Corrispondenza da Palermo
«E questo sarebbe un giornale antagonista e comunista? Vergogna! Con quale faccia tosta ci chiedete soldi per sopravvivere. Noi siciliani non cacceremo una lira, la nostra vita è più importante».
Ieri a Palermo hanno manifestato i Forconi. Ad un anno dalla loro nascita, a poco più di un mese dalla grande prova di forza dei blocchi di gennaio, la massiccia partecipazione al corteo conferma che il Movimento dei Forconi, malgrado l'accerchiamento, resiste, tiene le posizioni.
Anzi, ieri si è avuta la sensazione che, malgrado le difficoltà (e quella della scissione con Morsello è la meno importante), si è fatto un passo avanti. Si sono visti altri pezzi di società civile mobilitarsi e scendere in strada.
Le difficoltà sono politiche, di tattica e di strategia. Tante sono le idee e le proposte su come proseguire, ma la quadra di come andare avanti non è stata trovata. E questo, per un movimento popolare e spontaneo a me pare fisiologico. Il potere siciliano, come quello nazionale, una tattica ce l'ha: prendere i Forconi per sfinimento, pensano che col tempo tutto si sgonfierà. Pensano e sperano. Ma si sbagliano: la situazione in Sicilia è drammatica e la rivolta di gennaio è stata solo un vagito, un annuncio di quel che potrebbe essere la sollevazione futura.
I leader dei Forconi hanno una bella gatta da pelare: come allargare il consenso? Come acquisire più forza? Come evitare che la manfrina dei partiti e dei poteri costituiti sfianchi la spina dorsale di un movimento che, per quanto ampio, consiste in alcune centinaia di attivisti impegnati a tempo pieno alla causa? Uomini e padri di famiglia in carne ed ossa?
E' triste per me vedere che la sinistra è uno dei fattori che, facendo finta di niente, o addirittura insinuando che i Forconi sono "mafiosi" e/o un pezzo del blocco sociale consarvatore-berlusconiano, contribuiscono alla morte per asfissia dei Forconi. La sinistra, quella siciliana, ma anche quella nazionale, in questa vicenda, con la loro dichiarazione di ostracismo, stanno dando una mano a Monti e alla classe dominante a far morire il movimento di rivolta.
In questa opera si distingue il quotidiano il manifesto. Guardate la edizione di oggi, 7 marzo. Neanche un articolo, nemmeno un trafiletto sulla grande manifestazione di ieri a Palermo. Sono indignata, sono indignati quelli che, come me, hanno partecipato al corteo, sentendosi a casa loro e che considerano i Forconi, non certo un soggetto che potrà fare miracoli, ma una delle leve per costruire una opposizione sociale nuova in questo paese.
Niente di niente! nemmeno quattro righe!! Al limite potevano scrivere un articolo criticando, esprimere dei dubbi amletici. No, il silenzio. Mentre intere paginate sono state dedicate e vengono dedicate alla Val di Susa o alla Fiom.
Scusate, ma questa è censura, la stessa che operano gli altri organi di stampa, a cominciare dai giornali filo-Monti.
E questo sarebbe un giornale antagonista e comunista? Vergogna! Con quale faccia tosta ci chiedete soldi per sopravvivere. Noi siciliani non cacceremo una lira, la nostra vita è più importante.
Fonte
«E questo sarebbe un giornale antagonista e comunista? Vergogna! Con quale faccia tosta ci chiedete soldi per sopravvivere. Noi siciliani non cacceremo una lira, la nostra vita è più importante».
Ieri a Palermo hanno manifestato i Forconi. Ad un anno dalla loro nascita, a poco più di un mese dalla grande prova di forza dei blocchi di gennaio, la massiccia partecipazione al corteo conferma che il Movimento dei Forconi, malgrado l'accerchiamento, resiste, tiene le posizioni.
Anzi, ieri si è avuta la sensazione che, malgrado le difficoltà (e quella della scissione con Morsello è la meno importante), si è fatto un passo avanti. Si sono visti altri pezzi di società civile mobilitarsi e scendere in strada.
Le difficoltà sono politiche, di tattica e di strategia. Tante sono le idee e le proposte su come proseguire, ma la quadra di come andare avanti non è stata trovata. E questo, per un movimento popolare e spontaneo a me pare fisiologico. Il potere siciliano, come quello nazionale, una tattica ce l'ha: prendere i Forconi per sfinimento, pensano che col tempo tutto si sgonfierà. Pensano e sperano. Ma si sbagliano: la situazione in Sicilia è drammatica e la rivolta di gennaio è stata solo un vagito, un annuncio di quel che potrebbe essere la sollevazione futura.
Palermo: 6 marzo 2012 |
I leader dei Forconi hanno una bella gatta da pelare: come allargare il consenso? Come acquisire più forza? Come evitare che la manfrina dei partiti e dei poteri costituiti sfianchi la spina dorsale di un movimento che, per quanto ampio, consiste in alcune centinaia di attivisti impegnati a tempo pieno alla causa? Uomini e padri di famiglia in carne ed ossa?
E' triste per me vedere che la sinistra è uno dei fattori che, facendo finta di niente, o addirittura insinuando che i Forconi sono "mafiosi" e/o un pezzo del blocco sociale consarvatore-berlusconiano, contribuiscono alla morte per asfissia dei Forconi. La sinistra, quella siciliana, ma anche quella nazionale, in questa vicenda, con la loro dichiarazione di ostracismo, stanno dando una mano a Monti e alla classe dominante a far morire il movimento di rivolta.
In questa opera si distingue il quotidiano il manifesto. Guardate la edizione di oggi, 7 marzo. Neanche un articolo, nemmeno un trafiletto sulla grande manifestazione di ieri a Palermo. Sono indignata, sono indignati quelli che, come me, hanno partecipato al corteo, sentendosi a casa loro e che considerano i Forconi, non certo un soggetto che potrà fare miracoli, ma una delle leve per costruire una opposizione sociale nuova in questo paese.
Niente di niente! nemmeno quattro righe!! Al limite potevano scrivere un articolo criticando, esprimere dei dubbi amletici. No, il silenzio. Mentre intere paginate sono state dedicate e vengono dedicate alla Val di Susa o alla Fiom.
Scusate, ma questa è censura, la stessa che operano gli altri organi di stampa, a cominciare dai giornali filo-Monti.
E questo sarebbe un giornale antagonista e comunista? Vergogna! Con quale faccia tosta ci chiedete soldi per sopravvivere. Noi siciliani non cacceremo una lira, la nostra vita è più importante.
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