppo ha catturato l'immaginazione del mondo come un corpo che è stato in grado di concludere l'agenda neo-coloniale nazione occidentale distruggendo. Un'altra attrattiva è l'idea BRICS di una crescita equa, che fa appello a un gruppo eterogeneo di nazioni.
Il gruppo dovrebbe incassare questa buona volontà invitando le economie di medie dimensioni come l'Indonesia, la Malesia, Argentina, Nigeria ed Egitto. Alcuni di loro non hanno bisogno di un invito come sono desiderosi di essere in. Argentina sarebbe un ottimo candidato perché può sostituire il Brasile in qualità di rappresentante del Sud America. Inoltre, se il Brasile decide di smettere, l'inclusione dell'Argentina avrebbe costretto a ripensare. Brasiliani odierebbe se loro grande rivale del sud li sostituisce in un'organizzazione così potente.
quarantena Temer
Wikileaks rivela ad interim il presidente Michel Temer del Brasile ha fornito intelligenza politica al Consiglio di sicurezza nazionale e militare in qualità di leader del partito di governo PMDB. Secondo l'informatore globale, Temer comunicato con l'ambasciata degli Stati Uniti in Brasile e le informazioni ha fornito è classificato come "sensibili" e "solo per uso ufficiale". E ha portato l'attenzione di due cavi, uno in data 11 gennaio 2006, l'altra il 21 giugno 2006. Uno mostra un documento inviato da San Paolo del Brasile, a - tra gli altri destinatari - il Comando Sud degli Stati Uniti a Miami.
Temer, uno dei capi che hanno progettati la caduta del pro-BRICS Rousseff, è lui stesso sotto inchiesta. E 'probabile che lui ei suoi compagni si immergere il Brasile in un periodo di grandi sconvolgimenti e instabilità. Dice sito di informazione finanziaria Zero Hedge: "Come promemoria, l'ultima volta che gli Stati Uniti ha istituito un governo fantoccio è stato nel 2014, quando in un altro' colpo di stato senza spargimento di sangue ' , il presidente dell'Ucraina è stato rovesciato e sostituito con un oligarca miliardario, uno scenario paragonabile a quella in Brasile. "Così come si fa che riguardano i BRICS? Se Temer è infatti uno strumento americano, allora lui potrebbe gettare una chiave inglese nel macchinario BRICS e paralizzare lo meno allo stesso modo la Gran Bretagna ha agito come l'America del cavallo di Troia all'interno dell'Unione europea.
Il gruppo BRICS dovrebbe garantire Temer non è in grado di influenzare la coesione dei BRICS, che è già preparando per tensioni geopolitiche tra l'India e la Cina per la presenza di una consistente flotta marina indiana nel Mar Cinese Meridionale e il rifiuto di Pechino a consentire Nuova Delhi in il fornitori del Gruppo nucleare.
Imparate da destino di Dilma
Sotto il presidente Rousseff, l'economia brasiliana è stato chugging lungo proprio bene. Tuttavia, come un pilastro fondamentale del gruppo BRICS, il Brasile sembra aver attirato l'ira degli Stati Uniti. Il-Dilma contro coalizione di partiti come PMDP di Temer così come i gruppi chiesa evangelica - sicuramente remoto controllato da Washington - ha creato così tanti problemi o lei che il Presidente è stato costretto a governare per decreto per la maggior parte del suo secondo mandato.
Come l'Ucraina, che è in un pasticcio reale di oggi, il prodotto interno lordo del Brasile si è ridotto del 3,8 per cento nel 2015, ed è previsto una contrazione del tanto anche quest'anno. L'inflazione e la disoccupazione sono entrambi superiori al 10 per cento. Il mercato azionario brasiliano è sceso del 7 per cento nel corso delle prime due settimane di TEMER in carica, mentre il vero ha perso il 3,5 per cento del suo valore nei confronti del dollaro.
Sbarazzarsi del nome BRICS Ucraina, Brasile, chi è il prossimo? Cina sembra imprendibile per gli sforzi americani di destabilizzazione e di fiori rivoluzioni - anche se la rivoluzione ombrello di Hong Kong era chiaramente occidentale ispirato. La Russia ha buttato fuori degli Stati Uniti aiuti e il British Council per l'interferenza nella politica russa. Che lascia l'India, che è vulnerabile a queste tattiche. L'ascesa del Aam Admi partito, che ha ottenuto un finanziamento della Fondazione Ford - una CIA fondò corpo - è un presagio di cose a venire.
BRICS è un acronimo elegante - tutti sembrano amare il modo in cui è appena rotola fuori la lingua. Ma c'è un problema con un acronimo in base a nomi dei membri. Se il Brasile esce, cosa fai? Ridurre le dimensioni di RICS e andare avanti? O se il Sudafrica si chiude, non il gruppo interruttore torna ad essere BRIC?
