Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad si scaglia contro l’ “ingiusto e irresponsabile” capitalismo Usa e invoca un “nuovo ordine basato sui valori e la giustizia umana”. Aprendo ieri a Teheran i lavori di un vertice di dieci Paesi dell’Asia centrale, Ahmadinejad ha sottolineato il “fallimento totale” dell’economia del libero mercato, evidenziato dall’attuale crisi globale. “Il mondo sta vivendo grandi cambiamenti - ha detto il leader iraniano – perché, dopo la caduta delle economie socialiste, ora assistiamo alla caduta delle economie capitaliste”.
All’incontro dell’Organizzazione per la cooperazione economica (Eco), fondata nel 1985 da Iran, Pakistan e Turchia, partecipano, oltre al presidente iraniano, i suoi omologhi dell’Afgha nistan, Hamid Karzai, del Pakistan, Asif Ali Zardari, e della Turchia, Abdullah Gul. Sono presenti ai lavori anche i presidenti delle repubbliche ex sovietiche dell’Asia centrale: Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan. L’obiettivo dichiarato del vertice è quello di rinsaldare i legami economici per far fronte alla crisi economica.
“La minaccia di un ordine internazionale ingiusto – ha detto Ahmadinejad – deve essere trasformata in una situazione economica sicura per i nostri Paesi”. Secondo il presidente iraniano, “l’ordine economico è ingiusto e irresponsabile”, in quanto “le nazioni del mondo devono pagare il prezzo di politiche inefficaci di alcuni Paesi”, in particolare Stati Uniti e “alcuni loro alleati”. Ahmadinejad ha anche auspicato la creazione di una Banca comune per lo Sviluppo e la rimozione delle barriere tariffarie, per sviluppare gli s cambi tra i membri dell’Eco.
Dal punto di vista politico, i Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione economica sono molto differenti tra loro, in particolare per quanto riguarda i loro rapporti con gli Stati Uniti. Se, infatti, l’Iran è considerato da 30 anni uno dei principali nemici degli Usa, la Turchia è addirittura un membro della Nato e può vantare una lunga amicizia con Washington. Anche i presidenti delle ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale hanno stretti legami con gli Stati Uniti, per non parlare del leader afgano Hamid Karzai, che si trova al potere proprio grazie all’esercito a stelle e strisce. Tuttavia le nazioni dell’Eco sono unite anche da importanti interessi economici e devono affrontare problemi comuni che rischiano di minare la sicurezza di ciascuno. Primo fra tutti il traffico di droga proveniente dall’Afghanistan “liberato”, che viaggia verso l’Europa attraversan do l’Iran e alcune delle ex Repubbliche sovietiche.
All’incontro dell’Organizzazione per la cooperazione economica (Eco), fondata nel 1985 da Iran, Pakistan e Turchia, partecipano, oltre al presidente iraniano, i suoi omologhi dell’Afgha nistan, Hamid Karzai, del Pakistan, Asif Ali Zardari, e della Turchia, Abdullah Gul. Sono presenti ai lavori anche i presidenti delle repubbliche ex sovietiche dell’Asia centrale: Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan. L’obiettivo dichiarato del vertice è quello di rinsaldare i legami economici per far fronte alla crisi economica.
“La minaccia di un ordine internazionale ingiusto – ha detto Ahmadinejad – deve essere trasformata in una situazione economica sicura per i nostri Paesi”. Secondo il presidente iraniano, “l’ordine economico è ingiusto e irresponsabile”, in quanto “le nazioni del mondo devono pagare il prezzo di politiche inefficaci di alcuni Paesi”, in particolare Stati Uniti e “alcuni loro alleati”. Ahmadinejad ha anche auspicato la creazione di una Banca comune per lo Sviluppo e la rimozione delle barriere tariffarie, per sviluppare gli s cambi tra i membri dell’Eco.
Dal punto di vista politico, i Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione economica sono molto differenti tra loro, in particolare per quanto riguarda i loro rapporti con gli Stati Uniti. Se, infatti, l’Iran è considerato da 30 anni uno dei principali nemici degli Usa, la Turchia è addirittura un membro della Nato e può vantare una lunga amicizia con Washington. Anche i presidenti delle ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale hanno stretti legami con gli Stati Uniti, per non parlare del leader afgano Hamid Karzai, che si trova al potere proprio grazie all’esercito a stelle e strisce. Tuttavia le nazioni dell’Eco sono unite anche da importanti interessi economici e devono affrontare problemi comuni che rischiano di minare la sicurezza di ciascuno. Primo fra tutti il traffico di droga proveniente dall’Afghanistan “liberato”, che viaggia verso l’Europa attraversan do l’Iran e alcune delle ex Repubbliche sovietiche.
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