La Commissione parlamentare d'inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti riaprirà le indagini sulla morte di Ilaria Alpi, all'interno della più ampia inchiesta sulle cosiddette "navi dei veleni" e sui traffici transfrontalieri di rifiuti tossici. Lo si legge in una nota del presidente della Commissione Gaetano Pecorella, che sottolinea: "L'audizione del maresciallo Scimone, che ha operato in collaborazione con il comandante Natale De Grazia e con i magistrati di Reggio Calabria, ha consentito alla Commissione di acquisire una notizia di estremo interesse: nel corso di una perquisizione nei confronti di Giorgio Comerio è stata ritrovata, in un fascicolo rubricato con il nome Somalia relativo alla smaltimento dei rifiuti, la copia di un dispaccio dell'agenzia Ansa sulla morte di Ilaria Alpi. Poiché in quel momento nulla consentiva di collegare la morte della giornalista e del suo operatore al traffico dei rifiuti con la Somalia, il rinvenimento di questo documento e la sua collocazione richiedono un ulteriore e penetrante approfondimento".
Racconta Pecorella: "La cosa che abbiamo trovato assolutamente importante sul piano dell'inchiesta è che non vi sarebbe stato in quel momento alcun motivo di collegare la Somalia, come questione di cui si occupava Comerio, con la morte di Ilaria Alpi. In quel momento nessuno ha pensato alla questione dei rifiuti. Vorremmo capire perchè si è instaurato questo rapporto nella testa di Comerio".
Una strana osservazione, quella di Pecorella. Che Comerio si occupasse di rifiuti è già noto da anni. Ricordiamo che alcuni suoi documenti furono trovati a bordo del relitto della Jolly Rosso, spiaggiata ad Amantea. Per chi non lo sapesse, Giorgio Comerio è un ingegnere di Busto Arsizio, ma residente in diverse parti del mondo: sull'isola britannica di Guernsey, a Malta, a Lugano e in Italia, in una bella villa di Garlasco in provincia di Pavia.
Balzò agli onori nella prima metà degli anni '80, quando fu espulso dal Principato di Monaco per traffico d'armi, poiché riforniva di missili Exocet i generali argentini durante la guerra delle Falkland. Definisce se stesso un "semplice esperto di navi e di localizzazioni". Negli ultimi anni ha messo in piedi, con un socio austriaco e altri personaggi, la società Oceanic Disposal Management, poi è andato in giro per il mondo ad offrire una soluzione davvero originale per la sistemazione delle scorie radioattive.
Certo, esistono sia la Convenzione di Londra sia altre convenzioni internazionali che vietano lo scarico in mare dei rifiuti e dichiarano espressamente illegali questi piani, ma secondo le parole di Comerio "attraverso i penetratori le scorie vengono depositate non dentro il mare, ma sotto i fondali marini" e poi ricorda che "ci sono Nazioni che non hanno firmato la Convenzione, con cui è possibile lavorare". Su di lui sono in corso indagini anche in Italia, da molti anni. Indagini dalle quali è emersa la rete di affari che ha proceduto per decenni con un'alternativa ai penetratori: le cosiddette "navi a perdere". In pratica si affonda dolosamente la nave, con l'intero carico pericoloso, simulando un incidente. Ancora oggi, non si sa quante siano di preciso le navi dolosamente affondatenel Mediterraneo.
Queste considerazioni, fanno anche parte del patrimonio della Commissione Ecomafie, fin dalla XV legislatura. Ci si potrebbe quindi chiedere come mai Pecorella non ne fosse al corrente. Però una novità c'è davvero: dopo il collegamento, già dimostrato, tra la morte di Ilaria Alpi e le attività in Africa del faccendiere italiano Giancarlo Marocchino, ora emerge la prova documentale di un collegamento con la figura di Giorgio Comerio.
Dal mare somalo ancora oggi affiorano, per galleggiamento, bidoni e cisterne. Vengono affondati pieni, poi si svuotavano per la corrosione, e tornano a galla, o vengono spinti a riva. Sulla costa di Boosaaso i tecnici dell’Agenzia per l'Ambiente dell'Onu rilevarono, nel 1994, altissime concentrazioni di sostanze tossiche. Concentrazioni tanto elevate che li indussero, per paura di essere contaminati, ad allontanarsi celermente. Nell'ultima intervista compiuta prima di essere assassinata, la giornalista della Rai aveva chiesto al sultano di Boosaaso,Abdullah Muse Bogor , proprio notizie sulle sostanze pericolose gettate in mare o sepolte sotto l'asfalto della strada Garoowe-Boosaaso.
Il sultano aveva risposto: "Si, la gente ne parla. Ho sentito dire che sono state trovate cisterne in mare, o sepolte sotto l'asfalto, stia attenta però signorina da noi chi ha parlato del trasporto di armi, chi ha detto di aver visto qualcosa, poi è scomparso. In un modo o nell’altro, è morto". Ilaria venne falciata dalle pallottole dei kalashnikov pochi giorni dopo.
Per quanto riguarda l'inchiesta condotta dalla Commissione parlamentare, il WWF Italia già nel 2009, in audizione, aveva richiesto di rintracciare ed ascoltare Giorgio Comerio. E se Pecorella vede per la prima volta Comerio collegato a Ilaria Alpi, è bene ricordare che già nel 2004 il ministro per i rapporti col Parlamento Giovanardi aveva dichiarato: "Evidenti segnali di allarme si sono colti in alcune vicende giudiziarie da cui è emersa una chiara sovrapposizione tra queste attività illegali ed il traffico d’armi. Numerosi elementi indicavano il coinvolgimento nel suddetto traffico di soggetti istituzionali di governi europei ed extraeuropei, nonché di esponenti della criminalità organizzata e di personaggi spregiudicati, tra cui il noto Giorgio Comerio, faccendiere italiano al centro di una serie di vicende legate alla Somalia".
Per ora, Comerio si guarda bene dal rendersi reperibile, ma non si sa mai. Potrebbe anche succedere che, con i soliti 20 anni di ritardo minimo, ci si stia avvicinando allo scoperchiare la pentola su questo ennesimo mistero italiano. Perché anche per quanto riguarda le armi ed i rifiuti in Somalia, è bene aspettarsi fin da ora che venga alla luce più made in Italy di quanto si possa immaginare.
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