Inoltre, BRICS ha dei limiti di crescita perché non si può tenere estende l'acronimo a tempo indeterminato. Da BRIC a BRICS non era un problema, ma ciò che si fa dopo aver aggiunto l'Indonesia o l'Argentina. BRICSI? BRICSA?
Un nuovo nome non deve necessariamente essere accattivante. Per esempio, la banca BRICS-promossa è conosciuta come la Bank nuovo sviluppo - noioso, ma sta dimostrando di essere una valida alternativa per il grandioso Banca Mondiale. In questo contesto, l'intero gruppo potrebbe essere rinominato come il Gruppo Economica - banale ma che importa, si ottiene il lavoro fatto.
martedì 5 luglio 2016
‘Syria 419’ Syria Scam Email
An 18th century method to
illegally earn money out of conflicts is still practiced and now taking
advantage of the crisis in Syria and tomorrow in the next international
event, not excluding ‘Brexit’ which already saw a start of this. We are
referring to the infamous ‘Nigeria 419’ Scam aka ‘Advance Fee Scam’.
Advertisment
We
are calling this version for Syria as ‘Syria 419’ Scan Email, although
the reference 419 is the article number referring to this method of scam
in Nigerian penal code not the Syrian one, it’s just for quick
reference and to generalize the scope of people we’re alerting to be
aware of falling victims to such scams.
‘I
only trust you, I’m the barrister, or the executor of the will of late
‘usually a deceased or arrested general in an army or a prominent
businessman or top official’, and I need your help transferring a sum of
‘US$10 million is a reasonable figure’ out of ‘the effected country’
and we will reward you handsomely ‘around 25% of the amount’.
It
starts as above and if a reply is received by the scammer from the
instant rich-wannabe victim the next step is to ask for a phone number
to establish a humanly connection, scammers tend to use disposable phone
numbers or a diverted local number but used from abroad, a stolen SIM
number or a bought one but after the buyer of the SIM number leaves the
country of the victim, to give more confidence to the victim.
Third step is to ask the victim to prove his good will and sincerity by wiring a small amount of money back to the fraudster,
via Western Union, Bank transfer, or whatever is doable. Some scammers
would ask for the amount to start a money transfer route so they can
transfer back the big sum using the same route. The amount asked is
usually based on the phone communication or the wordings of the reply
email by the victim.
Sadly,
hundreds of millions of dollars are still earned until date by such
scammers from victims in the whole globe, who wouldn’t like to receive a
few million dollars in their account against a $500 to $1,500 one time
payment? Especially, it’s a ‘guaranteed’ money unlike lottery; of
course, guaranteed as the victim spoke on phone with the source.
In
each crisis there’s always those cheap profiteers starting with those
inflicting the crisis in the first place, like most of the leaders in
the West serving their masters in the military manufacturing industry,
‘banksters’, drugs, white slave and organ traffickers, to the second
tier of merchants taking advantage of lesser monitoring and
deteriorating security situations to multiply their profits on the
account of their own people, to by-profiteers like the money scammers.
In the course there would be hundreds of other profiteers, all illegal,
all criminal, all would be handed maximum punishments in a justice
system.. in a normal world.
Nigerian 419 Scammer Burning his money because White people didn't answer his scam emails
http://www.syrianews.cc/
http://www.syrianews.cc/
domenica 3 luglio 2016
Attilio Folliero: Aiutiamo Cristina Onofrio
Attilio Folliero: Aiutiamo Cristina Onofrio: Fonte: Hormiga Adopt Pets Eventi e Crowdpets , 01/07/2016 Perchè il dolore causato dall’uomo su esseri viventi, inermi e innocenti n...
PERU,USAID,MILIONI DI DOLLARI FINANZIANO STERiLIZZAZIONE FORZATA
PERU: Fujimori crimine; la sterilizzazione forzata di 370.000 peruviano
Cusco / Dick & Miriam Emanuelsson / Riepilogo Latinoamericano / Tra il 1995-2001 sono stati forzatamente sterilizzati 24,535 donne e 346,219 uomini, secondo ad un rapporto di una commissione indipendente, 2002. Lo stesso congresso nazionale del Perù ha indagato i casi di contraccezione chirurgica e essa ha concluso che 314,605 donne sono state sterilizzate nell'ambito del Programma nazionale di pianificazione familiare del governo di Alberto Fujimori. Il Comitato Latina e dei Caraibi per i diritti delle donne (CLADEM) ha concluso che solo il 10% delle donne che sono state sterilizzate in quel periodo hanno dato il loro "vero e proprio consenso".
[Video] Interviste sulla sterilizzazione forzata di 370.000 peruviani in Perù 1995-2001 1. Sterilizzazione di Fujimori in Perù: Teodora era legato fino sul letto e sterilizzato
https://youtu.be/Gswi3Oiuz6M
2. la sterilizzazione forzata in Perù uomini
https://youtu.be/y5uKHOEeAnM
3. Perù: Come sterilizzazioni forzate distrutti matrimoni
https://youtu.be/IEyWemAc7BQ
4. L'Associazione organizza e sostiene le donne colpite costretti sterilizzazioni, AMAEF
https://youtu.be/BSa-SN6wHSA
5. L'avvocato che dirige la registrazione delle vittime della sterilizzazione Fujimori a Cusco
https://youtu.be/tljwcLTsUtw
"Hanno legato i piedi e il corpo"
[Video] https://youtu.be/Gswi3Oiuz6M
CUZCO / PERU '/ Le tre vittime hanno in comune l'aspetto di tristezza nelle profondità dei suoi occhi. Le loro testimonianze hanno anche un filo comune; Essi sono stati sterilizzati brutalmente 1995-2000 per ordine del governo di Alberto Fujimori.
Teodora Guzman Velazquez, 47, viene dal quartiere Mollipata nelle Ande. Il suo villaggio si trova a circa tre ore di autobus dalla città di Cusco, l'antico centro dell'Impero Inca. Quando abbiamo iniziato a intervistare noi reagisce nel suo Quechua, impossibile da capire la lingua.
E questa è l'altra cosa in comune con quasi tutte le vittime; Non parlano castigliano. In questa parte del Perù (Cusco) parlano solo Quechua. In altre province si parla una lingua madre, ma non lo spagnolo.
Non hanno capito quando i medici o infermieri sono venuti alle loro case in montagna a dire che sarebbe oggetto di sterilizzazione. In caso di prendere una decisione così drastica, come si potrebbe correre se non addirittura a capire la lingua in cui stavano parlando?
Se sappiamo anche che le vittime provenivano da estrema povertà mentre i medici, d'altra parte, in genere provengono da una classe sociale molto diversa, perché abbiamo capito che erano due mondi diversi che hanno affrontato questi sei anni in cui sono stati sterilizzati più di 370.000 peruviani.
Demetria Molina Huilca chiedere aiuto con la traduzione. Ha lottato dal 2001 per chiedere giustizia attraverso il lavoro organizzato nella Associazione delle donne colpite da sterilizzazione forzata, AMAEF. E Teodora inizia il suo racconto:
- L'ambulanza mi ha portato dal Mollipata il 20 aprile 1999 ed è arrivato al posto di salute. Quando siamo arrivati ho era legato ai piedi. E allora ho legato con filo. Volevo scappare ma abbiamo ottenuto bloccato.
Perché hanno preso il suo al posto di salute?
- Mi hanno costretto duro. E 'stata la politica del presidente Fujimori. Mi hanno iniettato e ho insensibile. Quando mi sono svegliato ero a casa di mia sorella e ho iniziato a camminare di nuovo a casa mia.
Teodora aveva solo tre bambini che non è molto nelle montagne del paese andino. Questo è molto comune e anche importante avere i bambini a sufficienza per le famiglie nel campo perché lavorano la cura per gli animali.
Sarà la sterilizzazione avuto alcune conseguenze fisiche, psícicas o rapporto con tuo marito?
- Mio marito era andato a lavorare presso l'azienda agricola del mattino, quando l'ambulanza sarebbe venuto a prendermi. Mio marito non ha firmato nulla perché sapevo nulla di ciò che stava per accadere. Ora il mio marito dice "Io non voglio sapere niente, hai detto quelle cose, si sa come vivere", dice mio marito ora vuole il divorzio. Tutto è cambiato dopo la sterilizzazione hanno fatto a me, dice con le lacrime agli occhi. Dice che sono alla ricerca di altri uomini.
Gli uomini anche:
"Io sterilizzare o non diamo il certificato di nascita del tuo bambino"!
[Video]:
https://youtu.be/y5uKHOEeAnM
Il Programma Nazionale pianificazione familiare del governo di Alberto Fujimori non solo ha colpito le donne povere, come altrove in America. Quasi 25.000 uomini sono stati vittime di "coltello giapponese" di Fujimori.
A Cusco, quest'anno, nove uomini sono stati registrati come vittime e connazionale Alvaro Mario Champin, 49, è uno di loro. Per gli uomini il peso è forse maggiore proprio perché gli uomini in un paese maschilista.
Champin viene dal quartiere Huancarani situato 4.000 metri sul livello del mare.
- Hanno cominciato a citare me e mi richiedono dal 1995. C'è stato solo 28 anni. Nel 1997, quando sono andato al presidio sanitario per registrare il mio quinto figlio, mi è stato dato l'ultimatum; sterilizzati o non mi dia l'atto di nascita di mio figlio. Sono stato costretto a accedere al mio figlio. E 'stato un ricatto.
Quali conseguenze ha avuto dopo la sterilizzazione?
- Io non vivo a partire dal 2001 con mia moglie. Mia moglie voleva avere altri due figli e così ho lasciato. Ho avuto un nuovo rapporto, ma anche lei mi ha lasciato per non essere in grado di dare ai bambini che voleva.
Quando abbiamo intervistato l'agricoltore Alvaro Mario Champin ci dice che andrà a registrarsi presso l'ufficio come una vittima della famiglia politica di pianificazione del regime di Alberto Fujimori.
- Esigo la giustizia e la verità dietro questo crimine non resterà impunito, inclusivamente per noi uomini. Perché se non fosse per "El Chino" Fujimori, che aveva ancora vissuto con la mia prima moglie.
La povertà estrema e due chili di mais
[Video]
https://youtu.be/IEyWemAc7BQ
Demetria Molina Huilca è tesoriere in AMAEF. E 'nativo quartiere Huraro nel dipartimento di Cusco. Si tratta di un classico caso in cui le autorità pressioni del marito in modo che egli ha dato loro un potere per sterilizzare la moglie. "Carota" ha chiamato il denaro e tra le popolazioni di estrema povertà nelle regioni andine, potrebbe essere equivalente di due chili di mais sono stati consegnati alle famiglie abbandonate dallo Stato peruviano.
Questo è il caso Demetria:
- Più volte c'erano due infermiere in casa mia, al mattino, mezzogiorno e sera, dicendo che abbiamo dovuto esterilizarnos ma mio marito non volevamo. "Devo lavorare in azienda per i miei figli", ha detto. Hanno cercato di convincere mio marito, dicendo che Fujimori era di 1000 piante (in realtà U $ 285) come uno staio di grano. "Dire grazie Presidente Fujimori! Aprovéchense! "Hanno detto. E abbiamo convinto.
DEMETRIA è stato trasferito in ambulanza al presidio sanitario di Anta, a circa 30 minuti dalla città di Cusco. Era il 22 settembre, 1997 quando entrò Demetria al post e gli diede una scossa:
- Ho visto la fila di donne cambiato (vestiti), i piedi e le mani legate su barelle o per terra. Ho voluto lasciare, ma ho ordinato: "cambiarsi, interruttore, e stai per ottenere il vostro turno"! Mi è stato detto.
- Ma che altro faranno di me? "Signore sono morti", ho pensato, vedendo li sdraiato ", così farò anche a me, mi ha ucciso? Preferisco lasciare, ma ho intenzione di scappare, "ho detto, ma non ho lasciato andare.
Contrariamente alla regola, o la mancanza di conoscenza, Demetria fatto colazione al mattino in modo che l'anestesia non aveva sufficientemente rapido effetto. Il medico le ha detto di contare fino a 20 e poi si addormentò. Quando si svegliò male terribile. "Che altro hai fatto a me?", Pensò.
- L'ambulanza mi ha lasciato, dove finisce la strada, una mezz'ora a piedi da casa mia. Da lì ho camminato, da poco operato, fino a casa mia.
Proprio come la maggior parte delle vittime, donne e uomini, la coppia diffida la sua / il suo compagno di vita. Demetria ci dice che le lotte con il marito sono stati costanti dal 1997.
- Dal momento che non ho più figli dicono io resto con altri uomini, mi dice ora.
- E io discutere: chi è la colpa? Fate bene una lettura. Mi (sterilizzazione) hanno autorizzato. Se mi fosse stato ucciso, bene, ora si pensa che (infedeltà). Come vivere bene? Quasi abbiamo separati, dice con le lacrime agli occhi, dopo aver tenuto un totale di quattro figli.
Quando abbiamo intervistato Demetria manca solo un mese alle elezioni in Perù. Tutti i sondaggisti danno come figlia prediletta di Fujimori. Ha sostenuto che suo padre era innocente e che, nel caso di violazioni dei diritti umani a 370.000 vittime, perché i medici sarebbero responsabili come autori.
- Speriamo che non arrivare al potere. Se si tratta di potenza, cosa ne sarà di noi? Se tuo padre è che lui ha fatto questo per noi. Se avete intenzione di ottenere la figlia non riconoscerà le migliaia di vittime che siamo.
- Non c'è nessuno che ci sostiene. Tre volte abbiamo depositato il nostro caso a Lima. Ma non dovremmo, continuiamo con la stessa forza.
Prima hanno lavorato insieme con il marito nel campo, in azienda, che tende gli animali, prendendo il raccolto. Ma dopo sterilizzazione, le donne hanno lasciato in casa ha in genere Demetria. E il marito reagisce:
- "Perché me lo chiedi per l'argento, che cosa l'argento si chiede? 'Dead drop "!!! diversi mariti raccontano le loro mogli, ho compagni. Egli ci dà un sacco di dolore, "i cinesi" Fujimori. Quel bastardo ci ha fatto questo danno. Noi soffriamo.
L'associazione delle vittime
[Video] https://youtu.be/BSa-SN6wHSA
Per quasi 20 anni ha lavorato l'Associazione AMAEF. Livia Pinares è il coordinatore e ha trovato una mattina in ufficio REVIESFO a Cusco.
Lei è un'infermiera di professione e conta come l'ex segretario
generale della Federazione dei coltivatori di Cusco, Hilaria Supa,
chiamato una mattina per dirgli che dodici donne avevano visitato per
dirgli che era stato sterilizzato con la forza. Da quel giorno Livia è inseparabile con AMAEF.
Ha aiutato le donne a Lima ed il contatto con le organizzazioni femministe per creare una maggiore attenzione sul caso di migliaia di peruviani vittime. Inizia così il lavoro organizzato oggi scuote di nuovo l'opinione pubblica in Perù.
Il giorno dopo l'intervista a Cusco, è venuto il candidato Keiko Fujimori. È stato ricevuto da una gran parte della popolazione di urla; "Siamo le figlie di contadini che non ha ottenuto sterilizzato"! Con questo atto ha iniziato una catena di eventi e manifestazioni, indipendentemente da dove si è esibito la figlia di Fujimori.
conto Livia Pinares che durante i 20 anni di attività, AMAEF visita città, paesi e regioni e ha confermato la stragrande maggioranza delle vittime che seminavano il programma di pianificazione familiare 1995-2000.
Il colpo di stato di Fujimori
Quando il programma di pianificazione familiare iniziata nel 1995, Fujimori è stato ri - eletto per il suo secondo mandato. Ma nel maggio del 1992, Fujimori ha implementato il "colpo di stato Palacial". Ha sciolto il Congresso, la Corte Suprema e la maggior parte della magistratura. Ha governato con decreti presidenziali, in base alla forze armate, la polizia, le agenzie di sicurezza (Dircote-SIN) e di intelligence militare.
Con l'assistenza di ex capitano dell'esercito Vladimiro Montesinos, ha usato il gruppo paramilitare, The Hill, per la guerra sporca. Questo gruppo assassinato il presidente del più grande sindacato, la CGTP, comunisti e mineraria leader di Pedro Huilca ed eseguito altre due stragi, per il quale Fujimori è stato arrestato e condannato a 25 anni di carcere.
I parenti delle vittime di sparizioni e la macellazione del Cantuta il 18 luglio del 1992, appena due mesi dopo il "colpo di Fujimori", dove sono stati uccisi dieci università (insegnante) da parte del gruppo paramilitare La Colina.
Il motivo principale per il colpo di stato era "lotta al terrorismo", vale a dire il movimento di guerriglia di Sendero Luminoso e MRTA. Ma tutte le proteste sociali sono state brutalmente represse.
Basta regioni andine sono state classificate come "scuse per il centro terrorismo" da parte del regime illegale di Fujimori. I civili hanno temuto il decreto presidenziale che dà 20 anni di carcere, che è stato accusato di "apologia del terrorismo". Fu in questo ambiente ostile per le comunità che le autorità Fujimori avviato il programma di pianificazione familiare.
Pinares Livia dice che nessuno dei presidenti di turno ha voluto prendere sul serio il problema e hanno fatto una vera e propria soluzione al problema. Le vittime chiedono giustizia, dice, in particolare la loro salute molte donne sono prostrati a letto e ora sono di nuovo recriminadas.
Incinta e sterilizzato
Il coordinatore racconta la storia di Esperanza Huayama, una donna che era incinta al terzo mese, nel 1996, quando volevano sterilizzare.
- Ha detto che i medici; "Non fare la legatura, l'accattonaggio. Sono incinta di tre mesi. " Sono stati fatti analisi delle urine e ha detto; "No, non in stato di gravidanza". Alla fine hanno fatto la sterilizzati. Il quarto mese stava crescendo nell'utero e ferita e scoppio. Si va al centro di salute per dire loro: "Venite, sono incinta e mi hai fatto rimuovere il feto"! Eppure devono pagare, il che non è giusto.
- Attualmente ha avuto una tale sfortuna, signora, sua figlia è stata colpita da una macchina. Ora lei non ha figli, separata dal marito, perché dice; "Voglio fare un partner malato per tutta la vita Spendo i soldi solo da te." Ha lasciato e ora vive con la vendita di alcune cose. E 'una triste realtà, conclude Livia Pinares.
- Ci sono così tante cose che sono successe e nonostante questi difficili prove che hai, il governo peruviano non riconosce l'errore che hai avuto. Le signore che sono state colpite più sono il quechua-parlante. Perché se si dà loro le informazioni in spagnolo, non capiscono. "A me mi hanno detto che guarirò", hanno creduto e sono stati sterilizzati.
Dick & Miriam Emanuelsson
Robert Chavez Hurtado, l'avvocato che dirige la registrazione delle vittime della sterilizzazione forzata a Cusco
[Video]
https://youtu.be/tljwcLTsUtw
Di Dick & Miriam Emanuelsson
Cusco / 2016/09/03 / Intervista a Robert Chavez Hurtado, avvocato e direttore distretto a Cusco dal Registro delle vittime di sterilizzazioni forzate, REVIESFO.
https://youtu.be/Gswi3Oiuz6M
2. la sterilizzazione forzata in Perù uomini
https://youtu.be/y5uKHOEeAnM
3. Perù: Come sterilizzazioni forzate distrutti matrimoni
https://youtu.be/IEyWemAc7BQ
4. L'Associazione organizza e sostiene le donne colpite costretti sterilizzazioni, AMAEF
https://youtu.be/BSa-SN6wHSA
5. L'avvocato che dirige la registrazione delle vittime della sterilizzazione Fujimori a Cusco
https://youtu.be/tljwcLTsUtw
"Hanno legato i piedi e il corpo"
[Video] https://youtu.be/Gswi3Oiuz6M
CUZCO / PERU '/ Le tre vittime hanno in comune l'aspetto di tristezza nelle profondità dei suoi occhi. Le loro testimonianze hanno anche un filo comune; Essi sono stati sterilizzati brutalmente 1995-2000 per ordine del governo di Alberto Fujimori.
Teodora Guzman Velazquez, 47, viene dal quartiere Mollipata nelle Ande. Il suo villaggio si trova a circa tre ore di autobus dalla città di Cusco, l'antico centro dell'Impero Inca. Quando abbiamo iniziato a intervistare noi reagisce nel suo Quechua, impossibile da capire la lingua.
E questa è l'altra cosa in comune con quasi tutte le vittime; Non parlano castigliano. In questa parte del Perù (Cusco) parlano solo Quechua. In altre province si parla una lingua madre, ma non lo spagnolo.
Non hanno capito quando i medici o infermieri sono venuti alle loro case in montagna a dire che sarebbe oggetto di sterilizzazione. In caso di prendere una decisione così drastica, come si potrebbe correre se non addirittura a capire la lingua in cui stavano parlando?
Se sappiamo anche che le vittime provenivano da estrema povertà mentre i medici, d'altra parte, in genere provengono da una classe sociale molto diversa, perché abbiamo capito che erano due mondi diversi che hanno affrontato questi sei anni in cui sono stati sterilizzati più di 370.000 peruviani.
Demetria Molina Huilca chiedere aiuto con la traduzione. Ha lottato dal 2001 per chiedere giustizia attraverso il lavoro organizzato nella Associazione delle donne colpite da sterilizzazione forzata, AMAEF. E Teodora inizia il suo racconto:
- L'ambulanza mi ha portato dal Mollipata il 20 aprile 1999 ed è arrivato al posto di salute. Quando siamo arrivati ho era legato ai piedi. E allora ho legato con filo. Volevo scappare ma abbiamo ottenuto bloccato.
Perché hanno preso il suo al posto di salute?
- Mi hanno costretto duro. E 'stata la politica del presidente Fujimori. Mi hanno iniettato e ho insensibile. Quando mi sono svegliato ero a casa di mia sorella e ho iniziato a camminare di nuovo a casa mia.
Teodora aveva solo tre bambini che non è molto nelle montagne del paese andino. Questo è molto comune e anche importante avere i bambini a sufficienza per le famiglie nel campo perché lavorano la cura per gli animali.
Sarà la sterilizzazione avuto alcune conseguenze fisiche, psícicas o rapporto con tuo marito?
- Mio marito era andato a lavorare presso l'azienda agricola del mattino, quando l'ambulanza sarebbe venuto a prendermi. Mio marito non ha firmato nulla perché sapevo nulla di ciò che stava per accadere. Ora il mio marito dice "Io non voglio sapere niente, hai detto quelle cose, si sa come vivere", dice mio marito ora vuole il divorzio. Tutto è cambiato dopo la sterilizzazione hanno fatto a me, dice con le lacrime agli occhi. Dice che sono alla ricerca di altri uomini.
Gli uomini anche:
"Io sterilizzare o non diamo il certificato di nascita del tuo bambino"!
[Video]:
https://youtu.be/y5uKHOEeAnM
Il Programma Nazionale pianificazione familiare del governo di Alberto Fujimori non solo ha colpito le donne povere, come altrove in America. Quasi 25.000 uomini sono stati vittime di "coltello giapponese" di Fujimori.
A Cusco, quest'anno, nove uomini sono stati registrati come vittime e connazionale Alvaro Mario Champin, 49, è uno di loro. Per gli uomini il peso è forse maggiore proprio perché gli uomini in un paese maschilista.
Champin viene dal quartiere Huancarani situato 4.000 metri sul livello del mare.
- Hanno cominciato a citare me e mi richiedono dal 1995. C'è stato solo 28 anni. Nel 1997, quando sono andato al presidio sanitario per registrare il mio quinto figlio, mi è stato dato l'ultimatum; sterilizzati o non mi dia l'atto di nascita di mio figlio. Sono stato costretto a accedere al mio figlio. E 'stato un ricatto.
Quali conseguenze ha avuto dopo la sterilizzazione?
- Io non vivo a partire dal 2001 con mia moglie. Mia moglie voleva avere altri due figli e così ho lasciato. Ho avuto un nuovo rapporto, ma anche lei mi ha lasciato per non essere in grado di dare ai bambini che voleva.
Quando abbiamo intervistato l'agricoltore Alvaro Mario Champin ci dice che andrà a registrarsi presso l'ufficio come una vittima della famiglia politica di pianificazione del regime di Alberto Fujimori.
- Esigo la giustizia e la verità dietro questo crimine non resterà impunito, inclusivamente per noi uomini. Perché se non fosse per "El Chino" Fujimori, che aveva ancora vissuto con la mia prima moglie.
La povertà estrema e due chili di mais
[Video]
https://youtu.be/IEyWemAc7BQ
Demetria Molina Huilca è tesoriere in AMAEF. E 'nativo quartiere Huraro nel dipartimento di Cusco. Si tratta di un classico caso in cui le autorità pressioni del marito in modo che egli ha dato loro un potere per sterilizzare la moglie. "Carota" ha chiamato il denaro e tra le popolazioni di estrema povertà nelle regioni andine, potrebbe essere equivalente di due chili di mais sono stati consegnati alle famiglie abbandonate dallo Stato peruviano.
Questo è il caso Demetria:
- Più volte c'erano due infermiere in casa mia, al mattino, mezzogiorno e sera, dicendo che abbiamo dovuto esterilizarnos ma mio marito non volevamo. "Devo lavorare in azienda per i miei figli", ha detto. Hanno cercato di convincere mio marito, dicendo che Fujimori era di 1000 piante (in realtà U $ 285) come uno staio di grano. "Dire grazie Presidente Fujimori! Aprovéchense! "Hanno detto. E abbiamo convinto.
DEMETRIA è stato trasferito in ambulanza al presidio sanitario di Anta, a circa 30 minuti dalla città di Cusco. Era il 22 settembre, 1997 quando entrò Demetria al post e gli diede una scossa:
- Ho visto la fila di donne cambiato (vestiti), i piedi e le mani legate su barelle o per terra. Ho voluto lasciare, ma ho ordinato: "cambiarsi, interruttore, e stai per ottenere il vostro turno"! Mi è stato detto.
- Ma che altro faranno di me? "Signore sono morti", ho pensato, vedendo li sdraiato ", così farò anche a me, mi ha ucciso? Preferisco lasciare, ma ho intenzione di scappare, "ho detto, ma non ho lasciato andare.
Contrariamente alla regola, o la mancanza di conoscenza, Demetria fatto colazione al mattino in modo che l'anestesia non aveva sufficientemente rapido effetto. Il medico le ha detto di contare fino a 20 e poi si addormentò. Quando si svegliò male terribile. "Che altro hai fatto a me?", Pensò.
- L'ambulanza mi ha lasciato, dove finisce la strada, una mezz'ora a piedi da casa mia. Da lì ho camminato, da poco operato, fino a casa mia.
Proprio come la maggior parte delle vittime, donne e uomini, la coppia diffida la sua / il suo compagno di vita. Demetria ci dice che le lotte con il marito sono stati costanti dal 1997.
- Dal momento che non ho più figli dicono io resto con altri uomini, mi dice ora.
- E io discutere: chi è la colpa? Fate bene una lettura. Mi (sterilizzazione) hanno autorizzato. Se mi fosse stato ucciso, bene, ora si pensa che (infedeltà). Come vivere bene? Quasi abbiamo separati, dice con le lacrime agli occhi, dopo aver tenuto un totale di quattro figli.
Quando abbiamo intervistato Demetria manca solo un mese alle elezioni in Perù. Tutti i sondaggisti danno come figlia prediletta di Fujimori. Ha sostenuto che suo padre era innocente e che, nel caso di violazioni dei diritti umani a 370.000 vittime, perché i medici sarebbero responsabili come autori.
- Speriamo che non arrivare al potere. Se si tratta di potenza, cosa ne sarà di noi? Se tuo padre è che lui ha fatto questo per noi. Se avete intenzione di ottenere la figlia non riconoscerà le migliaia di vittime che siamo.
- Non c'è nessuno che ci sostiene. Tre volte abbiamo depositato il nostro caso a Lima. Ma non dovremmo, continuiamo con la stessa forza.
Prima hanno lavorato insieme con il marito nel campo, in azienda, che tende gli animali, prendendo il raccolto. Ma dopo sterilizzazione, le donne hanno lasciato in casa ha in genere Demetria. E il marito reagisce:
- "Perché me lo chiedi per l'argento, che cosa l'argento si chiede? 'Dead drop "!!! diversi mariti raccontano le loro mogli, ho compagni. Egli ci dà un sacco di dolore, "i cinesi" Fujimori. Quel bastardo ci ha fatto questo danno. Noi soffriamo.
L'associazione delle vittime
[Video] https://youtu.be/BSa-SN6wHSA
Per quasi 20 anni ha lavorato l'Associazione AMAEF. Livia Pinares è il coordinatore e ha trovato una mattina in ufficio REVIESFO a Cusco.
Livia Pinares, AMAEF |
Ha aiutato le donne a Lima ed il contatto con le organizzazioni femministe per creare una maggiore attenzione sul caso di migliaia di peruviani vittime. Inizia così il lavoro organizzato oggi scuote di nuovo l'opinione pubblica in Perù.
Il giorno dopo l'intervista a Cusco, è venuto il candidato Keiko Fujimori. È stato ricevuto da una gran parte della popolazione di urla; "Siamo le figlie di contadini che non ha ottenuto sterilizzato"! Con questo atto ha iniziato una catena di eventi e manifestazioni, indipendentemente da dove si è esibito la figlia di Fujimori.
conto Livia Pinares che durante i 20 anni di attività, AMAEF visita città, paesi e regioni e ha confermato la stragrande maggioranza delle vittime che seminavano il programma di pianificazione familiare 1995-2000.
Il colpo di stato di Fujimori
Quando il programma di pianificazione familiare iniziata nel 1995, Fujimori è stato ri - eletto per il suo secondo mandato. Ma nel maggio del 1992, Fujimori ha implementato il "colpo di stato Palacial". Ha sciolto il Congresso, la Corte Suprema e la maggior parte della magistratura. Ha governato con decreti presidenziali, in base alla forze armate, la polizia, le agenzie di sicurezza (Dircote-SIN) e di intelligence militare.
Con l'assistenza di ex capitano dell'esercito Vladimiro Montesinos, ha usato il gruppo paramilitare, The Hill, per la guerra sporca. Questo gruppo assassinato il presidente del più grande sindacato, la CGTP, comunisti e mineraria leader di Pedro Huilca ed eseguito altre due stragi, per il quale Fujimori è stato arrestato e condannato a 25 anni di carcere.
I parenti delle vittime di sparizioni e la macellazione del Cantuta il 18 luglio del 1992, appena due mesi dopo il "colpo di Fujimori", dove sono stati uccisi dieci università (insegnante) da parte del gruppo paramilitare La Colina.
Il motivo principale per il colpo di stato era "lotta al terrorismo", vale a dire il movimento di guerriglia di Sendero Luminoso e MRTA. Ma tutte le proteste sociali sono state brutalmente represse.
Basta regioni andine sono state classificate come "scuse per il centro terrorismo" da parte del regime illegale di Fujimori. I civili hanno temuto il decreto presidenziale che dà 20 anni di carcere, che è stato accusato di "apologia del terrorismo". Fu in questo ambiente ostile per le comunità che le autorità Fujimori avviato il programma di pianificazione familiare.
Pinares Livia dice che nessuno dei presidenti di turno ha voluto prendere sul serio il problema e hanno fatto una vera e propria soluzione al problema. Le vittime chiedono giustizia, dice, in particolare la loro salute molte donne sono prostrati a letto e ora sono di nuovo recriminadas.
Incinta e sterilizzato
Il coordinatore racconta la storia di Esperanza Huayama, una donna che era incinta al terzo mese, nel 1996, quando volevano sterilizzare.
- Ha detto che i medici; "Non fare la legatura, l'accattonaggio. Sono incinta di tre mesi. " Sono stati fatti analisi delle urine e ha detto; "No, non in stato di gravidanza". Alla fine hanno fatto la sterilizzati. Il quarto mese stava crescendo nell'utero e ferita e scoppio. Si va al centro di salute per dire loro: "Venite, sono incinta e mi hai fatto rimuovere il feto"! Eppure devono pagare, il che non è giusto.
- Attualmente ha avuto una tale sfortuna, signora, sua figlia è stata colpita da una macchina. Ora lei non ha figli, separata dal marito, perché dice; "Voglio fare un partner malato per tutta la vita Spendo i soldi solo da te." Ha lasciato e ora vive con la vendita di alcune cose. E 'una triste realtà, conclude Livia Pinares.
- Ci sono così tante cose che sono successe e nonostante questi difficili prove che hai, il governo peruviano non riconosce l'errore che hai avuto. Le signore che sono state colpite più sono il quechua-parlante. Perché se si dà loro le informazioni in spagnolo, non capiscono. "A me mi hanno detto che guarirò", hanno creduto e sono stati sterilizzati.
Dick & Miriam Emanuelsson
Robert Chavez Hurtado, l'avvocato che dirige la registrazione delle vittime della sterilizzazione forzata a Cusco
[Video]
https://youtu.be/tljwcLTsUtw
Di Dick & Miriam Emanuelsson
Cusco / 2016/09/03 / Intervista a Robert Chavez Hurtado, avvocato e direttore distretto a Cusco dal Registro delle vittime di sterilizzazioni forzate, REVIESFO.
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